Tilly Norwood e la minaccia degli attori AI: cosa sapere davvero

Il dibattito sull’introduzione di performer digitali generati dall’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo centrale nel settore cinematografico, con la recente presentazione di Tilly Norwood come esempio emblematico. La diffusione di questa tecnologia solleva questioni importanti riguardo alla tutela dei diritti degli attori e alle future dinamiche del mercato audiovisivo.
l’annuncio di tilly norwood e le reazioni del settore
La figura di Tilly Norwood, definita come “Synthetic Performer”, è stata presentata da Eline Van der Velden, CEO di Particle 6 studios, durante il Zurich Summit del 27 settembre. La dirigente ha dichiarato che diversi studi cinematografici hanno già manifestato interesse per questa attrice digitale, con l’intenzione di annunciare ufficialmente l’iniziativa nei prossimi mesi (via Variety). Questa innovazione ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo dello spettacolo.
le preoccupazioni della SAG-AFTRA
Il sindacato degli attori statunitensi, SAG-AFTRA, ha espresso forti riserve circa questa tecnologia. La confederazione teme che performer sintetici come Norwood possano sostituire i talenti umani e sfruttare indebitamente le immagini di attori reali senza compenso adeguato (vedi dichiarazioni ufficiali). Queste preoccupazioni si inseriscono in un contesto più ampio: la lunga protesta sindacale del 2023 contro l’uso non regolamentato dell’intelligenza artificiale nel cinema.
condizioni per l’impiego di performance artificiali
Nonostante le iniziali richieste di regolamentazione più stringenti da parte del sindacato, gli accordi hanno portato a compromessi. È consentito utilizzare performer sintetici purché non riproducano o imitino identità specifiche di attori reali. Secondo il documento ufficiale, si definisce “Synthetic Performer” come una risorsa digitale che dà l’impressione chiara di essere un artista naturale non riconoscibile come qualcuno esistente (regolamento SAG-AFTRA). Questo permette alle case produttrici di impiegare queste figure virtuali senza violare gli accordi contrattuali.
le limitazioni e le implicazioni legali
Pertanto, mentre sono vietate pratiche che sfruttano direttamente l’immagine o il volto di attori reali, nulla impedisce ai studi cinematografici di impiegare performance generate dall’IA purché rispettino le regole stabilite. La principale criticità riguarda il rischio che questa tecnologia venga usata per ridurre i costi e soppiantare il lavoro umano. L’accordo sottolinea che tali performer devono creare un’impressione chiara della loro natura digitale e non devono instaurare illusioni sulla loro identità reale.
il futuro delle performance digitali nel cinema
L’evoluzione dell’intelligenza artificiale rappresenta una sfida complessa per il settore audiovisivo. La discussione pubblica si concentra sulla necessità di trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei lavoratori umani (come scritto nelle recenti dichiarazioni dei rappresentanti sindacali). Mentre alcuni produttori vedono nei performer sintetici uno strumento utile – paragonandoli a “pennelli” per migliorare i processi creativi – altri temono che questa rivoluzione possa portare a una perdita definitiva delle opportunità professionali per gli artisti in carne ed ossa.
- Emily Blunt
- Mara Wilson
- Mélissa Barrera
- Sean Astin (presidente SAG-AFTRA)