Now you see me don’t recensione: il terzo sequel assurdo che inganna con illusioni di intrattenimento

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ritorno alla scena dei maghi con “Now You Don’t”

La saga dei Machiavellici maghi torna con un nuovo capitolo che divide il pubblico tra chi trova divertente il polpettone e chi considera la pellicola un esempio di eccesso e superficialità. Il film, diretto da Ruben Fleischer, si inserisce in un genere che mescola illusionismo, azione e humour, e si propone di realizzare spettacoli visivi di grande impatto, anche se spesso abbastanza inverosimili.

le caratteristiche principali di “Now You Don’t”

una narrazione ricca di effetti speciali e illusioni

Il film ripropone le tipiche sequenze di grandi numeri di magia e di intricate macchine di Rube Goldberg, caratteristiche della saga. La sceneggiatura si discosta progressivamente da una logica sensata, elevando la dose di illogicità e creando situazioni sempre più incredibili. Rispetto ai capitoli precedenti, questa pellicola si spinge oltre, con finali e twist che sembrano concepiti più per sorprendere che per rispettare un assetto narrativo coerente.

una trama che si sviluppa tra illusioni e inganni

Dopo dieci anni dalla loro ultima apparizione, i membri della banda dei Horsemen si riuniscono in un unico evento a Bushwick, ma tutto si rivela un grande inganno. Le loro magie sono in realtà illusioni, orchestrate da tre giovani maghi ispirati dall’omonima banda e desiderosi di imitare i loro successi. L’arrivo del vero J. Daniel Atlas (interpretato da Jesse Eisenberg) e il coinvolgimento di altri personaggi ampliano il quadro, creando un intreccio di assemblaggi narrativi che puntano più a sorprendere lo spettatore con colpi di scena che a ragionare su un plot credibile.

il cast e i personaggi principali di “Now You Don’t”

  • Jesse Eisenberg nel ruolo di J. Daniel Atlas
  • Woody Harrelson come Merritt McKinney
  • Dave Franco nel personaggio di Jack Wilder
  • Isla Fisher come Henley Reeves
  • Rosamund Pike nel ruolo dell’antagonista Veronika Vanderburg
  • Justice Smith, Dominic Sessa e Ariana Greenblatt come giovani maghi in erba

opinioni e caratteristiche tecniche

una produzione particolareggiate e un cast di nomi noti

Il film si distingue per un budget elevato e la presenza di attori di livello, anche se il risultato finale appare abbastanza superficiale. La sceneggiatura, scritta da Boaz Yakin e Edward Ricourt, si concentra più sulla costruzione di illusioni visive e sequenze di effetti speciali che su uno sviluppo narrativo solido. La colonna sonora di Brian Tyler accompagna con ritmi molto marcati, spesso ricchi di richiami e stereotipi di stampo commerciale.

criticità e messaggi impliciti

Nonostante l’estetica curata in ogni dettaglio, il film si sforza di veicolare temi come il capitalismo, la lotta di classe e il potere, spesso in forma di parodia o autoironia. La rappresentazione di personaggi come Vanderburg, che si lamenta della superficialità dei maghi, sottolinea il tono sarcastico e critico che attraversa l’intera produzione. La pellicola si mostra come una sorta di specchio deformato della società contemporanea, a volte con poche pretese di profondità.

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