10 film horror che avrebbero migliorato se non fossero dei sequel
Il panorama delle produzioni cinematografiche del genere horror è ricco di titoli che, pur offrendo momenti di intrattenimento, sono spesso ricordati più per le controversie o le aspettative fallite che per la qualità effettiva. In particolare, le sequenze di film appartenenti a franchise noti sono spesso oggetto di critiche, riguardando sia la qualità delle pellicole sia il loro legame con i film originari.
le sequenze più discussi del horror: film che divisioni tra critica e pubblico
Nel genere horror, le pellicole franchise tendono a suscitare opinioni contrastanti, con alcuni titoli che sono considerati capolavori nascosti, nonostante siano appartenuti a saghe di scarso successo. La relazione tra film e franchise spesso rovina l’esperienza complessiva, portando a un giudizio negativo anche su pellicole che, da isolate, avrebbero avuto probabilmente più successo.
jason goes to hell: la fine di friday the 13th (1993)
Il decimo film complessivo della saga di Friday the 13th, distribuito da New Line Cinema, rappresenta una svolta drastica rispetto ai precedenti. Invece di una storia semplice di Jason che massacra giovani, il film introduce una narrazione inedita in cui l’anima demoniaca di Jason, sotto forma di un verme, possiede le persone.
Malgrado la sua scarsa ricezione critica, la presenza di Jason in un contesto sovrannaturale ha diviso pubblico e critica, contribuendo a una valutazione negativa complessiva. La produzione, priva dei diritti ufficiali del franchise originale, ha cercato di rinnovare la saga, ma senza successo massimo.
Il film è spesso ricordato per la sua trama bizzarra e per aver allontanato molto dal contesto horror tradizionale, rivelandosi più un esperimento che un capitolo riuscito del franchise.
book of shadows: blair witch 2 (2000)
Tra le molte sequel bearable ma malclassificate, Book of Shadows: Blair Witch 2 si distingue per la sua produzione frettolosa e per il suo insuccesso commerciale rispetto alla pellicola originale. Rilasciato a un anno di distanza dal primo capitolo, riprende un tema di inquietudine e media-mania attorno ai miti dell’occulto, ambientato in un contesto di turismo oscuro.
Nonostante il suo fallimento critico, il film esplora un argomento di grande attualità e avrebbe potuto avere un impatto maggiore se fosse stato trattato come opere separate. La sua connessione alla pellicola originale, però, ne ha spesso oscurato il potenziale narrativo.
hellraiser: inferno (2000)
In un momento di declino per il franchise, Hellraiser: Inferno si presenta come un thriller con elementi horror, discostandosi dalla tradizione più splatter e demoniaca dei primi film. La pellicola, distribuita direttamente in home video, segue le vicende di un detective corrotto che scopre la leggendaria scatola dei desideri durante un’indagine.
Con una valutazione del 22% su Rotten Tomatoes, il film ha dividero critici e pubblico. La sua scelta di concentrarsi più sull’aspetto investigativo e meno sulle creature dei Cenobiti ha portato a un prodotto meno riconoscibile, ma comunque con alcuni spunti originali, anche se moltissimo scrutinati per le modifiche apportate alla lore originale.
paranormal activity: next of kin (2021)
Il filone del found footage ha conosciuto un risveglio grazie a Paranormal Activity, dando vita a una serie di sequel con caratteristiche variegate. Il settimo episodio, Next of Kin, si focalizza sulla storia di un’ideatrice di documentari che indaga sulla propria famiglia in un remoto insediamento Amish, introducendo elementi soprannaturali e terreni inquietanti.
Dal punto di vista narrativo, il film si discosta molto dal modello originale, e la sua connessione alla saga principale è laboriosa. La scelta di mantenere il titolo ha generato confusione e giudizi negativi, anche se, preso come thriller psicologico, avrebbe potuto funzionare senza l’etichetta di franchise.
10 cloverfield lane (2016)
La saga di Cloverfield si distingue per la sua natura di intreccio di film che, pur avendo legami sottili, si sviluppano come opere autonome. 10 Cloverfield Lane narra di una giovane donna rinchiusa in un bunker con un uomo che sostiene che l’esterno sia inabitabile a causa di un attacco chimico. Il film ha riscosso successo di critica, ma si distingue per la sua forte identità indipendente.
Nonostante la sua qualità, il suo legame con la serie principale è percepibile come un limite, che la mantiene più come un’opera isolata piuttosto che un pilastro del franchise. Il suo impatto si vede anche in altri titoli, come The Cloverfield Paradox, che soffrono dello stesso problema di sovrapposizione tra originalità e appartenenza di franchise.
a nightmare on elm street 2: freddy’s revenge (1985)
Il franchise di A Nightmare on Elm Street ha visto nel sequel, Freddy’s Revenge, un titolo molto discusso e per anni considerato il passo falso della serie. La pellicola vede un adolescente posseduto dagli spiriti di Freddy Krueger, e ha il merito di essere il primo sequel, più sorprendente di alcuni altri, ad esplorare temi di grande rilevanza, come il sottotesto queer.
Criticata per la sua connessione meno diretta con il film originale, questa versione si distingue per la sua originalità, anche se la lore di Freddy diventa più confusa. A lungo non apprezzata, nella retrospezione gode di una rivalutazione, in quanto un’opera di horror e di ambiguità superiore alle aspettative.
prometheus (2012)
Il ritorno di Ridley Scott nel mondo di Alien è stato uno dei momenti più attesi della decade passata, anche se il film non ha soddisfatto le aspettative. Prometheus porta gli spettatori su un pianeta lontano, alla ricerca delle origini umane, rivelando un universo filosofico e oscuro. La sua esclusione da elementi horror più convenzionali lo rende un prodotto a sé stante.
Come opera indipendente, Prometheus presenta molte qualità, anche se la sua appartenenza alla saga di Alien limita la percezione complessiva. Rimane uno dei film più discussi e rivalutati del franchise, con un suo stile distintivo e un approccio più mistiche che horror.
psycho ii (1983)
Castato quasi 25 anni dopo il capolavoro di Hitchcock, Psycho II si distingue come una delle aggiunte più sorprendenti ai horror degli anni ’80, portando Norman Bates a un tentativo di reinserimento sociale, disturbato dai fantasmi passati. La pellicola si presenta come un thriller teso, molto al di sopra delle aspettative del suo essere un sequel.
Per molti aspetti, Psycho II si conferma come un film sottovalutato, capace di offrire suspense e originalità, ponendo le basi per un approfondimento nel personaggio di Norman Bates. La sua capacità di mantenere una forte tensione narrativa lo rende un prodotto di rilievo anche nel contesto delle sequenze horror.
halloween III: season of the witch (1982)
Dopo due capitoli dedicati esclusivamente a Michael Myers, Halloween III si allontana dal franchise principale e introduce una narrazione completamente nuova. La storia segue un medico che indaga su un’azienda di maschere assieme a un mistery che coinvolge morte e magia nera. La scelta di eliminare Michael Myers ha portato a una forte reazione di rifiuto.
Nonostante l’accoglienza negativa iniziale, Halloween III ha guadagnato un seguito di cult e si distingue per il suo stile indipendente e la sua trama molto diversa, che permette di considerarlo un’opera a sé stante nel decennio. La sua originalità ha contribuito alla rivalutazione nel tempo come esempio di horror affascinante e unico.
the exorcist iii (1990)
Il secondo sequel di The Exorcist, The Exorcist III, nasce da una volontà di recuperare le atmosfere inquietanti e più mistiche del primo film, con uno script basato sul romanzo di William Peter Blatty. La storia, che coinvolge un detective e una serie di omicidi, si discosta molto dal tipico stile di slasher.
Grazie anche a una fase travagliata di produzione, il film ha sofferto di una cattiva reputazione iniziale, per poi essere rivalutato come un noir horror molto efficace, capace di mantenere tensione e mistero senza eccessi puramente splatter, distinguendosi come un esempio di horror psicologico e narrativo.