Remake di film sci-fi che superano gli originali

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Il panorama cinematografico del genere fantascientifico ha visto numerosi remake di film classici, alcuni dei quali non sono riusciti a eguagliare le opere originali, mentre altri hanno saputo migliorare la narrazione e l’impatto visivo. Questa analisi si focalizza su alcune delle trasposizioni più significative che, grazie a innovazioni tecniche e narrative, si sono distinte nel tempo, offrendo nuove prospettive e valori aggiunti ai capolavori del passato.

il film “L’uomo invisibile” (2020)

l’originale del 1933 e il remake moderno

Il classico letterario di H.G. Wells, “L’uomo invisibile”, ha ispirato numerose trasposizioni cinematografiche. La versione del 1933 rientra nel contesto dell’universo dei “Universal Monsters”, narrando di uno scienziato impazzito che scopre come rendersi invisibile per poi seminare caos e violenza.
La rivisitazione del 2020 si discosta dall’approccio iniziale concentrandosi sulla figura di una donna vittima di manipolazioni psicologiche da parte di un ex-compagno divenuto invisibile grazie a un costume tecnologico. In questa versione, la tensione deriva dal senso di paranoia e dalla perdita della realtà percepita, con performance eccezionali di Elizabeth Moss. Il film è riconosciuto come un thriller psicologico ricco di suspense e innovazione.

  • Elizabeth Moss
  • Oliver Jackson-Cohen
  • Aldis Hodge

il film “Dredd” (2012)

la versione con Sylvester Stallone vs quella con Karl Urban

Il personaggio cult Judge Dredd ha avuto una prima trasposizione nel film del 1995 interpretata da Sylvester Stallone, che fu molto criticata per aver snaturato alcune caratteristiche fondamentali del fumetto, in particolare l’uso obbligatorio del casco.
Il remake del 2012 con Karl Urban ha riscosso maggiore successo grazie alla fedeltà al materiale originale: il protagonista viene sempre rappresentato con il casco calzato, rispettando così la tradizione dei fumetti. La pellicola si distingue per le scene d’azione intense e per un ritmo serrato, confermando l’importanza di rispettare le caratteristiche iconiche dei personaggi originali.

  • Karl Urban
  • Pete Travis (regista)

il film “La mosca” (1986)

la versione originale del 1958 vs quella diretta da David Cronenberg

“La mosca” del 1958 narra le vicende di uno scienziato che accidentalmente fonde il proprio DNA con quello di una mosca durante un esperimento, dando origine a un mostro grottesco. La sua resa visiva era semplice ma inquietante per l’epoca.
Il remake diretto da David Cronenberg si distingue per effetti speciali estremamente realistici e disturbanti, oltre a una narrazione più complessa che esplora il declino mentale ed emotivo del protagonista interpretato da Jeff Goldblum. Questo approccio più crudo rende il film uno tra i migliori esempi di horror corporeo mai realizzati nel cinema.

  • Jeff Goldblum
  • Geena Davis

il film “The Thing” (1982)

dal racconto originale “Who Goes There?”

“The Thing” diretto da John Carpenter è considerato uno dei migliori horror della storia cinematografica moderna. Si basa sull’adattamento delle novelle “Who Goes There?” ambientate in Antartide dove un gruppo isolato affronta una creatura aliena in grado di mutare forma.

L’aspetto distintivo rispetto alla versione degli anni ’50 risiede nell’uso massiccio degli effetti pratici che danno vita a trasformazioni visceralmente realistiche. La tensione deriva anche dalla paranoia tra i membri della squadra, incapaci di distinguere chi sia ancora umano o già infetto.

il film “Tredici topolini” (1996)

ispirato dal cortometraggio francese “La Jetée”

“12 Monkeys”, diretto da Terry Gilliam, trae ispirazione dal cortometraggio sperimentale francese “La Jetée”. Racconta la storia di un futuro distopico dove un prigioniero viene inviato indietro nel tempo per prevenire la catastrofe nucleare globale.

L’opera si distingue per lo stile surreale e visionario tipico dell’autore britannico, arricchito da interpretazioni memorabili come quella di Bruce Willis e Brad Pitt. Il suo successo sta nella capacità di espandere la trama originale creando un climax sorprendente ed emozionante.

l’invasione silenziosa: “Invasion of the Body Snatchers” (1978)

versione originale vs remake moderno

L’edizione del 1956 presenta una critica sottile all’infiltrazione aliena attraverso piante che creano cloni perfetti degli esseri umani. Il ritmo lento crea suspense crescente fino al colpo finale.

Nel remake del ’78 si accentua ulteriormente l’atmosfera opprimente con scene più cupe e angoscianti; il senso di paranoia aumenta man mano che i protagonisti capiscono l’entità minacciosa dietro le apparenze innocue. La conclusione mantiene la forza dell’originale ma introduce colpi narrativi ancora più scioccanti.

il capolavoro assoluto: “The Thing” (1982)

  • Salli Richardson-Whitfield
  • Bruce Willis
  • Brad Pitt

Nelle date odierne siamo testimoni della continua evoluzione delle opere cinematografiche basate su storie già note: ogni remake può portare nuova linfa vitale o fallire nel tentativo di superare gli originali. La scelta dipende spesso dall’equilibrio tra rispetto delle radici narrative ed innovazione tecnica o stilistica.

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