Timothée chalamet e josh safdie ecco perché è stato meglio tagliare l’originale finale di marty supreme
l’epilogo di Marty Supreme: le scelte che avrebbero potuto cambiare tutto
La conclusione di Marty Supreme si distingue per una forte carica emotiva, focalizzandosi sul momento in cui Marty Mauser, interpreto da Timothée Chalamet, si confronta con l’arrivo del suo figlio neonato. Esisteva una versione alternativa, mai realizzata, che avrebbe offerto uno sguardo diverso sul futuro del personaggio e sul significato della sua parabola. Analizziamo le differenze tra la chiusura attuale e quella che avrebbe potuto essere.
l’epilogo originale di Marty Supreme
Nel finale iniziale, si prevedeva un salto temporale che avrebbe mostrato Marty negli anni ’80, come un uomo più anziano, in un concerto di Tears for Fears, insieme alla sua nipote. Questa scena avrebbe aperto le porte a un flashforward, con Marty che riviveva le sue ambizioni giovanili, accompagnato da un’immagine di riflessione e nostalgia. La scena sarebbe andata in scena durante i titoli di coda, con una forte connessione emotiva grazie alle parole della canzone e ai ricordi del protagonista.
Tra le motivazioni di questa scelta figurava il desiderio di sottolineare come le memorie e le interpretazioni di Marty influenzassero ancora il suo presente, inserendo elementi di fusione tra gli anni Cinquanta e gli ottanta, un tratto distintivo dello stile del regista Josh Safdie.
perché questa conclusione sarebbe risultata meno efficace
Questo scenario alternativo non venne realizzato, principalmente per motivi di tempistica, anche se l’idea di Chalamet, che si era sottoposto a protesi per interpretare un Marty più anziano, aveva suscitato interesse. La scelta di non includere il salto temporale serve a preservare la forza del climax emotivo, concentrandosi sul momento intimo del protagonista con il figlio appena nato.
Il confronto diretto tra Marty e il suo neonato rappresenta un simbolo potente della sua redenzione e del suo vero successo, mantenendo l’attenzione sul presente e sul rapporto familiare. Un finale che, invece, avrebbe potuto creare ulteriori domande sulla coerente evoluzione temporale del personaggio, rendendo il film più complesso e meno immediato.
il valore del vero finale di Marty Supreme
Il finale del film, con Marty che si commuove dinanzi alla nascita del suo figlio, si rivela sufficiente a racchiudere i temi centrali della pellicola. Tale conclusione si mantiene saldo nella linearità degli eventi, senza appesantirli con un salto temporale che avrebbe potuto confondere o diluire l’impatto emotivo.
Il finale aperto, che lascia spazio a un futuro ipotetico, conferisce un tocco di ambiguità che si adatta perfettamente alla natura frenetica e imprevedibile della narrazione. La scena del parto funge da chiusura simbolica, enfatizzando il confronto tra l’ambizione e l’amore familiare.
La scelta di non optare per un flashforward permette di conservare il ritmo della pellicola, mantenendo alta l’adrenalina e il coinvolgimento dello spettatore, senza gettare troppa nostalgia o complicazioni interpretative su un racconto di sequenze caotiche e imprevedibili.
In definitiva, l’epilogo reale di Marty Supreme si dimostra più efficace nel trasmettere il messaggio di redenzione e di importanza dei legami affettivi, rendendo il film coerente con il suo tono e le sue tematiche.
ospiti e membri del cast principali
- Timothée Chalamet
- Josh Safdie (regista)
- Ronald Bronstein (sceneggiatore)