Star trek voyager sequel scopri come si collega alla serie originale
Le prime uscite del sequel a fumetti di Star Trek: Voyager hanno ricevuto un riscontro misto da parte dei fan. Il motivo principale? La trama si concentra sull’espansione del finale della serie, piuttosto che proporre una concreta prosecuzione della storia. Con il titolo Homecoming, l’intenzione era di mostrare la squadra di Voyager al suo ritorno sulla Terra, ma si assiste a un ritardo nel realizzare questo obiettivo, inserendo in scena antagonisti del Quadrante Delta che tentano di ostacolare la loro missione ancora una volta.
Molti spettatori si sono trovati a seguire una narrazione dove l’interesse prevalente risulta rivolto alla destinazione, più che al percorso. Star Trek: Voyage: Homecoming è scritto da Susan e Tilly Bridges, con illustrazioni di Ángel Hernández. Anche se la serie si presenta come un “sequel”, molti sottolineano come sia più un postscript che un vero seguito, con protagonisti che si limitano a rivivere situazioni già note.
“Homecoming” come un p.s., più che un seguito diretto a Voyager
Le aspettative dei fan, delusi dalla scelta di ripercorrere il finale di Voyager più di venticinque anni dopo
Il finale di Star Trek: Voyager, intitolato “Endgame”, andò in scena nel 2001, con la nave che si avvicinava alla Terra dopo aver lasciato il Quadrante Delta. La conclusione fu molto emozionante, e il tentativo di Homecoming di riproporre questa atmosfera finisce per sembrare un’operazione quasi ripetitiva. La narrazione riparte da quella conclusione, per poi essere interrotta da un incontro con i nemici storici, gli Species 8472.
Associando questa storia a un momento che il pubblico ha già visto, si riducono le aspettative di coinvolgimento, dato che si rivivono i medesimi motivi emozionali e scenari già sperimentati, anche se la storia si presenta come un episodio di una serie a sé stante.
“Homecoming” riprende i momenti migliori di Voyager, mettendo alla prova la pazienza dei fan
Il problema principale è che il racconto ripropone elementi familiari, senza offrire nulla di innovativo
Il confronto tra la narrazione di Homecoming e le aspettative sui contenuti scritti in precedenza evidenzia come le decisioni narrative siano troppo ancorate a stilemi già noti. Per esempio, nel secondo numero della serie, Janeway ordina di distruggere l’unico mezzo di ritorno per l’Quadrante Alfa, per proteggere il pianeta Terra. Questa scena ricorda molto le sue decisioni già prese nel pilot di Voyager e in molte altre occasioni durante la serie. Pur rafforzando l’immagine della comandante come una delle più coraggiose e determinata, questa scelta si rivela un’altra ripetizione, che rischia di perdere impatto, poiché il pubblico conosce bene già quel tipo di decisione.
“Homecoming” rivisita territori già affrontati, anziché spingere la serie verso nuove frontiere
Il contesto narrativo di Star Trek limita le possibilità di innovazione
Le copertine e le immagini promozionali di Homecoming mostrano Janeway e Seven of Nine nel momento di uno scontro con la Regina dei Borg, con un’atmosfera di tensione tipica di episodi già noti. La delusione dei fan nasce dal fatto che, anche se ci si aspetterebbe una narrazione nuova, si finisce per rievocare situazioni già viste, con poco spazio per i rivolgimenti innovativi tipici di altri capitoli della saga.
Quando il pubblico ha sentito il titolo Homecoming, si era sperato in qualcosa di diverso, un racconto più fresco e originale sul ritorno della ciurma di Voyager. La realtà dei fatti, invece, si rivela più vicina a una semplice continuazione, con una storia che ripropone i punti salienti di passato e finale. La sensazione di stantio si acuisce, anche a causa dell’eccessiva attenzione rivolta ai momenti già noti nel franchise.
Le ripetizioni e le strutture già viste limitano il valore innovativo di Homecoming
Il problema di fondo è la mancanza di rischio creativo
Per molti fan, il vero limite di Homecoming risiede nel fatto che la narrazione si limita a seguire un percorso già tracciato, senza offrire sorprese o sorprese che possano risollevare l’interesse. Da una parte, l’arco narrativo mostra Janeway destinata a diventare ammiraglio, ciò che suggerisce che il personaggio non potrà mai affrontare situazioni troppo rischiose, come troppe altre volte ha fatto durante Voyager. Dall’altra, il rischio di far precipitare Tuvok in problemi insormontabili viene neutralizzato dalla consuetudine del pubblico, che si aspetta un suo salvataggio.
La relazione complessa tra Star Trek e i fan, alla ricerca di nuove avventure
I tifosi bramano nuove missioni, oltre il Quadrante Delta
Quando si tratta di storie come Homecoming, il pubblico manifesta una certa impazienza, desiderando di vivere nuove avventure di Voyager dopo il suo ritorno sulla Terra. La narrazione di questo capitolo si concentra su eventi prevedibili e momenti già sperimentati, rendendo difficile per gli appassionati godere pienamente della vicenda. Il colmo si manifesta nel fatto che gli scenari più emozionanti, come l’approdo di Voyager sulla Terra attraverso un wormhole, risultano quasi scontati.
Seppur ci possano essere colpi di scena nei prossimi numeri, la prospettiva di un finale già scritto, in cui la nave torna semplicemente a casa, rende meno incisive eventuali variazioni. La storia, infatti, torna sui binari più sicuri, limitandosi a ripercorrere gli episodi già visti, con un senso di prevedibilità che diminuisce l’efficacia narrativa.
In conclusione, mentre Homecoming può ancora offrire qualche momento di interesse, la sua natura di riproposizione di temi già affrontati e la mancanza di vere novità ne compromettono il valore complessivo. La sensazione più diffusa tra i fan è quella di una serie che, per paura di rischiare, si limita a ripercorrere scenari già noti, rinunciando a spingere il franchise verso nuove frontiere narrative.
Personaggi e ospiti presenti:- Captain Janeway
- Seven of Nine
- Tuvok
- Species 8472
- Regina dei Borg