Programmi tv che avrebbero dovuto terminare come miniserie

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Nel panorama delle serie televisive, molte produzioni di grande successo finiscono per perdere la propria direzione a causa di un’eccessiva ambizione o di una prolungata durata che supera i limiti della coerenza narrativa. Questo fenomeno si traduce spesso in una perdita di qualità e in una diminuzione dell’interesse del pubblico, con le stagioni successive che cercano invano di mantenere le promesse iniziali. Di seguito vengono analizzati alcuni esempi emblematici di show che, partendo con grandi aspettative, hanno mostrato segnali di declino nel corso degli anni.

altered carbon

2018–2020, due stagioni


Netflix aveva presentato Altered Carbon come uno dei più promettenti show sci-fi degli ultimi anni. Tratto dal noir cyberpunk scritto da Richard K. Morgan, la prima stagione ha offerto un mistero omicidi accompagnato da riflessioni su classe e identità. La scenografia era visivamente impressionante e l’idea centrale del caricamento della coscienza umana in corpi intercambiabili appariva innovativa e inquietante.
La seconda stagione ha evidenziato come l’ambizione possa rapidamente deteriorarsi. Il rinnovamento dei personaggi principali e il cambio temporale hanno conferito alla serie un tono più melodrammatico, indebolendo il peso filosofico originario del racconto. In effetti, Altered Carbon avrebbe potuto essere ricordato come un’opera breve e incisiva, piuttosto che estendersi inutilmente con episodi superflui.

the strain

2014–2017, quattro stagioni


The Strain, tratto dalla trilogia di Guillermo del Toro e Chuck Hogan, ha riscosso entusiasmo iniziale grazie alla sua forte ispirazione letteraria. Con il passare delle stagioni si è allontanato dal ritmo serrato dell’horror originale, dilatando troppo la narrazione e inserendo sottotrame poco credibili.
Dalla seconda stagione in poi si sono evidenziate criticità nella gestione dei tempi narrativi e nell’approfondimento dei personaggi secondari. La terza stagione ha visto un calo consistente nelle recensioni (Rotten Tomatoes) e il tono complessivo si è fatto più pulp e meno incisivo rispetto alle prime puntate. Anche con un tentativo di recupero finale, il danno era ormai fatto: lo show ha perso quella viralità che ne aveva caratterizzato l’esordio.

american gods

2017–2021, tre stagioni


American Gods, adattamento del romanzo di Neil Gaiman, aveva esordito con ottimi riscontri grazie a uno stile visivo ricco e a una narrazione ambiziosa sotto la guida di Bryan Fuller. La prima stagione è stata molto apprezzata (Rotten Tomatoes) ma già durante le successive fasi si sono manifestate criticità legate ai frequenti cambiamenti nella direzione creativa (quattro showrunner in tre anni) e alle scelte discorsive discutibili.
L’allontanamento dal materiale originale si è acuito con l’uscita di scena di alcuni attori chiave (come Orlando Jones), contribuendo al calo drastico delle valutazioni (seconda stagione al 61%) fino alla cancellazione definitiva dopo tre stagioni discontinui.

under the dome

2013–2015, tre stagioni


La trasposizione televisiva del romanzo Stephen King,Under the Dome, si è protratta oltre i limiti narrativi originari. La produzione ha esteso la drammatica settimana d’emergenza contenuta nel libro a mesi interi riempiendo gli episodi di sottotrame improbabili e convenienze narrative.

Dopo il primo trionfo iniziale — riconosciuto anche dallo stesso autore — le critiche sono aumentate per via della perdita di coerenza interna ed episodi ripetitivi (King stesso ammetteva gli errori fatti). La conclusione non soddisfa le aspettative lasciando molte questioni irrisolte; lo show si trasforma così in un melodramma disorganizzato che non rende giustizia alla forza originale dell’opera letteraria.

westworld

2016–2022, quattro stagioni


Westworld, nato come puzzle narrativo intricato sostenuto da domande filosofiche sulla coscienza artificiale, ha iniziato molto bene grazie anche alla qualità estetica HBO (cinque stagioni previste). Problemi temporali confusi (timeline complicata) hanno progressivamente minato le sue forze migliori.

Nelle ultime annate lo sviluppo delle trame si è disperso tra guerre tra intelligenze artificiali ed eventi privi di tensione reale (“Crisis Theory”), portando ad episodi criticati per la loro frettolosità ed assenza di profondità. Nonostante i piani originali prevedessero cinque stagioni (HBO ha deciso la cancellazione dopo quattro) dimostrando che il progetto aveva già superato il suo limite temporale utile.

13 reasons why

2017–2020, quattro stagioni


13 Reasons Why, noto per aver affrontato temi delicati come il suicidio adolescenziale con grande impatto nella prima stagione (traferimento emotivo forte). Questa fase initiale ha catalizzato l’attenzione mondiale ed è diventata uno dei titoli più visti su Netflix (classifica dei più popolari).

Purtroppo successivamente lo show ha cercato nuove narrazioni senza fondamento reale nel soggetto originale — creando misteri secondari inutili — finendo col perdere quell’intensità emotiva che ne aveva contraddistinto l’esordio. Le valutazioni sono scese drasticamente dopo la prima stagione (Rotten Tomatoes).

true detective

dal 2014 ad oggi – quattro stagioni (in corso)

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L’esordio della serieTrue Detective -uno dei più acclamati noir psicologici -ha fissato uno standard elevatissimo grazie all’alchimia tra Matthew McConaughey e Woody Harrelson(). Le successive stagioni hanno mostrato invece segni evidenti di calo qualitativo.
Seppur ci siano stati tentativi di rivitalizzare il format attraverso nuovi casi indipendenti tra loro,
il fascino unico della prima annata non è stato mai pienamente replicabile.
Come serie antologica avrebbe potuto mantenere maggiore perfezione come mini-serie autoconclusiva.

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dal 2013 al 2018 – sei stagioni h3 >
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House of Cards , simbolo del dramma politico su Netflix,
ha conquistato pubblico ed critica nelle prime fasi grazie a una sceneggiatura brillante
e interpretazioni memorabili.
Ma quando Kevin Spacey è stato escluso dalla produzione a causa dello scandalo,
la serie ha subito un tracollo creativo.
Le ultime stagioni hanno mostrato trame ripetitive
e una conclusione affrettata che non rendeva giustizia all’originale ambizione narrativa. p >

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Dal 2005 al ritorno nel 2017 – cinque stagioni p >

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