Pippo Baudo e i tredici festival di Sanremo: un viaggio anno per anno

Il panorama televisivo italiano ha subito un profondo mutamento con la scomparsa di uno dei suoi simboli più rappresentativi. La figura di Pippo Baudo, conduttore e protagonista indiscusso del Festival di Sanremo, si è consolidata nel corso di oltre mezzo secolo, lasciando un’impronta indelebile nella storia dello spettacolo nazionale. Con tredici edizioni condotte tra il 1968 e il 2008, Baudo ha contribuito a plasmare l’evoluzione della manifestazione canora più importante d’Italia, portando innovazioni, record di ascolti e momenti memorabili. Questo articolo ripercorre le tappe principali delle sue partecipazioni al festival, evidenziando i tratti distintivi delle edizioni che hanno segnato la storia della kermesse.
le prime edizioni e l’affermazione del volto di Baudo
il debutto nel 1968: tra innovazione e imprevisti
Il primo Festival condotto da Pippo Baudo risale al 1968, anno in cui la manifestazione si trovava ancora in fase di rinnovamento. In quella occasione, la presenza di Louis Armstrong sul palco rimane uno degli episodi più iconici, grazie alla sua improvvisata jam session che interruppe una performance ufficiale. La conduzione di Baudo portò freschezza e capacità organizzativa, contribuendo a rilanciare il festival dopo alcune vicende difficili come il rifiuto di far partecipare brani delicati come “Meraviglioso”, legato alla tragedia di Luigi Tenco.
gli anni ‘80: un decennio ricco di eventi significativi
il Festival del 1984: sensibilità sociale e grandi artisti
Nell’edizione del 1984, Baudo guidò una rassegna caratterizzata da momenti sociali importanti come l’intervento diretto degli operai dell’Italsider durante la trasmissione. La sigla ufficiale “Rose su rose” fu interpretata dalla voce storica di Mina. Tra i vincitori spiccarono Al Bano e Romina con “C’è sarà” e Eros Ramazzotti tra le Nuove Proposte con “Terra promessa”. Questa edizione consolidò il ruolo sociale del festival come piattaforma per temi rilevanti.
il successo del ’87: record d’ascolti e momenti memorabili
L’edizione del 1987 si distinse per gli ascolti record mai raggiunti prima grazie anche alla conduzione impeccabile di Baudo. La finale vide trionfare Gianni Morandi insieme ad Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri con “Sì può dare di più“, un brano che divenne simbolo dell’unità musicale italiana. Il festival vide anche l’incredibile episodio dell’irruzione sul palco da parte di Cavallo Pazzo, che proclamò un risultato diverso dalla realtà ufficiale.
gli anni ‘90: nuove sfide e rivoluzioni stilistiche
il Festival del 1992: ritorno alle tradizioni e incidenti mediatici
L’edizione del ’92 segnò una svolta con l’introduzione della sezione Dopofestival e un ritorno agli stilemi classici italiani. Alla conduzione tornò Baudo affiancato da tre donne: Alba Parietti, Brigitte Nielsen e Milly Carlucci. La vittoria andò a Luca Barbarossa con “Portami a ballare“, mentre tra i giovani vinse Aleandro Baldi con “Niente è più come prima“. Un episodio curioso coinvolse Mario Appignani (Cavallo Pazzo), che protestò pubblicamente contro il risultato.
il trionfo del rock nel ’93: imprevedibilità in scena
Pippo Baudo condusse anche nel ’93 una delle edizioni più sorprendenti, dove Enrico Ruggeri conquistò il premio principale con “Mistero“, diventando il primo artista rock a vincere dopo decenni. Laura Pausini ottenne grande successo tra i giovani presentando “La solitudine“, preludio della sua carriera internazionale.
Personaggi principali:
- Pippo Baudo
- Edoardo Bennato
- Domenico Modugno
- Sergio Endrigo
- Mina
L’eredità lasciata da Pippo Baudo nel mondo dello spettacolo italiano si distingue non solo per i successi ottenuti ma anche per la capacità di adattarsi ai cambiamenti culturali attraverso scelte coraggiose e innovazioni stilistiche che hanno arricchito ogni singola edizione del Festival fino al suo ultimo passaggio nel 2008.