Migliori serie tv western dimenticate da tutti
Il genere Western ha assistito a una rinascita inattesa negli ultimi decenni, tornando con forza nel panorama televisivo contemporaneo. Serie come Deadwood, Justified e Yellowstone hanno contribuito a riscoprire l’appeal di un contesto che, pur radicato nelle tradizioni del passato, si rinnova attraverso trame complesse, personaggi sfaccettati e panorami vasti e ostili. Sebbene il Western non sia mai stato completamente scomparso, molte produzioni meno conosciute sono state inghiottite dal tempo, lasciando spazio a titoli che meritano una rivalutazione.
le serie Western dimenticate che meritano una nuova attenzione
Molti tra questi titoli meno noti incarnano i temi fondamentali del genere: personaggi di grande spessore, dilemmi morali, sopravvivenza nel frontier e il continuo conflitto tra civiltà e caos. Per gli appassionati desiderosi di scoprire nuove gemme, queste serie rappresentano delle vere e proprie perle da riscoprire.
walker: independence (2022-2023)
una reinterpretazione innovativa del giudizio frontier che ha meritato maggiore visibilità
Walker: Independence si distingue per aver proposto un approccio moderno e audace alla narrazione western, ambientando la propria trama nel selvaggio West e costruendo una storia di origine avvincente e molto centrata sui personaggi. Con Jared Padalecki che partecipa come produttore esecutivo, la serie ha avuto i mezzi per espandere l’universo narrativo offrendo al contempo uno sguardo originale sul genere.
Il titolo si è distinto per la sua sensibilità alla reinvenzione. Piuttosto che affidarsi a stereotipi triti e ritriti, ha introdotto trame con personaggi complessi e dinamiche sociali stratificate. Abby Walker (interpretata da Katherine McNamara) rappresenta il fulcro emotivo della narrazione, mentre la cittadina di Independence si trasforma in un vero e proprio crucible di alleanze imprevedibili, famiglie trovate e segreti nascosti.
La serie combina elementi stilistici e di sostanza, fondendo le classiche immagini di ampi paesaggi, scontri a fuoco e dilemmi morali tipici del western con il ritmo avvincente di un thriller moderno. Questo mix conferisce alla produzione una sensazione di freschezza artistica senza perdere l’autenticità del genere.
Purtroppo, Walker: Independence si è conclusa troppo presto, lasciando il pubblico con un forte senso di perdita. La sua unica stagione si è rivelata compatta, intrigante e ricca di colpi di scena coinvolgenti, rendendola una visione imprescindibile per gli amanti dei contesti western alla ricerca di qualcosa di innovativo.
wanted: dead or alive (1958-1961)
un classico dinamico e stiloso con Steve McQueen al suo apice
Molti ricordano wanted: dead or alive come uno dei titoli più innovativi e rappresentativi del Western degli anni ’50. Prima di diventare un’icona di Hollywood, Steve McQueen interpretava il ruolo di cacciatore di taglie Josh Randall, con un magnetismo e una freddezza che ancora colpiscono.
La struttura del serial si caratterizza per la sua visuale cruda e serrata. Gli episodi sono diretti con rapidità e si concentrano su trame surrettizie, con Randall che si muove in modo calmo e riflessivo, incarnando il prototipo di eroe solitario che unisce empatia e abilità. Il suo iconico fucile, la “mare’s leg”, è diventato un simbolo del personaggio, e McQueen stesso ha portato un’autenticità unica alla serie.
Il serial ha aiutato a ridefinire il modello del cowboy solitario, modellando molti protagonisti Western successivi e mantenendo un tono più moderno e complesso. Nonostante sia stato parte della stagione d’oro del genere, wanted si è progressivamente e progressivamente dissolto, restando però una tappa fondamentale nella storia delle produzioni Western in TV.
the son (2017-2019)
una epica complessa e multigenerazionale con Pierce Brosnan protagonista
Tratto dall’omonimo romanzo di Philipp Meyer, The Son si distingue tra le serie Western più rare e ambiziose degli ultimi anni. La narrazione si concentra su Eli McCullough, interpretato da Pierce Brosnan, un potente e spietato barone del Texas che raccoglie eredità di una saga di famiglia attraverso decenni di trasformazioni sociali e politiche.
Le sue rese narrative sono particolarmente audaci, grazie a un utilizzo sapiente di flashback e linee temporali parallele. L’obiettivo è esplorare le tematiche di identità, violenza, territorio e legacy su un palcoscenico che si estende ben oltre il classico frontiera, quasi raggiungendo il tono di una tragedia epica. La performance di Brosnan rimane il cuore pulsante della serie, con un ruolo che coniuga durezza, fragilità e autorità.
Nonostante le recensioni positive e un seguito di appassionati, The Son si è persa tra le produzioni di metà anni 2010, spesso oscurata da altri titoli. Resta comunque una delle più ambiziose e approfondite rappresentazioni western del decennio, offrendo un racconto emotivamente ricco e complesso per chi desidera andare oltre le storie di pistoleri e duelli.
the loner (1965-1966)
una frontiera morale e introspectiva creata da Rod Serling
Ideata da Rod Serling, noto per aver creato The Twilight Zone, The Loner si distingue per il suo approccio intimo e psicologico al Western. La storia segue William Colton (interpretato da Lloyd Bridges), ex ufficiale dell’Unione che vaga nel West post-Civile, in cerca di senso e redenzione in un mondo ormai frammentato.
Serling evita gli stereotipi classici, preferendo episodi che fungono da morality play complessi, con trame che spesso si concludono con riflessioni più che con vittorie. Colton non è il genere di eroe tout court, ma un personaggio riflessivo e tormentato, portato in scena con una sottile gravitas.
Pur durando soltanto una stagione, The Loner rappresenta un esempio vivente di come il Western possa assumere un tono più profondo e meditato, grazie alla sensibilità di sceneggiatori come Serling. Un titolo da riscoprire per chi cerca un approccio diverso e più riflessivo al genere.