Intervista a Domenico Iannacone: la tv come reagente morale e il futuro della gioventù

introduzione
In questa analisi si approfondiscono le principali tematiche e gli aspetti salienti legati al ritorno in televisione di Domenico Iannacone con il nuovo programma Che ci faccio qui. Si esamina il suo approccio narrativo, le scelte editoriali e il ruolo della televisione come strumento di riflessione morale. Viene inoltre evidenziata la sua posizione sulla comunicazione sociale e i progetti futuri, offrendo una panoramica completa del percorso professionale e delle prospettive del giornalista.
il ritorno di domenico iannacone in tv con che ci faccio qui
una nuova proposta di narrazione e riflessione
Domenico Iannacone torna su Rai 3 con un format che si distingue per la sua volontà di proporre contenuti di approfondimento, lontani dalla logica dello spettacolo superficiale. La trasmissione, in onda dal 20 maggio in prima serata, affronta temi complessi come la fragilità mentale, la vita, la morte e il bisogno di appartenenza. Il suo obiettivo è creare uno spazio dove lo spettatore possa lasciar sedimentare le emozioni e stimolare un pensiero critico.
approccio narrativo e stile distintivo
Iannacone predilige un ritmo lento, che permette alla narrazione di avere un impatto più profondo. La sua visione della televisione come reagente morale si traduce in storie che invitano alla riflessione senza cadere nel pietismo o nel sensazionalismo. Le sue puntate sono frutto di un lavoro accurato: sono pensate, immaginate e sedimentate da grandi idee, girate con naturalezza ma sempre con intento pedagogico.
tematiche affrontate nelle puntate inaugurali
la salute mentale: l’Alzheimer come esempio centrale
Nella puntata d’apertura dedicata alle malattie neurodegenerative, viene sottolineato il ruolo del servizio pubblico nel sensibilizzare l’opinione pubblica su problematiche sociali delicate. Attraverso testimonianze rispettose, si evidenzia l’importanza di raccontare queste realtà senza creare sensazionalismo. Un esempio concreto è rappresentato dall’esperienza di Elena Sodano a Catanzaro, che utilizza approcci personalizzati per i pazienti affetti da Alzheimer.
dalle storie individuali alle tematiche universali
Nelle successive puntate vengono esplorati diversi aspetti dell’esistenza umana: dalla mente attraverso storie come quella di Carlo – affetto da autismo – alla memoria tramite tecnologie innovative come la “caverna multisensoriale” al Policlinico Gemelli; dalla casa come simbolo identitario a storie personali di persone che vivono marginalità o trasformazioni profonde.
impatto della pausa televisiva e progetti futuri
il periodo fuori dai palinsesti Rai
L’assenza temporanea dai programmi televisivi ha rappresentato per Iannacone una fase di riflessione. Motivata inizialmente da motivi professionali e personali, questa pausa gli ha permesso di mantenere vivo il suo progetto artistico attraverso il teatro. Egli considera questa esperienza come una forma di libertà creativa che rafforza il rapporto con il pubblico ed alimenta la propria curiosità verso nuove storie.
sguardo alle prossime iniziative
Sullo sviluppo futuro della sua carriera, Iannacone manifesta interesse a concentrarsi sui giovani. Ritiene infatti che questa fascia rappresenti un universo ancora poco esplorato nella narrazione televisiva e desidera contribuire a raccontarne potenzialità autentiche senza manipolazioni.
personaggi principali presenti nell’intervista
- Domenico Iannacone
- Elena Sodano (specializzata nella cura dei malati d’Alzheimer)
- Carlo (persona affetta da autismo)
- Edoardo Tresoldi (architetto)
- Luca Padua (professore al Policlinico Gemelli)
- Liliana (badante e scrittrice rumena)
- Santuario degli animali (progetto dedicato alla cura degli animali disabili)
- Prete impegnato nell’assistenza agli ultimi momenti della vita umana presso Prato