I trio sono i peggiori cattivi di buffy ma non per le ragioni che pensi

La sesta stagione di Buffy the Vampire Slayer suscita spesso critiche tra gli appassionati, in particolare per la scelta dei nemici rappresentati dal Trio, composto da Warren, Jonathan e Andrew. Dopo l’intensa minaccia divina di Glory nella quinta stagione, molti spettatori hanno percepito il passaggio a questi antagonisti come una delusione significativa. Sebbene siano considerati tra i mostri più spaventosi della serie, restano comunque umani, con tutte le limitazioni che ciò comporta.
perché il Trio è una presenza controversa nella stagione 6
una scelta che si rivela un importante preludio
Il ruolo del Trio non è semplicemente quello di intrattenere con personaggi irritanti. La loro funzione narrativa è fondamentale nel preparare il terreno alla comparsa del First Evil in stagione 7. Essi incarnano il concetto di male banale: un male che si manifesta attraverso persone ordinarie che cercano il potere per soddisfare bisogni egoistici. Questa rappresentazione riflette anche un tema più ampio di mascolinità tossica, presente nella stagione e che mette in discussione l’autonomia e il consenso all’interno dell’universo di Buffy.
motivi della critica verso il Trio come “big bad”
una scelta deludente dopo Glory
I fan trovano insoddisfacente la rappresentazione del Trio perché sono considerati meno impressionanti rispetto a Glory, villain divino della stagione precedente. Glory aveva rappresentato una sfida quasi insormontabile per Buffy e i suoi alleati, mentre i membri del Trio sono figure più comuni e meno minacciose. Questa differenza ha alimentato sentimenti di insoddisfazione tra gli spettatori.
il Trio come base per l’evocazione del male insidioso
Nonostante questo, la presenza del Trio serve a sottolineare un tema centrale delle stagioni 6 e 7: la banalità del male. Il primo male non si presenta come entità sovrannaturale ma assume le sembianze di personaggi amati o di individui comuni, rendendo ancora più inquietante la sua natura. Le minacce più gravi affrontate dai protagonisti sono spesso di origine ordinaria e impulsiva.
la mascolinità tossica nel contesto della stagione
un fenomeno esteso, non limitato al trio
La tossicità maschile si manifesta non solo attraverso i membri del Trio ma anche in altri aspetti della stagione. Warren si distingue per misoginia evidente e desiderio di dominare le donne forti, arrivando a tentare di ridurle in schiavitù sessuale e ad eliminarle quando recuperano la libertà. Le sue azioni includono anche pratiche come lo spionaggio tramite telecamere e schemi volti a minare l’autonomia delle protagoniste.
Inoltre, scene come quella ambientata nel covo dei tre uomini mettono in luce una normalizzazione inquietante della coercizione e della mancanza di consenso: Katrina viene soggiogata mentalmente senza il suo consenso reale, trasformando momenti inizialmente umoristici in commentari agghiaccianti sulla normalizzazione degli abusi sessuali.
gli epiloghi dei membri del trio: redenzione o condanna?
fate diverse per ogni personaggio
Il destino finale dei tre membri riflette le loro capacità di redenzione:
- Warren Mears: ucciso da Willow con magia nera dopo aver causato la morte di Tara; simbolo dell’odio cieco e della vendetta.
- Jonathan Levinson: muore sotto i colpi di Andrew sotto l’influenza del First; la sua fine appare ambigua ma segna una sorta di giustizia poetica.
- Andrew Wells: sopravvive grazie all’intervento di Anya; cerca un percorso verso il riscatto durante la settima stagione ed esprime pentimento per le sue azioni passate.
Sebbene alcuni finali siano più soddisfacenti altri lasciano spazio a interpretazioni sul vero senso della redenzione nella serie.
Nomi principali coinvolti:
- – Warren Mears (Adam Busch)
- – Jonathan Levinson (Danny Strong)
- – Andrew Wells (Tom Lenk)
- – Buffy Summers
- – Willow Rosenberg
- – Tara Maclay