Elena Sofia Ricci: Scopri La Farfalla Impazzita in Prima TV su Rai 1
Il Giorno della Memoria è stato celebrato lunedì scorso, ma la programmazione predefinita de Il Conte di Montecristo ha impedito la trasmissione del film tv La Farfalla Impazzita. Questo film, liberamente ispirato all’opera di Giulia Spizzichino e Roberto Riccardi, sarà presentato stasera, in prima serata, al pubblico di Rai 1 e racconterà la strage delle Fosse Ardeatine.
La figura simbolica della farfalla nel titolo rappresenta Giulia Spizzichino, l’ ebrea romana che contribuì alla condanna di Erich Priebke, l’autore materiale della strage, attraverso la sua testimonianza. Il ruolo di Giulia è interpretato da Elena Sofia Ricci, sotto la direzione di Kiko Rosati, già regista in Ninfa Dormiente – I Casi di Teresa Battaglia.
Accanto a lei, si trovano diversi attori che compongono il cast, tra cui:
- Massimo Wertmuller (Umberto)
- Jürgen Heinrich (Priebke)
- Josafat Vagni (Marco)
- Fulvio Pepe (l’avvocato Franco Restelli)
- Mariangeles Torres (Elena Sabatini)
- Silvia Cohen (Rosetta Stame)
- Loris Loddi (Roberto Lordi)
- Tony Laudadio (Antonio Intelisano)
- Lucio Patanè (il Presidente Quistelli)
- Mario Pirrello (l’avvocato di Priebke)
- Chiara Cavalieri (Ester)
La Farfalla impazzita è tratto da una storia vera
Il soprannome “farfalla impazzita” descrive Giulia Spizzichino, una ebrea romana profondamente segnata dalle deportazioni e dalla strage delle Fosse Ardeatine, in cui perderà ventisei membri della sua famiglia. La sua esistenza, terminata il 13 dicembre 2016 all’età di 90 anni, può essere paragonata a una farfalla che batte le ali senza trovare mai una tregua.
Nel contesto della retata al Ghetto di Roma, avvenuta il 16 ottobre 1943, Giulia, allora di soli diciasette anni, fu testimone degli arresti dei suoi familiari. Da quel giorno in poi, la sua vita fu segnata da eventi drammatici di persecuzione e fuga che si protrassero fino alla metà del ’44.
Alla fine della guerra, Giulia non riesce a dimenticare il passato e a vivere una giovinezza spensierata. Successivamente, non riuscirà nemmeno a costruire una famiglia, poiché i fantasmi del passato continuano a perseguitarla.
Nel 1994, mentre assiste a un filmato in un programma della RAI, Giulia viene colpita dalla visione della madre che riconosce i corpi delle vittime della strage. Questo evento la spinge a riaprire i capitoli dolorosi della sua vita, affrontando l’assenza di perdono e la necessità di giustizia.
In seguito al contatto con l’avvocato Restelli e alla richiesta di estradizione di Priebke dall’Argentina, Giulia intraprende un viaggio a Bariloche, dove incontra Elena, una Madre di Plaza de Mayo. Questo incontro le fornisce la forza necessaria per lottare per la giustizia, culminando in un discorso a Buenos Aires che colpisce profondamente l’opinione pubblica.
Nel maggio 1994, il primo passo verso la giustizia si concretizza, ma il processo a Priebke a Roma rappresenterà una sfida personale per Giulia, che trova il coraggio di testimoniare per alimentare la Memoria e garantire che l’orrore della Shoah non venga dimenticato.