10 Serie TV degli Anni ’70 Che Oggi Non Funzionerebbero

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Il panorama televisivo degli anni ’70 ha contribuito a definire ciò che gli spettatori ritenevano accettabile sotto il profilo dell’umorismo e delle tematiche affrontate. Questo periodo ha visto l’emergere di sitcom iconiche che, sebbene siano rimaste nel cuore delle generazioni, presentano elementi che oggi potrebbero sembrare obsoleti o addirittura offensivi. Le rappresentazioni di violenza e sessualità sono notevolmente cambiate nel corso degli anni, con i testi e le battute che oggi verrebbero considerati inadeguati.

The Love Boat (1977–1987)

Questa sitcom ambientata su una nave da crociera offre un cast di personaggi in continua evoluzione

The Love Boat ha rapidamente guadagnato popolarità grazie alla presenza di una nuova serie di personaggi in ogni episodio, mentre la nave toccava vari porti. I membri principali della ciurma fungevano da ancoraggio per la serie, mentre gli ospiti cambiavano ad ogni puntata. Seppur vi siano stati episodi che affrontavano tematiche attuali, la serie risente di stereotipi razziali, di genere e politici particolarmente marcati nelle interazioni tra i personaggi.

Il show ha chiaramente espresso tematiche legate al sesso e alla romanticismo, ma con battute che oggi risulterebbero poco efficaci nel contesto contemporaneo. Sebbene il concept abbia mantenuto una certa coerenza, la presenza di sessismo e la riduzione dei personaggi di colore a ruoli stereotipati rappresentano aspetti problematici dell’opera. Inoltre, The Love Boat ha ricevuto critiche per le trame ripetitive, specialmente nelle ultime stagioni.

Welcome Back, Kotter (1975–1979)

Welcome Back, Kotter cercava di rompere i confini, ma spesso non ci riuscì

Con la presenza di un giovane John Travolta, Welcome Back, Kotter ha portato sul piccolo schermo le sfide di un gruppo di studenti di una classe di recupero. Affrontando temi di razza e classe, la serie tentò di includere personaggi provenienti da vari background. Pur avendo buone intenzioni, spesso si servì di stereotipi razziali per generare ilarità, un approccio che non ha favorito una rappresentazione positiva della diversità.

Greg Kaplan interpretava il professor Gabe Kotter, il fulcro della serie, che aggiungeva un tocco di umanità alla narrativa. Malgrado i tentativi di affrontare questioni sociali, la serie si scontrò con commenti insensibili e battute discutibili.

The Jeffersons (1975–1985)

Nonostante i progressi, The Jeffersons presentava ancora imperfezioni

The Jeffersons è stato acclamato per la rappresentazione di una famiglia afroamericana di classe medio-alta, rompendo con gli stereotipi razziali. Nonostante il suo legame con All In The Family, la serie trattava tematiche sociali in un contesto di commedia. Permangono caricature stereotipate della cultura afroamericana, portando a una rappresentazione ambivalente nonostante i progressi.

Three’s Company (1977–1984)

La sitcom, incentrata su un trio di coinquilini, affrontava le problematiche legate alla vita di coppia con battute che riflettevano visioni antiquate sugli LGBTQ+. La premessa di Jack che fingeva di essere gay per convivere con due donne non sarebbe accettata oggi e solleva questioni problematiche legate alla percezione di questa comunità.

Little House On The Prairie (1974–1983)

Questo Western TV show trascura molte realtà del West americano

Basato sulla serie di libri di Laura Ingalls Wilder, Little House on the Prairie segue la vita della famiglia Ingalls e i loro settimanali eventi domestici. Sebbene la serie tocchi argomenti come la morte e le relazioni familiari, presenta rappresentazioni problematiche degli americani nativi, spesso ritratti in modo stereotipato.

All In The Family (1971–1979)

Il personaggio di Archie Bunker rende All In The Family difficile da seguire

Accolta come una delle sitcom più importanti, All In The Family si concentrava su controversie sociali e differenze di classe. Archie Bunker, interpretato da Carroll O’Connor, è un personaggio controverso, le cui affermazioni spesso inadeguate e offensive, sebbene giustificate dal suo affetto familiare, risultano difficili da ascoltare.

Soap (1977–1981)

Una sitcom satirica che affrontava il mondo del soap opera

Soap ha preso di mira il melodramma dei soap operas con una scrittura audace e, talvolta, controversa. La serie ha cercato di affrontare temi sociali con una vena comica, benché ciò avesse il potenziale di sminuire la gravità di certe trame.

Sanford And Son (1972–1978)

Questa serie ha toccato le questioni di un duo padre-figlio

Basata su un format britannico, Sanford and Son rivolse l’attenzione a una famiglia afroamericana che affrontava sfide legate alla classe lavoratrice e ai pregiudizi sociali. Il conflitto tra Fred e Lamont Sanford costituiva il cuore della serie, nonostante il perpetuo di alcuni stereotipi potesse risultare problematico.

Charlie’s Angels (1976–1981)

Una delle prime serie TV che enfatizzò il fascino sessuale dei suoi personaggi

Charlie’s Angels ha segnato un primo passo nel rendere protagoniste donne forti, ma ha anche sollevato preoccupazioni legate alla loro oggettivazione. La rappresentazione delle donne in abiti ridotti e la mancanza di una visione femminile dietro la telecamera evidenziano questioni di sfruttamento da considerare.

The Dukes Of Hazzard (1979–1985)

I disavventurati Dukes non possono evitare i problemi del loro passato

The Dukes of Hazzard non solo ha introdotto personaggi di rilievo ma ha anche perpetuato problematiche culturali legate al Sud degli Stati Uniti. L’uso della bandiera confederata solleva oggi interrogativi etici e morali riguardo alla rappresentazione e alle associazioni ideologiche.

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