10 programmi televisivi da non rifare mai
Nel panorama televisivo contemporaneo, molte serie di successo sono considerate troppo “perfette” per essere iterate o rivisitate. Nonostante l’interesse di Hollywood, delle piattaforme di streaming e delle reti europee nel proporre reboot o revival di storie amate, la qualità di tali tentativi varia significativamente. Alcune produzioni sono state capaci di replicare con successo il fascino originale, mentre altre hanno rischiato di indebolire il valore delle narrazioni e dei personaggi di partenza.
reboot e revival: quando sono opportuni e quando no
quando un reboot può essere giustificato
Esistono alcuni titoli la cui rielaborazione potrebbe avere senso, soprattutto se si tratta di espandere storie confinanti o approfondire aspetti mai esplorati. Ad esempio, nuove stagioni di serie come Scrubs o Buffy the Vampire Slayer sono considerate appetibili perché potrebbero offrire nuovi punti di vista sulla stessa ambientazione o sui personaggi principali, mantenendo comunque un legame con il passato.
quando un reboot è sconsigliato
Al contrario, le serie che hanno raggiunto l’apice della qualità o che si sono concluse con un finale soddisfacente rischiano di perdere il loro valore originale se sottoposte a rivisitazioni. La ripresa di storie come Game of Thrones, The Leftovers o Sopranos potrebbe risultare in delusioni o in storie che ripetono i propri schemi, anziché offrire nuove prospettive autentiche.
serie che non hanno bisogno di un ritorno
the leftovers (2014-2017)
The Leftovers si distingue come una delle serie più profonde e coinvolgenti dell’epoca. La narrazione si conclude con un finale che fornisce risposte essenziali, rendendo difficile un possibile seguito. La storia si concentra sulle emozioni e sui legami dei protagonisti, in un mondo post-scomparsa che sarebbe difficile ricreare con la stessa intensità.
successione (2018-2023)
Con quattro stagioni di altissima qualità, Succession si è consolidata come un capolavoro sulla lotta di potere all’interno di una famiglia dominante a livello mediatico. Un revival avrebbe il rischio di riproporre trame già abbondantemente esplorate, e il suo tono particolare sarebbe difficile da replicare senza impoverirne il valore originale.
the haunting of hill house (2018)
The Haunting of Hill House rappresenta il meglio tra le produzioni horror targate Netflix di Mike Flanagan. La sua narrazione emozionante e la sua capacità di grande suggestione renderebbero complicato proporre un seguito credibile. Un nuovo capitolo rischierebbe di risultare ripetitivo, specialmente considerando le atmosfere uniche e le scene memorabili come quella della “Bent-Neck Lady”.
the good place (2016-2020)
Il finale impeccabile di The Good Place impedisce qualsiasi ritorno. La storia dei protagonisti si conclude in modo soddisfacente e logico, lasciando poco spazio a ulteriori sviluppi. Un reboot o un sequel risulterebbe poco autentico e potrebbe deludere i fan di un prodotto che ha saputo offrire un’esperienza unica.
serie che si sono concluse nel modo più appropriato
mindhunter (2017-2019)
La serie Netflix di David Fincher si distingue per l’approfondimento psicologico e per il suo stile implacabile. Nonostante ci siano state trattative per un possibile ritorno tramite film o nuove stagioni, il suo alto livello qualitativo e la narrazione perfetta fanno preferire il rispetto del prodotto originale, evitando di compromettere il suo valore con episodi o sequel che potrebbero risultare indesiderati.
the wire (2002-2008)
Tra le serie più acclamate di HBO, The Wire si distingue per il realismo e la complessità dei personaggi. Un revival rischierebbe di perdere l’autenticità e la profondità, poiché molte delle sue storyline sono state risolte con successo alla conclusione. Ricreare l’atmosfera di Baltimore e i personaggi di oggi si rivelerebbe molto difficile, senza ripetere i già visti schemi.
er (1994-2009)
Il format unico di ER ha segnato la storia dei medical drama, grazie alle sue storie intense e ai personaggi profondi. Il rischio di un remake sarebbe di creare una copia dell’originale, che ha già espresso tutto il suo potenziale. La sua capacità di esplorare temi come la morte, l’amore e la professione medica rende difficile pensare a un reboot altrettanto efficace.
gilmore girls (2000-2007, 2016)
Il ritorno con Gilmore Girls: A Year in the Life ha deluso molte aspettative, dimostrando che il fascino di Stars Hollow e dei personaggi non può essere replicato senza perdita di qualità. Le storie personali e il ritmo unico sono stati significativamente alterati, facendo preferire il ricordo della versione originale.
breaking bad (2008-2013)
Il racconto di Walter White e Jesse Pinkman rappresenta un capolavoro di scrittura e interpretazione. La produzione di film come El Camino e la serie prequel Better Call Saul hanno ampliato il mondo, ma non c’è bisogno di un nuovo capitolo che rischierebbe di offuscare l’originale.
the sopranos (1999-2007)
Come iconico esempio di narrazione anti-heroica, The Sopranos ha definito il genere. La morte di Tony Soprano nel finale ufficiale ha sancito la fine di una storia irripetibile. Un eventuale reboot senza James Gandolfini sarebbe difficile da accettare, anche considerando il valore della serie come pietra miliare del panorama televisivo.
La prolungata permanenza di alcune serie sul piccolo schermo lascia poco spazio a rivisitazioni che possano eguagliare la qualità dell’originale. La scelta di lasciare tali storie come pietre miliari è spesso la soluzione più saggia, per rispettare l’integrità delle narrazioni e dei personaggi che le hanno rese uniche.