La nuova serie sci-fi di stephen king ignora il lato più disturbante del romanzo originale

Le recenti trasposizioni delle opere di Stephen King continuano a suscitare grande interesse, grazie alla capacità di adattare temi spesso disturbanti in formati più accessibili. Tra queste, la nuova serie The Institute si distingue per aver modificato alcuni dettagli fondamentali del romanzo originale, al fine di ridurre l’impatto horror e rendere la narrazione più fruibile anche a un pubblico più ampio. In questo approfondimento si analizzerà come questa scelta abbia influito sulla rappresentazione dei personaggi e sui contenuti della storia.
l’adattamento di The Institute: modifiche rispetto al romanzo originale
l’età dei bambini nel romanzo di Stephen King
La trama di The Institute si basa su una premessa già molto inquietante: un ragazzo con poteri telecinetici, Luke Ellis, ha appena 12 anni, ed è vittima di esperimenti atroci all’interno di una struttura segreta. La brutalità delle azioni subite da Luke e dagli altri giovani è particolarmente intensa considerando la loro giovane età.
Nel libro, i protagonisti sono bambini molto piccoli, con età che variano tra i 5 e gli 8 anni. Questa scelta rende le scene di tortura ancora più sconvolgenti e difficili da concepire per il lettore, accentuando il senso di ingiustizia e paura.
l’adeguamento dell’età nella versione televisiva
Nella trasposizione televisiva, i creatori hanno deciso di “invecchiare” i personaggi principali. Luke Ellis appare come un adolescente, facilitando così la visione senza perdere il cuore della narrazione originale. Questa modifica permette agli spettatori di affrontare con maggiore facilità le scene disturbanti, riducendo l’impatto emotivo troppo forte che avrebbe avuto se i protagonisti fossero stati bambini molto piccoli.
La scelta di aumentare l’età dei personaggi non ha solo un risvolto pratico sulla fruibilità dello show, ma anche strategico: mira a mantenere vivo l’interesse senza rischiare che alcune scene risultino troppo sgradevoli o disturbanti per il pubblico generalista.
motivi dietro la decisione degli autori
le opinioni dei creatori sull’età dei protagonisti
I produttori hanno spiegato che la principale motivazione dietro questa modifica riguarda il desiderio di evitare che lo spettacolo “sembri sadico”. Durante un’intervista con gli sceneggiatori Benjamin Cavell e Jack Bender, è stato sottolineato come questa scelta sia stata fondamentale per preservare l’integrità narrativa senza appesantire troppo il tono complessivo della serie.
Cavell e Bender vantano una lunga esperienza nelle trasposizioni delle opere kinghiane; entrambi erano consapevoli delle difficoltà legate ad adattare storie così intense. La decisione di “invecchiare” i personaggi è stata quindi strategica per garantire un equilibrio tra fedeltà al materiale originale e compatibilità con le aspettative del pubblico televisivo.
il ruolo del casting nell’adeguamento dell’età
Scegliere attori adolescenti per interpretare i personaggi principali ha contribuito a consolidare questa direzione narrativa. La presenza sul set di giovani attori più maturi ha permesso agli autori di rappresentare tematiche dure senza eccedere in brutalità grafica o violenza esplicita.
- Joe Freeman nei panni di Luke Ellis (adolescente)
- Mary-Louise Parker nel ruolo della dottoressa Sigsby
- Ben Barnes come figura chiave della serie
In conclusione: la decisione degli autori di modificare l’età dei protagonisti si rivela fondamentale per mantenere intatto il messaggio centrale della storia pur rendendo lo spettacolo più accessibile a un pubblico vasto e diversificato. Questo approccio permette inoltre una rappresentazione meno cruda degli eventi traumatici descritti nel romanzo originale.