Anime d’azione da non perdere: perché meritano più attenzione

Il panorama dell’animazione giapponese vanta un patrimonio ricco di capolavori d’azione che hanno lasciato un’impronta indelebile nel settore. Dai brividi delle inseguite in auto di Hayao Miyazaki a Lupin III: Il castello di Cagliostro ai combattimenti futuristici di Ghost in the Shell, fino alle epiche battaglie dei titoli shōnen come Dragon Ball Z e Attack on Titan. Alcune opere meno conosciute emergono come pietre miliari, tra cui Sword of the Stranger, un film del 2007 diretto da Masahiro Ando, riconosciuto tra le produzioni più raffinate nel genere action anime.
Sword of the Stranger: un capolavoro dell’animazione moderna
Produzione e stile artistico
Realizzato dalla rinomata casa di produzione Studio Bones, celebre per serie come Fullmetal Alchemist, Mob Psycho 100 e MHA – My Hero Academia, Sword of the Stranger rappresenta l’esordio alla regia di Masahiro Ando in ambito lungometraggio. La pellicola si distingue non solo per il suo impressionante livello tecnico, ma anche per la capacità di creare un’atmosfera autentica e immersiva ambientata nel periodo tumultuoso della Cina Ming durante il Giappone Sengoku. La narrazione segue le vicende di un ronin errante che diventa involontariamente protettore di un giovane ragazzo e del suo cane, inseguiti da mercenari che credono che il sangue del bambino possa conferire l’immortalità. La forza del film risiede nella sua chiarezza narrativa e nella precisione delle scene d’azione.
una storia semplice ma potente di redenzione
costruzione del mondo attraverso dettagli realistici
La sceneggiatura, scritta da Fumihiko Takayama, si caratterizza per la sua linearità ed efficacia. Il protagonista, Kotaro, è inseguito da mercenari al servizio dell’Imperatore Ming. L’unico compagno è Tobimaru, fedele cane che accompagna il ragazzo nelle sue avventure. La svolta avviene quando Kotaro incontra un ronin silenzioso e riflessivo, che si rifiuta inizialmente di brandire la spada. Con l’avanzare della tensione, il legame tra i due si approfondisce: quando Kotaro viene rapito, il samurai deve decidere se continuare a nascondersi o combattere per qualcosa oltre sé stesso.
l’azione che diventa architettura emotiva
Yutaka Nakamura e l’arte del movimento nelle scene d’azione
Nell’ambito delle sequenze dinamiche, spicca il lavoro dell’aerografo Yutaka Nakamura, noto per aver contribuito a serie come Cowboy Bebop. Per questo progetto ha dedicato circa un anno esclusivamente all’animazione delle scene di combattimento. Nakamura enfatizza la fisicità dei movimenti tramite ritmo e impatto visivo; ogni taglio con la spada o schivata è radicato in una realtà plausibile e coinvolgente. Le coreografie risultano fluide ed espressive: ogni scambio tra personaggi trasmette emozioni profonde senza bisogno di parole.
la colonna sonora come forza narrativa
il potere dell’interpretazione vocale sottile
Nella colonna sonora, Naoki Sato – compositore recentemente impegnato nel punteggio del film Dragon Ball Super: Super Hero – ha scelto una linea musicale delicata ma suggestiva. Al posto delle musiche tradizionali dell’epoca storica rappresentata, ha creato una miscela senza tempo composta da taiko drums, strumenti orchestrali e cori inquietanti. La musica accompagna senza sovrastare le scene d’azione; durante lo scontro finale nel paesaggio innevato, i crescendo si dissolvono nel silenzio per lasciare spazio ai rumori reali degli scontri e della natura circostante. Questa scelta elevata arricchisce l’esperienza visiva e emotiva.
il casting e la costruzione del tono narrativo
L’attore Tomoya Nagase presta la voce a Nanashi (il samurai senza nome), scelto proprio per la sua interpretazione poco convenzionale rispetto al classico stereotipo samurai: il suo tono vocale non suona “da guerriero”, ma aggiunge una nota di estraneità al personaggio. Ando desiderava creare un protagonista che sembrasse fuori luogo rispetto agli stereotipi tradizionali; così facendo, permette all’animazione e alla musica di assumere ruoli principali nel narrare questa storia sobria ma intensa.
un successo critico silenzioso in cerca di riscatto
un’opera senza tempo ancora da riscoprire pienamente
Dopo la sua uscita ufficiale nel 2009 con una distribuzione limitata a poche sale negli Stati Uniti, Sword of the Stranger ha ricevuto consensi positivi sia dalla critica specializzata sia dagli appassionati più esperti in animazione. In Giappone è stato lodato per qualità tecnica ed eleganza narrativa; all’estero molti lo hanno definito uno dei migliori film anime degli ultimi anni grazie alla perfezione delle coreografie e alla semplicità efficace della trama.
Nonostante ciò, l’opera ha sofferto di una distribuzione ridotta negli USA a causa dello scioglimento improvviso della filiale americana della casa produttrice Bandai Visual. Nonostante ciò rimane uno dei lavori più belli mai realizzati nell’ambito dell’anime moderno.
- Tomoya Nagase: voce originale di Nanashi (samurai senza nome)
- Kazuki Yamada: doppiatore secondario (personaggi vari)
- Toshiyuki Morikawa: doppiatore antagonista (mercenari)
- Nobuo Tobita: narratore / commentatore musicale (colonna sonora)