Anime da vedere se ami evangelion: 10 capolavori da non perdere

Il panorama dell’anime ha prodotto opere che hanno rivoluzionato il genere, lasciando un segno indelebile nella storia della televisione e del cinema d’animazione. Tra queste, alcune serie si distinguono per aver aperto nuove strade nel racconto psicologico, filosofico e nei temi legati ai robot giganti. Questo approfondimento analizza le dodici produzioni più influenti, evidenziando come abbiano contribuito a plasmare la visione moderna dell’anime e quali siano i loro elementi distintivi.
10 – rahxephon (2002)
Diretto da Yutaka Izubuchi e prodotto da Bones
RahXephon si inserisce tra le opere che cercano di “guarire” le ferite lasciate da Evangelion. La serie esplora i concetti di risuonanza tra tempo, memoria e musica, creando un mondo onirico dal tono caldo ed emozionale. La colonna sonora di Yoko Kanno e lo stile visivo pittorico contribuiscono a rendere questa produzione una delle più profonde eredi spirituali di Hideaki Anno.
9 – space runaway ideon (1980–1981)
Diretto da Yoshiyuki Tomino, con produzione Sunrise
Prima ancora di Evangelion, Ideon aveva già sfidato le convenzioni del genere mecha con una narrazione pessimistica incentrata su un gruppo di rifugiati che pilotano un robot alieno dotato di poteri incontrollabili. La serie si distingue per il suo finale apocalittico in Be Invoked, anticipando tematiche di distruzione e rinascita che saranno poi riprese in Evangelion.
8 – serial experiments lain (1998)
Diretto da Ryutaro Nakamura e scritto da Chiaki J. Konaka
L’anime segue una ragazza chiamata Lain Iwakura in un contesto privo di battaglie o robot giganti, ma ricco di tensione psicologica. Serial Experiments Lain affronta la dissoluzione dell’identità nell’era digitale attraverso immagini disturbanti e silenzi inquietanti. La narrazione invita a riflettere sui limiti tra sé stesso e il sistema virtuale, rispecchiando i temi di alienazione presenti anche in Evangelion.
7 – eureka seven (2005–2006)
Diretto da Tomoki Kyoda con produzione Bones
Eureka Seven propone una rivisitazione ottimistica del genere mecha, seguendo le avventure di Renton mentre sogna di volare alto nel cielo insieme alla misteriosa Eureka. La serie si distingue per il suo stile animato fluido ed emotivamente coinvolgente, puntando sulla speranza piuttosto che sulla disperazione tipica delle storie apocalittiche.
6 – ghost in the shell: stand alone complex (2002–2005)
Diretto da Kenji Kamiyama con produzione Production I.G
Ambientato in un futuro iperconnesso dove la mente umana può essere hackerata, Major Motoko Kusanagi guida l’unità speciale contro terroristi ed intelligenze artificiali. Ghost in the Shell: Stand Alone Complex si distingue come un’opera cyberpunk densa di domande esistenziali sull’identità umana e sulla decadenza sociale, mantenendo uno stile rigoroso ma profondamente emotivo.
5 – bokurano (2007)
Diretto da Hiroyuki Morita, basato sul manga di Mohiro Kitoh
Bokurano narra la storia drammatica di quindici bambini ingannati a firmare un contratto per pilotare un gigantesco robot difensivo della Terra. Ognuno deve affrontare la propria morte durante ogni battaglia: il racconto mette in discussione il sacrificio estremo e l’impossibilità della fuga dalla sofferenza umana più profonda.
1 – ergo proxy (2006)
Diretto da Shuko Murase con scrittura di Dai Sato
Ergo Proxy apre con un virus misterioso che scatena violenza tra androids, immergendo gli spettatori in una distopia urbana fatta di città abbandonate e simbolismi mitologici. La protagonista Re-l Mayer indaga su questa realtà distopica insieme a Vincent Law; l’anime è una meditazione sulla paura, sull’identità frammentata e sulle illusioni create per sopravvivere.