Woolly mammoth nascerà nel 2028 secondo colossal biosciences

l’avanzamento del progetto di de-estinzione del mammut lanoso
Colossal Biosciences si sta distinguendo per il suo ambizioso obiettivo di riportare in vita il mammut lanoso, un progetto che mira a combinare innovazioni genetiche e tecnologie di riproduzione assistita. La recente visita alla nuova sede di Dallas, ancora in fase di completamento prima dell’apertura prevista per ottobre, ha fornito aggiornamenti sulla progressione di questa iniziativa.
stato attuale e tempistiche previste
Secondo le dichiarazioni del CEO e co-fondatore Ben Lamm, l’azienda è in linea con i piani stabiliti, puntando al traguardo del 2028. Questo obiettivo rappresenta solo un leggero ritardo rispetto alle previsioni iniziali, che indicavano una possibile realizzazione entro il 2027.
Il percorso verso la de-estinzione vede una pianificazione articolata che coinvolge diverse aree di ricerca: dall’editing genetico alla biologia cellulare, fino alle tecnologie riproduttive come la gestazione artificiale e l’utilizzo di surrogati.
strategie scientifiche e collaborazioni internazionali
Colossal adotta un approccio multidisciplinare: si lavora contemporaneamente su più fronti, tra cui lo sviluppo di tecnologie ART (riproduzione assistita), fondamentali anche per la conservazione delle specie minacciate. La collaborazione con università prestigiose, come Harvard e l’Università Baylor, sottolinea l’impegno globale nel progetto.
dove si trova il DNA del mammut?
Sono state condotte numerose spedizioni sul campo, grazie anche alla partnership con ricercatori internazionali. Un esempio è il lavoro svolto da Love Dalén a Stoccolma, che effettua scavi per recuperare campioni di tessuto da esemplari rinvenuti nel permafrost. Questi campioni permettono di sequenziare oltre 50 individui, contribuendo a ricostruire dettagliatamente il genoma del mammut.
record nella sequenza del DNA
Recentemente sono stati superati importanti record: il campione più antico sequenziato risale a circa 1,2 milioni di anni fa, superando i precedenti limiti storici e offrendo nuove prospettive sulla genetica antica.
impatto ambientale e ruolo ecologico dei mammut
L’obiettivo principale non è soltanto la ri-creazione simbolica dell’animale estinto ma anche un intervento ecologico strategico. Riportando in alcune aree artiche gli elefanti adattati al freddo, si spera di ristabilire antichi ecosistemi pascolivi che favoriscano l’assorbimento del carbonio e rallentino lo scioglimento del permafrost.
La perdita degli habitat tipici dei mammut ha contribuito alla trasformazione delle praterie in zone meno efficaci nel trattenere le emissioni di gas serra. La reintroduzione potrebbe aiutare a contrastare i cambiamenti climatici attraverso processi naturali ormai compromessi.
sviluppi futuri e sfide della de-estinzione
Colossal prevede di proseguire con le attività parallele su più fronti: dalla modifica genetica alla creazione di uteri artificiali. Lo sviluppo delle tecnologie legate alla gestazione artificiale rappresenta uno dei principali ostacoli pratici ma anche uno dei maggiori potenziali successi futuri.
L’azienda sta lavorando con partner specializzati sugli aspetti etici ed operativi della surrogacy, riconoscendo come questa sia una delle principali sfide logistiche da affrontare entro il termine prefissato.
ricerca sul DNA e collaborazione internazionale
I ricercatori collaborano strettamente con istituzioni globali come Harvard. Le campagne sul campo sono fondamentali: le spedizioni nelle regioni artiche consentono di trovare nuovi campioni geneticamente preziosi. La presenza costante nei siti archeologici permette un costante miglioramento delle sequenze genetiche disponibili.
L’intervento non riguarda esclusivamente la creazione dell’animale ma ha implicazioni dirette sulla tutela ambientale globale. Il ritorno dei mammut può favorire la riqualificazione delle praterie artiche e contribuire al mantenimento degli equilibri climatici locali ed internazionali.
Pianificando simultaneamente attività genetiche avanzate, colture cellulari e tecnologie riproduttive artificiali, Colossal intende raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2028. Se questa strategia avrà successo, sarà possibile creare i primi esemplari in scala reale nel prossimo futuro.
Anche se l’arrivo di un cucciolo nel prossimo anno non è garantito, le ricerche già condotte stanno rivoluzionando le metodologie applicate alla conservazione delle specie minacciate. Gli strumenti sviluppati potrebbero rappresentare l’eredità più duratura dell’intera iniziativa tecnologica.
- Ben Lamm – CEO & Co-fondatore
- Matt James – Chief Animal Officer
- Sara Ord – Direttrice della Restauro delle Specie
- Love Dalén – Ricercatore presso l’Università di Stoccolma