Storia di son of sam: il soprannome del serial killer david berkowitz

l’origine del nome “son of sam” e il caso di david berkowitz
Il nome “Son of Sam” è diventato iconico nel contesto dei serial killer americani, associato a uno dei casi più noti degli anni ’70. La sua origine e le motivazioni dietro questa denominazione rappresentano un aspetto interessante della vicenda criminale di david berkowitz, uno dei serial killer più prolifici della storia statunitense. Questo approfondimento analizza le modalità con cui Berkowitz si è autodefinito e il ruolo che ha avuto la sua comunicazione con i media e la polizia in questa scelta.
la denominazione iniziale e l’autodefinizione di berkowitz
dalla prima attribuzione come “killer calibro 44” alla scelta del nome “son of sam”
Inizialmente, Berkowitz era stato chiamato dai media “killer calibro 44”, riferendosi alla sua arma preferita, un revolver calibro .44. Successivamente, Berkowitz stesso ha deciso di adottare il soprannome “Son of Sam”. Questa decisione ha avuto un impatto significativo sulla percezione pubblica del caso, contribuendo a creare un’immagine inquietante e memorabile.
il significato del nome e il suo utilizzo nelle lettere ai media
Dopo aver commesso due omicidi nel 1977, Berkowitz lasciò una lettera indirizzata al giornalista Jimmy Breslin, pubblicata dal quotidiano newyorkese. In questa missiva firmata appunto “Son of Sam”, il criminale si prese anche la responsabilità di ulteriori attacchi, oltre a deridere le forze dell’ordine. Il nome si diffuse rapidamente sui mezzi di comunicazione, consolidando l’identità del killer.
l’origine del nome “son of sam” e le sue implicazioni
ispirazioni da parte di un cane e storie inventate
Il motivo dietro la scelta del nome non deriva da elementi diretti delle indagini o dai dettagli delle sue azioni criminose. Berkowitz affermò di aver chiamato se stesso così ispirandosi a una leggenda riguardante il cane del suo vicino, Sam Carr. Secondo questa narrazione, Berkowitz avrebbe sostenuto che il cane nero di Carr fosse posseduto da un demone che lo avrebbe incoraggiato a compiere gli omicidi.
la verità dietro alle dichiarazioni di berkowitz
A distanza di anni dall’arresto, Berkowitz ha confessato che questa storia era frutto della sua immaginazione. Non credeva realmente che il cane avesse poteri demoniaci o che fosse coinvolto nei suoi crimini. Durante una intervista inclusa nella serie documentaristica Conversations with a Killer: The Son of Sam Tapes, Berkowitz ammise di aver inventato questa versione per confondere le forze dell’ordine e i media.
personaggi principali coinvolti nel caso
- david berkowitz – l’autore degli omicidi e colui che si autodefinì “son of sam”
- samantha carr – proprietaria del cane nero menzionato nelle dichiarazioni di berkowitz (senza credibilità ufficiale)
- jimmy breslin – giornalista destinatario della lettera firmata “Son of Sam”
- samuela cummings – vittima tra le molte uccise dal killer negli anni ’70
- sara taylor – altra vittima degli attentati attribuiti a berkowitz
- forze dell’ordine – responsabili delle indagini e dell’arresto del criminale