Sono stata la prima bambina nata da fecondazione in vitro: la paura che mi ha sempre accompagnata

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Louise Joy Brown, la prima bambina concepita in provetta, ha condotto una vita sostanzialmente normale, sotto l’attenta e spesso invadente attenzione dei media. La sua nascita, avvenuta il 25 luglio 1978 a Oldham, ha rappresentato un traguardo significativo dopo un decennio di ricerche e sperimentazioni nel campo della fecondazione in vitro (IVF) condotte dai pionieri Jean Purdy, Dr. Patrick Steptoe e Robert “Bob” Edwards.

la storia di luise joy brown

Oltre quarant’anni dopo, con due figli a carico, il racconto drammatico della sua nascita storica sta finalmente venendo alla luce, in un contesto in cui oggi esistono oltre 12 milioni di bambini concepiti tramite IVF nel mondo. Louise ha dichiarato: “Quando sono nata, era l’ignoto. Non si sapeva se sarei stata sana e se ci sarebbero state anomalie”. Queste parole sono state condivise in un’intervista, in concomitanza con l’uscita del nuovo biopic di Netflix intitolato Joy.

l’impatto dei media e della società

Il focus mediatico sulla sua vita e sulla sua famiglia, aggravato da opposizioni conservatrici, ha portato Louise a ricevere persino lettere di odio nei suoi primi anni di vita. Anche se l’attenzione con il tempo si è attenuata, la curiosità dei media nei suoi confronti è rimasta costante. Fin dalla giovane età di 14 anni, le veniva chiesto da perfetti sconosciuti se avesse intenzione di utilizzare IVF per creare la propria famiglia. Questo la portò a essere pienamente consapevole della sua identità.

il legame con l’ivf e la sua difesa

Louise ha raccontato di come, durante l’adolescenza, fosse a volte inquietante sapere che la sua vita fosse così esposta al pubblico. Ricorda traumi dovuti al comportamento invadente dei fotografi anche da adulta, ma ha imparato a gestire meglio la situazione, affermando: “Adesso sono solo molto orgogliosa del mio retaggio”. Si scorge in lei un forte desiderio di difendere il diritto all’accesso alla IVF, sottolineando che gli ideatori volevano rendere il trattamento disponibile per chiunque ne avesse bisogno. Critica l’attuale sistema del NHS che assegna i trattamenti IVF seguendo criteri non sempre equi e accessibili.

una prospettiva sul futuro della fecondazione in vitro

Louise ha espresso la sua preoccupazione riguardo all’accessibilità dell’IVF per tutti, auspicando un futuro migliore nonostante le attuali difficoltà del sistema sanitario. La sua missione rimane quella di mantenere viva la memoria di coloro che hanno reso possibile la sua vita, tra cui i pionieri coinvolti nella FDA.

la cronologia della fecondazione in vitro

dai primi esperimenti ai successi recenti

Di seguito una panoramica delle tappe fondamentali nella storia della IVF:

  • 1968-1969: Collaborazione tra Jean Purdy, Robert ‘Bob’ Edwards e Dr. Patrick Steptoe per il recupero e la fecondazione dell’ovocita umano.
  • 1970-1975: Sviluppo di trattamenti presso l’Ospedale di Dr. Kershaw a Oldham, con le donne chiamate a far parte del ‘Ovum Club’.
  • 1975: Si verifica la prima gravidanza ectopica come conseguenza della IVF.
  • 1977: Lesley Brown rimane incinta dopo una modifica nelle tecniche scientifiche.
  • 1978: Nascita di Louise Joy Brown, il primo ‘bimbo in provetta’.
  • 2010: Bob accetta il Premio Nobel in Fisiologia o Medicina per il suo contributo alla IVF.
  • 2015: Riconoscimento a Jean Purdy con l’intitolazione di una nuova targa.

Louise Brown rappresenta un simbolo di speranza e possibilita per molte famiglie che affrontano problemi di fertilità, dimostrando come i progressi scientifici possano generare risultati straordinari.


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