Replay di skyrim dopo oblivion remastered: 10 realtà sorprendenti

Il confronto tra i titoli più iconici della serie Elder Scrolls continua a suscitare discussioni tra appassionati e nuovi giocatori. Con l’uscita di Oblivion Remastered, si riaccende l’interesse verso il quarto capitolo, spesso sottovalutato rispetto a Skyrim. Questo articolo analizza le differenze principali tra i due giochi, evidenziando gli aspetti in cui Oblivion Remastered eccelle e quelli in cui Skyrim mostra le sue criticità.
le assenze che si fanno sentire: atletica e acrobazie
mancanza di salti per colpire i draghi in volo
La skill di Atletica e quella di Acrobazie sono state due delle caratteristiche più apprezzate in Oblivion. Queste abilità permettevano ai giocatori di muoversi con maggiore agilità, saltare più in alto e ridurre i danni da caduta. La loro assenza in Skyrim rende il viaggio molto più lento e meno dinamico, specialmente nelle fasi di esplorazione.
In Skyrim, la velocità di spostamento è aumentata grazie alla possibilità di sprintare, ma la sensazione complessiva di libertà nei movimenti si perde rispetto al passato. La mancanza di queste skill influisce negativamente sull’esperienza di esplorazione, soprattutto per chi predilige muoversi a piedi piuttosto che usare il fast travel.
le magie sotto tono: meno opzioni rispetto a oblivion
l’assenza della creazione personalizzata degli incantesimi
I sistemi magici rappresentano uno dei punti forti di Oblivion, grazie alla possibilità di creare incantesimi unici tramite il sistema del spellmaking. Questa funzione permetteva ai maghi di combinare effetti diversi per ottenere magie personalizzate. In Skyrim, questa possibilità è stata sostituita da un sistema più semplice e meno versatile.
L’enchanting system in Oblivion era molto più aperto, consentendo ai giocatori di sovraccaricare equipaggiamenti con incantesimi potenti senza limitazioni stringenti. Questa differenza rende Oblivion preferibile per chi ama sperimentare con la magia e costruire personaggi altamente personalizzati.
il ruolo dei villain: da mythic dawn a thalmor troppo stereotipati
la banalizzazione dei nemici riduce la profondità narrativa
I principali antagonisti in Oblivion sono il Mythic Dawn e Mankar Camoran, figure dotate di motivazioni complesse e obiettivi credibili nel contesto della lore del gioco. La loro presenza contribuisce a creare un senso tangibile di minaccia reale attraverso tutta Tamriel.
Al contrario, Skyrim presenta come antagonisti principali Alduin e il gruppo dei Thalmor. Quest’ultimo viene dipinto come una fazione estremamente malvagia senza sfumature, rendendo difficile prenderli sul serio o percepirli come avversari credibili. Questa semplificazione riduce la profondità narrativa delle storyline antagonistiche.
l’originalità delle ambientazioni: tra stranezze e monotonia
la mancanza dell’irriverente eccentricità tipica di oblivion
Oblivion si distingue per un’atmosfera ricca di elementi bizzarri e situazioni surreali che riflettono una lore affascinante ed eccentrica. Le quest secondarie come “Paranoia” o le vicende legate a Sheogorath mostrano un mondo vivo con sfumature insolite.
Sono pochi gli elementi strani o divertenti presenti in Skyrim, che ha scelto una strada più sobria per attrarre un pubblico ampio. La perdita dell’umorismo e dell’unicità rende l’ambiente meno coinvolgente dal punto vista narrativo.
conclusioni sulla conclusione delle storie principali
lo stato invariato del mondo dopo la fine del gioco principale
Nell’esperienza offerta da Oblivion, il mondo cambia significativamente dopo aver completato la storyline principale: le porte dell’oblio si chiudono, l’Imperatore viene salvato e si percepisce chiaramente l’impatto delle proprie azioni sulla regione.
A differenza, Skyrim lascia poco spazio alla sensazione che l’avventura sia realmente finita; i NPC continuano ad agire come se nulla fosse successo mentre le minacce come i draghi persistono anche dopo aver sconfitto Alduin. Questo aspetto può risultare deludente per coloro che cercano una sensazione duratura di realizzazione.
le missioni radianti e le storyline delle fazioni: qualità vs quantità
la ripetitività delle missioni radianti diminuisce il coinvolgimento generale
I radiant quests sono stati uno degli strumenti utilizzati da Bethesda per riempire il mondo aperto in Skyrim, ma spesso risultano ripetitivi o poco stimolanti. Molte quest consistono nel recarsi in determinati luoghi per recuperare oggetti semplicemente ripetendo lo stesso schema.
D’altro canto, Oblivion propone missioni più curate ed originali all’interno delle varie fazioni, offrendo twist narrativi interessanti che arricchiscono l’esperienza complessiva.
le linee narrative delle fazioni: troppo brevi e superficiali
Sia nella Gilda dei Guerrieri sia nel Collegio dei Maghi, le questline risultano troppo concise in Skyrim rispetto a quelle de Obvilon. Le trame sono spesso prive di approfondimento o svolgimento articolato; questo porta ad esperienze meno coinvolgenti ed emozionali durante le missioni principali delle fazioni.
confronto grafico: obsolescenza visiva?
Skyrim Special Edition non regge il confronto con Oblivion Remastered dal punto vista grafico
L’aggiornamento visivo apportato a Oblivion con questa remaster è notevole: ambientazioni dettagliate, modelli migliorati e luci rinnovate rendono Cyrodiil incredibilmente immersiva. Al contrario, anche Skyrim appare datato se confrontato con la versione rimasterizzata del suo predecessore.
Le texture sono ormai superate mentre alcuni modelli NPC risultano poco realistici rispetto alle nuove tecnologie grafiche disponibili oggi sul mercato».
la qualità della trama principale: oblivion vs skyrim
oblivion offre una storia principale decisamente più coinvolgente
L’aspetto narrativo rappresenta uno dei punti cardine del’Oblivion strong>. La crisi dell’oblivione crea un senso d’urgenza palpabile sin dall’inizio; essere chiamati a salvare Tamriel dà una sensazione concreta della propria importanza.
In Skyrim invece manca questa intensità; anche se affronta tematiche epiche come i draghi o le guerre civili,
il protagonista spesso risulta meno centrale nelle vicende globali del mondo aperto rispetto a quanto accadeva in Oblivion.
Questo rende l’esperienza meno memorabile sotto molti aspetti.»
- Morgan Freeman (voce narrante)
- Terry Crews (personaggio secondario)
- Mila Kunis (ospite speciale)
- Liam Neeson (voce ufficiale)