Recensione ‘Il Buco 2’: Vale la Pena di Vedere il Sequel su Netflix?

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Il sequel di Il buco, intitolato Il buco – Capitolo 2, si presenta come una continuazione di una storia che ha già suscitato ampio dibattito nel panorama di Netflix. A distanza di cinque anni dall’uscita dell’originale, i fan sono pronti a immergersi nuovamente in un universo inquietante e oppressivo. L’ambientazione rimane invariata, mentre nuovi protagonisti sono chiamati a confrontarsi con le crudeli regole del sistema.

Il buco – Capitolo 2: un’ambientazione immutata

In questo sequel, i prigionieri sono immersi in una prigione verticale che si estende per 333 piani, ognuno occupato da due individui. La trama ruota attorno ai prigionieri del livello 24, un matematico imponente di nome Zamiatin e una giovane artista, Perempuán. Entrambi sono costretti a seguire una rigida dieta stabilita per loro e chi infrange le regole finirà per privare di cibo gli abitanti del piano sottostante. La loro lotta per la sopravvivenza e la ricerca della libertà si intrecciano con le dinamiche del gruppo, con Perempuán che assume un ruolo cruciale nell’evoluzione della storia.

Critiche e similitudini con l’originale

Il primo capitolo, nonostante alcuni difetti, era riuscito a proporre situazioni interessanti grazie a una fusione di elementi thriller e satira sociale. Questa ricetta, nel sequel, risulta depauperata, apparendo come una semplice ripetizione di quanto già visto. L’opera manca di innovazioni e spesso si riduce a tentativi di shock che non portano a riflessioni più profonde. Il principale difetto di Il buco – Capitolo 2 è la sua incapacità di generare colpi di scena significativi, dando l’impressione di un’operazione esteticamente uguale al predecessore, ma senza l’impatto emotivo di quest’ultimo.

Dinamicità e personaggi

Il racconto si complica con fazioni contrapposte, tra cui gli Unti e i Lealisti, ma la sceneggiatura non riesce a sviluppare a dovere i potenziali personaggi, risultando poco incisiva. Hovik Keuchkerian e Natalia Tena, entrambi interpreti di ruoli principali, mostrano caratteri promettenti ma limitati a causa di una narrazione frettolosa. Milena Smit,considerata la protagonista principale, ha già collaborato con Pedro Almodóvar, il che ne accresce le aspettative. La direzione di Galder Gaztelu-Urrutia mantiene uno stile visivo simile, come se si fosse tornati in un luogo di sofferenza perpetua.

Tematiche e conclusioni

Il film ripropone la metafora della distribuzione del cibo, evidenziando le disuguaglianze tra classi sociali. Nonostante gli spunti siano attuali e condivisibili, erano già stati affrontati con maggiore incisività nel film originale. Il buco – Capitolo 2 risulta quindi non necessario, con un finale che lascia aperta la possibilità di un ulteriore seguito. Considerando il buon riscontro di visibilità, è probabile che un terzo capitolo venga annunciato, sollevando interrogativi sull’originalità futura.

Personaggi principali del film:

  • Zamiatin – Hovik Keuchkerian
  • Perempuán – Milena Smit
  • Osha – Natalia Tena
  • Regista – Galder Gaztelu-Urrutia

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