Recensione di The Deliverance: L’Horror Drammatico su Netflix che Delude le Aspettative

La trama di The Deliverance – La redenzione si sviluppa attorno a Ebony Jackson, madre di colore che affronta numerose difficoltà nella crescita dei suoi tre figli: Nate, un adolescente; Shante, poco più giovane; e infine, il piccolo Dre. La famiglia ha appena cambiato residenza, con la presenza di Alberta, la madre bianca di Ebony. I rapporti con il marito, ex soldato impegnato in Iraq, sono completamente interrotti. La storia si snoda attraverso una serie di sfide che i personaggi devono affrontare, inclusa la malattia di Alberta, colpita da cancro e soggetta a costose terapie, e la battaglia di Ebony con l’alcolismo, segnalata dai servizi sociali per il potenziale pericolo per i figli. A complicare ulteriormente la situazione, gli eventi inquietanti e inspiegabili che iniziano a verificarsi in casa, inizialmente mal interpretati come il risultato della crisi della madre, si sviluppano in qualcosa di molto più inquietante.

the deliverance: il giorno del giudizio

Il film si propone come un dramma sociale mascherato da horror esorcistico, cercando di tracciare un affresco profondo delle problematiche che si riscontrano in alcune periferie. La narrazione rischia di appesantirsi, con un tema demoniaco che prevale in un crescendo opprimente e ridondante, culminando in un finale eccessivamente lungo.

Il regista Lee Daniels, noto per il suo impegno nel rappresentare le difficoltà della comunità afroamericana, sembra non riuscire a mantenere equilibrio nella parte centrale del racconto. Ne emergono situazioni che sfociano nel ridicolo involontario, caratterizzate da possessioni e levitazioni che richiamano elementi di un immaginario preesistente, senza un reale motivo apparente, mentre l’approccio introspettivo diventa pesante e stancante nel corso della visione.

le vie del male

Il film presenta diverse inverosimiglianze nella rappresentazione dell’orrore progressivamente crescente. Un esempio lampante è costituito dalle mosche che affollano lo scantinato, con i protagonisti che non reagiscono a questo fattore allarmante in un contesto domestico completamente deteriorato, caratterizzato da una madre alcolista e una nonna malata e autoritaria, con i figli abbandonati a se stessi.

Ciononostante, pur avendo funzionato in opere precedenti di Daniels, la commistione di elementi sovrannaturali non giova alla narrazione e provoca più confusione che chiarezza. È significativo notare che il film è ispirato a fatti reali, come indicato nei titoli di apertura e di chiusura, spingendo lo spettatore a riflettere su ciò che è rappresentato e sull’attendibilità dei fenomeni descritti, specialmente considerando la fragilità mentale della protagonista, che non incarna un ideale di madre ideale.

Il personaggio di Ebony è interpretato da Andra Day, che riesce a conferire una certa profondità emotiva al ruolo, nonostante la sceneggiatura possa apparire schematica. Spicca, però, all’interno del cast la straordinaria Glenn Close, che offre un’interpretazione di grande impatto, portando a termine una trasformazione che sorprende e colpisce.

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