Recensione black ops 7: il più grande call of duty mai realizzato ma non il migliore

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Il lancio di Call of Duty: Black Ops 7 segna un importante milestone nella serie, rappresentando il capitolo più ricco di contenuti e innovazioni. Nonostante la sua uscita sia avvenuta a solo un anno dal precedente Black Ops 6, il gioco si distingue per l’ampiezza dell’offerta, sviluppata in collaborazione tra più studi per diversi anni. Questo nuovo capitolo propone un’esperienza estremamente articolata, con diverse modalità per soddisfare le aspettative di ogni tipologia di appassionato.

una campagna sci-fi che sorprende, ma non conquista appieno

una narrazione inedita e psichedelica

La modalità story di Black Ops 7 si discosta dai canoni tradizionali di Call of Duty, abbracciando con forza elementi di fantascienza, horror psicologico e una realtà fluida e mutevole. La trama si svolge in gran parte nelle menti dei personaggi, con collegamenti alle vicende di Black Ops 2 e al futuro del 2025. La storia ruota attorno a un’organizzazione tecnologica chiamata The Guild, il cui scopo rimane poco chiaro e spesso ingiustificato rispetto alle promesse narrative.

Il focus sulla dimensione personale e le missioni che approfondiscono traumi e ricordi degli operatori sono tra i punti forti della campagna. Le interpretazioni degli attori, supportate da performance di alto livello, aggiungono profondità emotiva ai momenti più surreali o ironici della storia.

Nonostante la qualità degli snodi narrativi, alcuni personaggi chiave risultano insufficientemente sviluppati, riducendo l’impatto di alcune svolte narrative. La struttura delle missioni, pensata per il co-op, può risultare disarmonica durante le esperienze in singolo, con riferimenti a NPC assenti e dialoghi che sostituiscono la presenza fisica. La componente online senza pause o checkpoint rende il gameplay meno flessibile, penalizzando la coerenza narrativa.

il nuovo modo di approcciare l’endgame

una modalità sandbox con potenziale ma domande aperte

Il segmento Endgame porta il franchise verso un’area di grande libertà e varietà, ambientato nella mappa di Avalon, strutturata in quattro zone di crescente difficoltà. L’obiettivo principale è il miglioramento del Combat Rating degli operatori, grazie a un sistema di progressione che premia l’esplorazione e il loot. Il sistema di upgrade si differenzia per la sua semplicità, con scelte binarie che rendono ogni livello significativo, pur limitando i parametri personali.

Con un’unica fase di lancio, la prima stagione introduce contenuti come missioni esclusive, boss e eventi temporanei. La flessibilità di Endgame si traduce in uno scenario promettente; il successo a lungo termine dipenderà dall’impegno degli sviluppatori nel continuare a espandere e diversificare le attività e le sfide, al momento ancora poco supportate rispetto ad altri mode come DMZ o MWZ.

il ritorno di un classico: il blackout dei morti viventi

una modalità zombies immersiva e ricca di novità

Il comparto Zombies si conferma uno dei punti di forza di Black Ops 7, con un livello di contenuti senza precedenti. La mappa principale, Ashes of the Damned, è la più estesa mai realizzata con modalità round-based, suddivisa in zone collegate tra loro. La presenza di veicoli, tra cui il nuovo Wonder Vehicle, introduce un elemento strategico innovativo, aumentando le possibilità di approccio e sopravvivenza.

Oltre alla mappa principale, si amplia l’offerta con modalità alternative come Survival, Cursed e Dead Ops Arcade 4. Quest’ultima, un’esperienza top-down molto amata, si espande con nuovi livelli, sistemi e la possibilità di giocare anche in prima persona, sfruttando gadget e perk classici di sempre. Le battaglie contro i boss risultano visivamente spettacolari, mentre la prima stagione introdurrà modalità di gioco guidate per facilitare la progressione del braccio destro della narrazione.

il multiplayer, protagonista di un’esperienza poliedrica e avvincente

una piattaforma di gioco polivalente e altamente rifinita

Tra le componenti di Black Ops 7, il multiplayer si distingue per fluidità, varietà e profondità. Il nuovo sistema di movimento combina scivolate, diecimila direzioni e le innovazioni di Wall Jump, risultando estremamente reattivo e dinamico. La grafica futuristica, ambientata nel 2035, si traduce in mappe più luminose e chiare, con un’evidente attenzione alla chiarezza visiva durante le sessioni di gioco.

Il roster di mappe comprende il più ampio set di mappe 6v6 mai presente nella serie, con un equilibrio tra classici e novità, in attesa di ulteriori aggiunte future. Le personalizzazioni di armi e perks sono state reso più flessibili, con le nuove Hybrid Specialties e il sistema di Overclock, che permette di potenziare l’equipaggiamento durante la partita. La modalità Skirmish, un’esperienza su larga scala 20v20, propone dinamiche rapide, veicoli e punti di conquista in mappe verticali e appositamente progettate per il divertimento in grandi team.

progresso e ricompense: il sistema più articolato di sempre

livelli, prestigi e obiettivi personalizzati

Il percorso di crescita comprende il raggiungimento di livello 55 e il passaggio attraverso dieci tiri di Prestige, con ricompense esclusive e tokens permanenti. Per le armi, il livello si evolve parallelamente, spalancando camuffamenti e personalizzazioni per diverse modalità come multiplayer, zombies, Warzone e persino la campagna co-op. La modalità Endgame introduce il sistema di Combat Rating, che permette di ottenere upgrade unici attraverso scelte binarie, rafforzando l’identità e le strategie di ogni operatore.

un’offerta complessiva di livello elevato, ma con alcuni limiti

Call of Duty: Black Ops 7 si presenta come un contenuto mastodontico, capace di amalgamare il meglio di più modalità e di offrire un’esperienza variegata e ricca. La qualità generale della campagna confronto con le altre componenti risulta meno convincente, complicata da un sistema online perpetuo che può penalizzare il flusso narrativo e l’immersione. In conclusione, il gioco si conferma un’opera ambiziosa e favorisce l’intrattenimento con molti spunti validi, anche se troppo disomogenea per un’esperienza completamente fluida e concentrata.

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