Perché Presence Ha Tanti Tagli al Nero e Cosa Significano Davvero

Il film Presence, diretto da Steven Soderbergh, si presenta come un thriller sperimentale che adotta la prospettiva di un fantasma. Già applaudito durante la sua premiere al Sundance, l’opera ha impressionato per i suoi notevoli risultati tecnici, con un attenzione particolare alla qualità delle immagini, fondamentale per la narrazione visiva di David Koepp. Attualmente in programmazione nelle sale cinematografiche, il film suscita opinioni contrastanti, ma gli elementi soprannaturali offrono un tocco innovativo al genere. L’entità nascosta gioca un ruolo cruciale, rendendo il cast di Presence un elemento chiave della credibilità della trama.

La Miscela di Tempi e Stile Narrativo in Presence

Una caratteristica distintiva di Presence è il fatto che la telecamera funge da protagonista principale. La narrazione si concentra su un’intrecciata e complessa trama, piuttosto che su colpi di scena improvvisi e sensazionalistici. Questa scelta si rivela fondamentale per il colpo di scena finale, rivelando l’identità del fantasma, accompagnata da indizi disseminati nel corso del film. I tagli al nero tra le scene diventano così una modalità per indicare il tempo trascorso.

I Tagli al Nero in Presence Aggiungono Complessità

La tecnica dei tagli al nero tra le sequenze non è solo casuale, ma rivela una strategia narrativa voluta. Soderbergh spiega che i tagli al nero rappresentano il trascorrere del tempo tra le scene, variando da brevi a più prolungati. Questa strategia si può percepire meglio durante una visione successiva e contribuisce a mantenere l’attenzione del pubblico sugli elementi chiave del racconto.

Come i Tagli al Nero Hanno Contribuito al Tono del Film

Presence si afferma più come un thriller piuttosto che come un horror, e la scelta stilistica di Soderbergh è cruciale per l’atmosfera del film. Presentando la storia dalla prospettiva del fantasma, l’attenzione si sposta sulla sua confusione e sul suo percorso di accettazione. I tagli al nero, realizzati in modo semplice, amplificano la narrazione, permettendo al regista di concentrarsi su particolari momenti senza un eccessivo montaggio. Con una ripresa sequenziale, il film è riuscito a mantenere un’immersione totale in una nuova prospettiva.

Un ulteriore elemento da considerare è l’utilizzo di attrezzature di base, come la Sony A7, che ha influito sulla scelta delle transizioni tra le riprese. Questo approccio ha consentito a Presence di distinguersi nettamente all’interno del genere, grazie a una narrazione coinvolgente e a una cinematografia interessante che lascia un segno indelebile nel pubblico.

  • Steven Soderbergh – Regista
  • David Koepp – Sceneggiatore
  • Cast: membri non specificati nella fonte

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