Perché la lista nera ha un episodio animato

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La settima stagione di The Blacklist si è conclusa con un episodio che ha sorpreso molti spettatori: uno speciale parzialmente animato che rompe la quarta parete della serie. Con una storia iniziata nel 2013 e composta da dieci stagioni, The Blacklist si distingue per episodi memorabili e innovativi, capaci di mantenere vivo l’interesse del pubblico. La serie è interpretata da James Spader nel ruolo di Raymond “Red” Reddington, e segue le vicende di un criminale di fama mondiale diventato informatore dell’FBI, affrontando crisi come pandemie e crisi internazionali. In questa analisi vengono approfonditi i motivi dietro l’episodio speciale della stagione 7, il processo produttivo e le sfide incontrate a causa della pandemia.

l’episodio animato di the blacklist stagione 7: un cambio di rotta inaspettato

il finale della settima stagione rappresenta una novità rispetto al consueto stile live-action

Il capitolo conclusivo della stagione 7, intitolato “The Kazanjian Brothers (No.156/157)”, non è stato realizzato secondo le modalità tradizionali. Al contrario, si tratta di un episodio parzialmente animato, caratterizzato da uno stile che combina elementi grafici tra un videogioco e il pellicola Waking Life. Questo esperimento narrativo ha rotto la consueta impostazione in diretta, introducendo un elemento innovativo e sorprendente per gli affezionati.

la produzione dell’episodio animato: cause ed evoluzione

le complicazioni legate alla pandemia hanno influenzato la realizzazione dell’episodio finale

La decisione di creare questa puntata speciale nasce dall’emergenza sanitaria globale del COVID-19. Durante la produzione della settima stagione, era già stato pianificato un episodio conclusivo classico; invece, con tre episodi ancora da girare e solo metà delle scene pronte, il team creativo ha optato per una soluzione alternativa. Il progetto prevedeva inizialmente una lettura virtuale simile a uno spettacolo radiofonico, ma si è deciso di affidarsi all’animazione, grazie anche alla collaborazione con una società specializzata chiamata Proof. Questa scelta estrema ha richiesto circa cinque settimane di lavoro remoto per completare ciò che normalmente richiede mesi.

metodologia e realizzazione dell’episodio misto in live-action e animazione

un approccio disomogeneo ma efficace nell’affrontare le difficoltà logistiche

L’episodio presenta una sequenza caotica tra scene animate e riprese dal vivo senza apparente motivo logico o narrativo evidente. Le scene vengono alternate in modo spontaneo: alcune sono animate perché mancavano o erano impossibili da girare in quel momento; altre sono in live-action perché più semplici o più coerenti con la narrazione originale. Questa scelta rende l’episodio meno fluido ma molto originale sotto il punto di vista visivo.

Il risultato finale rappresenta quindi un tentativo unico di adattamento alle circostanze impreviste. La qualità dell’animazione mostra evidenti limiti dovuti ai tempi stretti: lo stile ricorda più le cutscene dei videogiochi o i cortometraggi sperimentali piuttosto che un prodotto finito perfetto.

valutazioni sull’efficacia e il significato dell’esperimento televisivo

Sebbene l’approccio possa sembrare disordinato o poco curato sotto alcuni aspetti tecnici, rappresenta una risposta creativa alle restrizioni imposte dalla pandemia. L’uso dell’animazione come soluzione temporanea permette comunque ai fan di ottenere una chiusura sulla stagione senza rinunciare alla qualità narrativa complessiva.

personaggi principali e interpreti coinvolti nella serie

  • James Spader nel ruolo di Raymond “Red” Reddington;
  • Megan Boone nei panni di Elizabeth Keen;
  • Laila Robins come Katarina Rostova;
  • Annie Wersching interpreta Susan Hargrave;
  • Danny Trejo nei panni del detenuto Diego”
  • Nicholas Turturro come Donald Ressler;
  • Aaron Staton nel ruolo del detective Marvin Gerard;
  • Tony Plana come Mr. Vargas.

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