Numero di immersioni completate dal sottomarino titan di oceangate prima dell’implosione

Il disastro della sonda OceanGate Titan nel 2023 ha attirato l’attenzione internazionale, portando alla luce le molte criticità legate alla sicurezza e alle decisioni aziendali. Questo approfondimento analizza gli eventi che hanno preceduto l’incidente, le caratteristiche tecniche del veicolo coinvolto e le problematiche emerse durante le fasi di test e operazioni. La narrazione si concentra sui fatti ufficiali e sulle testimonianze raccolte, offrendo un quadro completo delle cause e delle responsabilità.
il fallimento della sonda titan: dettagli dell’incidente
la tragica implosione durante “dive 88”
La missione denominata “Dive 88” è stata l’ultima per la sonda Titan di OceanGate, avvenuta il 18 giugno 2023. Prima di quella data, il veicolo aveva effettuato 87 immersioni con risultati variabili. Il nome stesso indica che si trattava dell’ennesima prova prima del tragico evento finale.
Il giorno dell’incidente, sono stati confermati i decessi di tutti i membri a bordo: operatori Stockton Rush e Paul-Henri Nargeolet, oltre ai passeggeri Hamish Harding, Shahzada Dawood e Suleman Dawood. L’esplosione ha causato la totale distruzione della capsula, con conseguente perdita di vite umane.
successo limitato nelle immersioni precedenti
Un elemento chiave riguarda la percentuale di successi nelle operazioni svolte dal Titan. Dai documenti interni ottenuti da fonti affidabili emerge che il veicolo aveva raggiunto solamente il 14,9% delle volte la profondità prevista (13 successi su circa 87 tentativi). Questa bassa percentuale evidenzia una serie di problematiche operative non trascurabili.
caratteristiche tecniche e rischi del veicolo
lo stato dei test e le criticità rilevate
I test effettuati sulla sonda Titan sono stati condotti principalmente in autonomia dall’azienda senza coinvolgimento di enti terzi qualificati. Dal giugno 2018, OceanGate ha condotto numerose verifiche sul modello chiamato Cyclops 2 — poi rinominato Titan — ma senza supervisione esterna ufficiale.
Sono state sollevate molte preoccupazioni riguardo alla sicurezza del progetto: tra queste spiccano problemi come materiali infiammabili nei pannelli dell’hull e l’utilizzo di zip ties al posto di elementi di fissaggio sicuri. Un ex responsabile delle operazioni marittime ha segnalato ben 25 criticità, chiedendo anche metodi più affidabili per individuare crepe o danni strutturali.
l’approccio aziendale alle normative sulla sicurezza
Nonostante le numerose segnalazioni interne ed esterne, OceanGate ha proseguito i test senza un’effettiva supervisione indipendente. I documenti interni indicano che il modello aveva subito un’implosione a soli 73 minuti dal suo primo test reale sotto pressione, molto inferiore ai limiti considerati sicuri.
Sempre secondo fonti investigative, alcuni dipendenti avevano espresso forti dubbi sulla sicurezza del progetto ma erano stati ignorati o licenziati.
le responsabilità e le criticità nella gestione dei rischi
dichiarazioni critiche e mancanza di conformità alle norme internazionali
Nel corso degli anni, esperti del settore avevano più volte evidenziato come OceanGate non rispettasse gli standard riconosciuti a livello internazionale per i veicoli subacquei manned. In particolare, nel rapporto interno redatto nel 2018 da Will Kohnen — presidente della Marine Technology Society’s Manned Submersibles Committee — si sottolineavano rischi catastrofici derivanti dalla mancata adozione delle procedure raccomandate da enti come DNV-GL o American Bureau of Shipping.
A dimostrazione dell’approccio imprudente dell’amministratore delegato Stockton Rush rispetto alla sicurezza, una dichiarazione rilasciata in un’intervista evidenzia la sua filosofia: “Se vuoi essere completamente sicuro? Non uscire dal letto o non salire in macchina… Io credo si possa fare tutto ‘sbagliando’, rompendo qualche regola.”
conclusioni sulle cause principali del disastro
L’incidente della Titan deriva da una combinazione di scelte aziendali discutibili, assenza di controlli indipendenti durante i test e carenze strutturali rilevate fin dagli stadi preliminari. La decisione di procedere con un veicolo non certificato né conforme agli standard internazionali rappresenta la causa principale della tragedia.
personaggi principali coinvolti nel caso
- Stockton Rush: CEO OceanGate
- Pierre Nargeolet: Esperto marittimo e membro del team operativo
- Hamish Harding: Passeggero e imprenditore britannico
- Sahzada Dawood: Passeggero pakistano-britannico
- Suleman Dawood: Figlio dei Dawood ed altro passeggero deceduto
- Diversi ingegneri ed ex dipendenti OceanGate: Testimoni delle problematiche tecniche riscontrate durante i test