Leibniz e il capolavoro perduto: recensione su un testamento artistico di edgar reitz

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Nel corso del ‘700, la figura della regina Carlotta di Prussia (Antonia Bill) emerge con forza, in particolare per la sua decisione di commissionare un ritratto del filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz (Edgar Selge). Durante le sedute per il ritratto, la regina e il pensatore si immergono in una profonda esplorazione dell’arte, dell’amore e della verità nella pittura. Il primo tentativo di ritrarre Leibniz è effettuato da un pittore che non riesce nell’impresa; sarà quindi la pittrice fiamminga Aaltje van der Meer (Aenne Schwarz) a prendere in mano il progetto.

la realizzazione del film e i suoi temi principali

Dopo il documentario Filmstunde, dove ha incontrato alcune sue ex studentesse dopo 55 anni, il regista tedesco Edgar Reitz affronta una ricostruzione storica che ha richiesto ben nove anni di lavoro. Questo progetto narra le vicende settecentesche di due figure emblematiche: una rappresentante della politica e l’altra del pensiero. Inizialmente previsto un budget di 25 milioni di dollari, il focus è stato spostato su un singolo episodio per ottimizzare le risorse creative.

il legame tra Carlotta e Leibniz

L’interesse della regina Carlotta per Leibniz affonda le radici nel suo passato da studentessa, quando apprese da lui l’importanza del pensiero critico. In collaborazione con il co-regista Anatol Schuster, Reitz presenta con grande attenzione le sedute artistiche, utilizzando simbolicamente delle clessidre per riflettere sulla dimensione temporale delle “umane divine cose”, evocando dialoghi profondi e significativi.

un cinema colto e attuale

Leibniz – Chronicle of a Lost Painting, presentato alla Berlinale 2025, si distingue come un’opera d’arte cinematografica che fonde elementi storici e attualità. La luce emerge come tema centrale, motore delle visioni artistiche. L’opera offre anche uno sguardo sulla riproducibilità artistica, esaminando la genesi del ritratto attraverso un duplice livello narrativo.

sintesi filosofica e artistica nel racconto

L’importanza di Leibniz viene evidenziata attraverso riferimenti ai suoi contributi al pensiero filosofico e scientifico. Il film mette in luce non solo aspetti come la monade o il calcolo infinitesimale ma anche l’influenza sul concetto dell’inconscio nel Novecento. Centrale nel racconto è Aaltje van der Meer, che intrattiene con Leibniz una relazione complessa caratterizzata da reciproca attrazione intellettuale.

dettagli stilistici ed estetici del film

L’approccio didattico adottato da Reitz permette anche agli spettatori meno esperti di accedere ai temi trattati senza difficoltà. La preziosa intersezione tra arte, filosofia e cinema genera momenti poetici ed estetici indimenticabili, come dimostra la sequenza della camera oscura.

  • Carlotta di Prussia (Antonia Bill)
  • Gottfried Wilhelm von Leibniz (Edgar Selge)
  • Aaltje van der Meer (Aenne Schwarz)
  • Mastro Hofmaler Delalandre (Lars Eidinger)
  • Anatol Schuster (Co-regista)
  • Edgar Reitz (Regista)
  • Berlinale 2025 – Special Gala – Film Testamento
  • Cinema Culto – Riflessioni sull’Arte e Filosofia

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