Le canzoni migliori e peggiori del primo album dei the doors

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Il repertorio musicale dei Doors rappresenta uno dei capitoli più significativi della storia del rock, caratterizzato da un susseguirsi di successi e momenti di grande fermento artistico. La loro discografia, ricca di brani iconici, si distingue per una combinazione unica di sonorità psichedeliche, testi poetici e performance dal vivo memorabili. In questo approfondimento vengono analizzati i principali brani dell’album di debutto della band, evidenziando le caratteristiche distintive e la posizione nella classifica dei loro pezzi più apprezzati.

La scaletta dei brani dell’album omonimo dei Doors: un percorso tra i pezzi più rappresentativi

11. End of the Night

“End of the Night” rappresenta l’ultima traccia dell’album ed è stata originariamente il lato B del primo singolo della band, “Break on Through (To the Other Side)”. Si tratta di un brano che si distingue per un’atmosfera inquietante e tensione palpabile, introdotta da un riff di chitarra e dall’elettronica di Ray Manzarek. La voce profonda di Jim Morrison accompagna l’ascoltatore in un viaggio oscuro, mantenendo una tensione costante fino alla conclusione.

10. Take It as It Comes

Dopo la suggestiva “End of the Night”, “Take It as It Comes” si presenta come una traccia che oscilla tra atmosfere rilassate e momenti più inquietanti. La melodia è caratterizzata da un assolo di tastiera notevole, mentre la voce di Morrison risulta più semplice rispetto ad altre composizioni del gruppo. Il brano invita all’ascolto con ritmo coinvolgente e testo diretto, perfetto per essere cantato a squarciagola.

9. The Crystal Ship

“The Crystal Ship” è il secondo lato B del singolo “Light My Fire” ed emerge per la sua atmosfera sognante e malinconica. L’apertura a cappella con le prime tre sillabe della prima frase crea immediatamente una sensazione di mistero. La musica si sviluppa con delicatezza, lasciando spazio alle parole oniriche e ai toni eterei che trasmettono un senso di inquietudine sospesa nel tempo.

8. I Looked at You

Tra i brani più orecchiabili dell’album, “I Looked at You” si distingue per la sua semplicità melodica e la freschezza delle liriche. La canzone si apre con i battiti della batteria seguiti dalle armonie degli strumenti a fiato e tastiera, creando subito un’atmosfera vivace. La voce di Morrison cattura l’ascoltatore con linee semplici ma efficaci, rendendo questa traccia uno dei pezzi più immediati del disco.

7. Back Door Man

“Back Door Man” è uno dei due cover presenti nell’album ed è originariamente una composizione blues scritta da Willie Dixon per Howlin’ Wolf. I Doors mantengono intatto il ritmo blues originale inserendo alcune proprie variazioni testuali e stilistiche. La vocalità graffiante di Morrison esalta le tonalità più profonde del suo registro vocale, dando vita a una reinterpretazione potente e riconoscibile.

6. Soul Kitchen

“Soul Kitchen” apre l’album con un’introduzione al pianoforte funky considerata tra le più memorabili nel panorama rock degli anni ’60. Il ritmo energico viene subito trasmesso all’ascoltatore grazie alla complicità tra tutti gli strumenti che sembrano improvvisare in modo spontaneo ma coerente tra loro. Dopo circa trenta secondi dall’inizio, entra la voce di Morrison che guida il pezzo verso una conclusione fluida.

5. Alabama Song (Whisky Bar)

“Alabama Song (Whisky Bar)” rappresenta il primo esempio di cover presente nell’album ed è stato scritto dal poeta tedesco Bertolt Brecht su musica composta da Kurt Weill. Lo stile teatrale delle interpretazioni vocali di Morrison si combina alle tastiere spettacolari di Manzarek creando uno dei brani più originali del disco: non solo ballabile ma anche inquietante per alcuni versi grazie ai testi evocativi come “If we don’t find / The next whisky bar / We must die”.

I personaggi chiave e i protagonisti dell’opera musicale

  • Jim Morrison: Voce principale dalla presenza carismatica;
  • Ray Manzarek: Tastiere elettriche e arrangiamenti;
  • John Densmore: Batteria ritmica;
  • Robby Krieger: Chitarra solista;

L’eredità sonora dei Doors continua ad influenzare generazioni successive grazie alla capacità unica del gruppo di fondere elementi blues, psichedelici e poetici in ogni composizione.

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