Le 10 migliori final girl dei film horror del 21º secolo

Contenuti dell'articolo

Nell’evoluzione del cinema horror del XXI secolo, il ruolo della “final girl” ha assunto sfumature più complesse e rappresenta alcune delle interpreti più memorabili e innovative del genere. Questo profilo analizza le protagoniste che, nel tempo, hanno ridefinito il concetto di sopravvissuta, portando in scena personaggi profondamente umani, vulnerabili e temerari, capaci di affrontare il male e lasciare un segno indelebile nel panorama horror contemporaneo.

riley mckendry – hellraiser (2022)

Riley McKendry, interpretata da Odessa A’zion, si distingue come una delle espectatrici di final girl più inaspettate e profonde del nuovo millennio. La sua caratterizzazione si radica in una condizione di dipendenza che rende il suo percorso di sopravvivenza molto più umano e credibile. La vicenda la vede nella morsa della Configurazione del Lamento, affrontando i Cenobiti, creature che deformano i confini tra piacere e dolore. La sua vulnerabilità, spesso limitata dalla trama sovrannaturale, conferisce una dimensione di empatia e realismo al suo ruolo.
Pur con una narrazione non sempre fluida a causa di una tempistica serrata, Riley si distingue per la complessità del personaggio: non è pura, non è invincibile, ma determinata a restare in vita. La sua determinazione la rende esempio di una donna imperfetta ma combattente, che incarna la moderna evoluzione del ruolo della final girl nel cinema horror.

max cartwright – the final girls (2015)

Max Cartwright, interpretata da Taissa Farmiga, si inserisce in un contesto meta-horror che unisce il genere alla riflessione sul suo stesso archetipio. La protagonista, coinvolta in un film slasher degli anni ’80, si trova a confrontarsi con le dinamiche del trofeo della final girl, facendo emergere il rapporto emotivo con la madre Nancy, la prima final girl del franchise interno. La narrazione si intensifica quando Max, nel suo percorso di crescita, comprende che diventa la vera erede del ruolo, sacrificandosi in modo emotivamente devastante.
Il suo trionfo non è solo fisico, ma anche emozionale, culminando con l’atto di decapitare il nemico con la propria stessa arma. La sua vittoria, quindi, sottolinea un’innovatissima interpretazione della final girl: una figura che unisce la vulnerabilità al coraggio e la crescita personale al sacrificio.

sienna shaw – terrifier 2 (2022) e terrifier 3 (2024)

Sienna Shaw, interpretata da Lauren LaVera, si mostra come una delle protagoniste più complete e articolate nella horrorizzazione moderna. La sua introduzione in Terrifier 2 avviene come adolescente appassionata di cosplay, un personaggio profondamente sviluppato che evita le trappole delle stereotype tradizionali. La sua battaglia contro Art the Clown culmina in un epico scontro che va oltre la semplice sopravvivenza: la sua figura, inserita in un contesto quasi mitologico, si evolve in una vera e propria guerriera con poteri sovrumani in Terrifier 3.
La sua crescente capacità di guarigione e l’uso di un’arma magica, unita a un’immagine drammatica e simbolica, fanno di Sienna un esempio di protagonista modernamente potente, capace di coniugare resilienza emotiva, forza fisica e un’intelligenza strategica che ridefinisce il ruolo della final girl nel contesto horror più estremo.

ziggy berman – fear street: parte seconda (2021)

Ziggy Berman, recitata da Sadie Sink, rappresenta una delle figure più sinceramente segnate dal trauma come final girl del cinema moderno. Introduzuta come emarginata e vittima del bullismo, Ziggy si trova coinvolta nel caos del campeggio di Camp Nightwing, sopravvivendo grazie alla resistenza fisica e mentale. La sua sopravvivenza, molto più che un trionfo, si mostra come un percorso segnato da ferite emotive e cicatrici indelebili. La sua capacità di resistere si manifesta attraverso un’endurance brutale e una serie di episodi che mettono in luce come il sopravvivere può essere un atto di resistenza psichica e fisica.
Il percorso di Ziggy sfida il senso di vittoria, proponendo un’immagine che rifiuta il concetto di eroismo: la sua sopravvivenza si traduce in un lascito di trauma e isolamento, simbolo di un nuovo modo di concepire la final girl, più insita nella realtà e meno nell’idealismo eroico.

taylor gentry – behind the mask (2006)

Il personaggio di Taylor Gentry (Angela Goethals) rappresenta un’interpretazione metaforica e autoriale del ruolo di final girl. La narrazione si svolge come un documentario che sfuma nel blood horror, segnando un’evoluzione che premia la consapevolezza del suo ruolo. Taylor si rivela come una protagonista intelligente e strategica, passando da semplice osservatrice a vittima consapevole, fino a diventare la vera final girl, in un crescendo di sorprese e twist narrativi.
Il suo epico confronto finale, culminante in un’morte simbolica e devastante, rielabora il ruolo della final girl come portatrice di cattiveria, intelligenza e astuzia. Il suo percorso, in bilico tra umorismo nero e critica del genere, mostra un’interpretazione innovativa e fresca di una figura tradizionalmente stereotipata.

erin – you’re next (2011)

Erin, validamente interpretata da Sharni Vinson, si distingue come una tra le più entusiasmanti modern final girl. La sua caratterizzazione si fonda su una preparazione già consolidata: arrivata sul campo di battaglia già armata e strategica, capace di improvvisare trappole e difendersi con ingegno. La sua capacità di rinascere nel momento e di scambiare i ruoli con i suoi aggressori trasforma la narrazione in un vero e proprio gioco di potere.
La sua autenticità come figura femminile competente e divertente emerge nel modo in cui traccia le regole del suo stesso riscatto, prodigandosi in atti di sopravvivenza reattivi e proattivi. Erin incarna la figura di una donna semplicemente invincibile, che vince perché completamente capace di sopraffare i nemici, e per questo rimane tra le protagoniste più apprezzate degli ultimi anni.

sam carpenter – scream (2022) & scream VI (2023)

Sam Carpenter, interpretata da Melissa Barrera, rappresenta l’evoluzione di una final girl in un contesto di trauma intergenerazionale e psicologia profonda. La scoperta dell’origine omicida del padre, Billy Loomis, introduce un conflitto identitario che arricchisce il suo percorso di sopravvivenza. Il suo contrasto con Ghostface si fa più denso e psicologicamente complesso, con allucinazioni e paure che rappresentano il suo doppio interiore.
Il suo legame con la sorella e la capacità di reagire con resilienza e compassione trasforma la sua sopravvivenza in una forma di difesa personale e familiare. Sam evolve fino a diventare una nuova icona femminile, equilibrando forza e vulnerabilità, nel rispetto di un ruolo che nel XXI secolo si rinnova profondamente.

laurie strode – halloween (2018)

La figura di Laurie Strode, protagonista di Halloween (2018), si afferma come una reinterpretazione potente e moderna dell’archetipo classico. La sua trasformazione, da vittima superstite a guerriera strategica, dimostra come il ruolo della final girl possa essere rinnovato attraverso un’interpretazione più cruda e ferrea della sopravvivenza. La sua preparazione e la capacità di mettere in atto piani complessi contro Michael Myers la elevano a icona di resilienza.
Il momento culminante del film, in cui Laurie fa fronte al suo assassino con un senso di purezza e strategia più maturo, sottolinea la sua evoluzione come figura di forza e determinazione. La connessione con le generazioni successive dimostra che il ruolo di final girl può estendersi e trasmettere un’eredità di coraggio e autodifesa che supera il semplice atto di sopravvivere.

  • Odessa A’zion come Riley McKendry
  • Taissa Farmiga come Max Cartwright
  • Lauren LaVera come Sienna Shaw
  • Sadie Sink come Ziggy Berman
  • Angela Goethals come Taylor Gentry
  • Sharni Vinson come Erin
  • Melissa Barrera come Sam Carpenter
  • Jamie Lee Curtis come Laurie Strode

Rispondi