Le 10 dure verità di giocare a bloodborne nel 2025
Bloodborne rappresenta uno dei titoli più iconici e apprezzati dalla software house FromSoftware, noto per il suo stile lovecraftiano, dark e gotico. Nonostante il suo successo, nel 2025 emergono alcune criticità legate a specifiche meccaniche e alla tecnologia utilizzata, che influiscono sull’esperienza di gioco rispetto all’epoca della sua uscita nel 2015. Questo articolo analizza le caratteristiche principali del gioco, evidenziandone punti di forza e di debolezza alla luce dei cambiamenti di mercato e delle nuove aspettative dei videogiocatori.
problemi tecnici e aspetti visivi
limitazioni a 30 FPS e impatti estetici
Una delle questioni più criticate riguarda la restrizione a 30 frame al secondo su PlayStation 4, che compromette la fluidità visiva del gioco. Questo limite provoca frequenti cali di performance durante scontri con boss particolarmente impegnativi, oltre a causare scatti e blocchi nelle cutscene, effetti che risultano evidenti agli occhi dei giocatori fin dal primo momento. Nonostante gli anni passati dalla pubblicazione, nessun aggiornamento ufficiale o remaster ha migliorato in modo significativo la qualità grafica, lasciando Bloodborne indietro rispetto a titoli comparabili come Dark Souls 3 e Elden Ring, anche sotto il profilo visivo.
meccaniche di gameplay e risorse
problemi di farming e gestione delle risorse
Uno degli aspetti più frustranti di Bloodborne riguarda il farraginoso sistema di approvvigionamento delle Blood Vials, i principali strumenti di cura del personaggio. Questi oggetti devono essere trovati in ambienti di gioco o droppati dai nemici, poiché non vengono ripristinati automaticamente come gli Estus Flasks di altri titoli della serie. La ricerca di Blood Vials richiede tempo e spesso costringe i giocatori a compiere lunghe traversate tra nemici o zone, rendendo difficile mantenere il quantitativo necessario durante le sfide più impegnative. La stessa dinamica si applica alle munizioni Quicksilver Bullets, che richiedono frequenti ritorni ai luoghi di raccolta.
sfide legate ai boss e alla progressione
dolorosi ritorni e aree di difficile accesso
Il ritorno ai nemici e ai boss, dopo una morte, rappresenta uno degli aspetti più ostici in Bloodborne. Le aree di Yharnam sono collegate tra loro attraverso lampade di salvataggio, ma spesso i percorsi sono disseminati di nemici ostili e la presenza di guardie e boss opzionali, come Martyr Logarius o Laurence, può complicare ulteriormente le operazioni di rientro. La distanza tra le lampade e le aree di combattimento rende il recupero di salute e risorse molto impegnativo, rischiando di mettere i giocatori in svantaggio nelle fasi cruciali.
varietà e difficoltà dei nemici
livelli di sfida e nemici ostici
Bloodborne si distingue per la vasta gamma di antagonisti, capace di creare un ambiente immersivo e neurotico. Alcuni avversari, come i Winter Lanterns, rappresentano veri e propri ostacoli più che avversari, imponendo sfide come la gestione dello stato di Frenzy che può portare alla morte immediata. Boss come Micolash, anche se solo parzialmente obbligatori, trovano spesso in sé stessi degli elementi di “gimmick” che rendono le battaglie meno soddisfacenti, contribuendo a un’esperienza di gioco spesso imprevedibile e frustrante.
modalità multiplayer e contenuti post-lancio
limiti del PvP e contenuti endgame
Il comparto online di Bloodborne si presenta ancora troppo grezzo nel 2025. Le funzioni multiplayer sono scarne rispetto a Elden Ring, con sistemi di incontro tra giocatori soggetti a lag e crash frequenti, dovuti anche alla limitazione di 30 FPS. La possibilità di mettersi alla prova con build personalizzate ha un’offerta limitata, e i contenuti endgame sono principalmente concentrati nelle Chalice Dungeons, che risultano ripetitivi e poco variabili, rendendo difficile mantenere alta l’interesse nel tempo.
scarsa varietà di equipaggiamento e durata di gioco
bilanciamento e rigiocabilità
Il menù di armi e armature di Bloodborne mostra chiaramente una ridotta varietà rispetto ad altri titoli della serie. Molti strumenti sono progettati per essere efficaci solo con determinate skill, riducendo la possibilità di creare build altamente personalizzate. La presenza di Covenants e Runes offre una lieve diversificazione, ma rimane limitata alle statistiche di base, rendendo il gioco meno rigiocabile e più focalizzato su poche scelte strategiche.
la brevità dell’esperienza di gioco
un volume di contenuti che si esaurisce troppo presto
Tra le principali criticità si evidenzia come Bloodborne, nel 2025, possa essere completato in tempi relativamente rapidi, spesso prima di accorgersi di aver già visto tutto. La mancanza di respecializzazioni e di contenuti ulteriori come nuove aree o boss rende il titolo molto più breve rispetto a Elden Ring o Dark Souls. La possibilità di ripetere il gioco in modalità New Game+ riduce solo marginalmente questa problematica, ponendo il limite principale nella mancanza di contenuti post-endgame.
conclusioni
Attualmente, Bloodborne rappresenta ancora un titolo di grande valore artistico e di gameplay, ma il suo impatto nel 2025 è limitato da alcune scelte tecniche e di design che, non aggiornate, ne frenano la piena funzionalità rispetto a titoli più recenti. La mancanza di un port per PC, le limitazioni tecniche e la brevità dell’esperienza contribuiscono a definire il gioco come un’opera immortale, ma meno adatta alle aspettative di chi cerca contenuti più lunghi e innovativi nel panorama moderno.
Personaggi, ospiti e membri del cast
- Hunter (protagonista)
- Micolash, Host of the Nightmare
- Martyr Logarius
- Laurence, The First Vicar
- Winter Lanterns
- NPC Hunter (varie)