La verità dietro The Brutalist: è ispirato a una storia reale?

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La recente uscita di The Brutalist, un film presentato nei cinema il 6 febbraio da Universal Pictures, ha nuovamente sollevato interrogativi riguardo la veridicità dei suoi personaggi. Dopo la curiosità suscitata dal film Tár, gli spettatori sono ansiosi di scoprire se László Tóth, l’architetto protagonista interpretato da Adrien Brody, esista realmente. Ambientato in Pennsylvania dopo la Seconda guerra mondiale, il film narra le esperienze di un architetto ebreo ungherese di fronte all’antisemitismo, con una durata complessiva di tre ore e mezza.

lászló tóth: realtà o finzione?

Il breve ma incisivo responso riguardante l’autenticità del personaggio è negativo. Durante una ricerca si è scoperto l’esistenza di un geologo ungherese noto per aver vandalizzato la Pietà di Michelangelo nel 1972, ma il regista Mona Fastvold chiarisce che «László Tóth in Ungheria è come John Smith: una delle denominazioni più diffuse», rendendo chiaro che il nome è stato selezionato puramente per rappresentare un individuo ungherese. La ricerca ha indicato che pochi architetti ebrei europei sono sopravvissuti all’Olocausto, un elemento cruciale per la narrazione del film.

ricerca e ispirazione

Il team creativo, in particolare la scenografa Judy Becker, ha esplorato opere di architetti non sopravvissuti per rendere omaggio alle loro esperienze. Inoltre, è stato noto che molti architetti sono stati esclusi dalla professione all’epoca del regime nazista.

ispirazioni per il personaggio di adrien brody

Il personaggio principale combina elementi di architetti influenti come Paul Rudolph, Louis Kahn e Marcel Breuer, un altro architetto ebreo ungherese, ma con un percorso di vita differente. «Abbiamo attinto a diverse fonti, tra cui libri che parlano delle sfide affrontate da Breuer», spiega Brady Corbet, regista del film.

esperienze personali e narrazione

Corbet menziona il legame con le esperienze familiari, mentre Fastvold si riferisce a un nonno designer norvegese, enfatizzando la difficoltà di esprimere emozioni in ambiti creativi.

personaggi reali: guy pearce e felicity jones

Nel film, Guy Pearce interpreta Harrison Lee Van Buren, un personaggio ispirato vagamente a figure storiche come Henry J. Kaiser e Henry Ford, senza però rappresentare direttamente nessuno di loro. Van Buren è un patriarca industriale che commissiona a Tóth di disegnare un centro comunitario elaborato.

La moglie di Tóth, Erzsébet, interpretata da Felicity Jones, serve da sostegno cruciale per il protagonista, esibendo una forza e un incoraggiamento spesso assenti in altri ritratti femminili nel cinema.

Il film complessivamente si trova al centro dell’attenzione, avendo già ricevuto premi significativi ai Golden Globes e posizioni di rilievo nella corsa agli Oscar 2025.

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