La vera storia di Joy: il primo bambino nato grazie alla fecondazione assistita
Joy, il nuovo film biografico di Netflix, narra il percorso che ha condotto alla realizzazione del primo bambino concepito attraverso la fecondazione assistita. La pellicola affronta le complessità scientifiche e le opposizioni sociali che hanno caratterizzato queste innovazioni mediche. La sua uscita è prevista per il 22 novembre 2024, dopo una limitata proiezione in selezionati cinema. Interpreti principali includono Bill Nighy nel ruolo del dottor Patrick Steptoe, James Norton come fisiologo Robert “Bob” Edwards e Thomasin McKenzie nei panni della pioniera embriologa Jean Purdy. Joy si distingue per un’accurata rappresentazione della vera storia che culminò nella nascita del primo bambino tramite fecondazione in vitro nel 1978, Louisa Brown.
Il film pone l’accento sul contributo fondamentale di Jean Purdy, spesso trascurato, nel team che ha sviluppato la prima procedura di fecondazione assistita, la quale era stata a lungo associata solo a Edwards e Steptoe. Già accolto positivamente dalla critica, Joy ha ottenuto punteggi elevati su Rotten Tomatoes, dimostrando di essere un’opera fedele e affascinante sull’argomento che affronta. Ulteriori approfondimenti sulla storia reale possono essere trovati nel libro A Matter of Life di Edwards e Steptoe, che esplora in dettaglio la genesi della fecondazione assistita.
La scoperta di Bob Edwards e il potenziale della FIV nel 1965
Primi studi e la scoperta di Edwards
Prima di poter operare con ovuli umani, Bob Edwards iniziò i suoi esperimenti con ovuli di specie animali come topi e criceti. Attraverso l’aggiunta di ormoni, osservò che la maturazione degli ovuli avveniva in parallelismo. La necessità di lavorare con ovuli umani lo portò a esplorare il tessuto ovarico umano. Nel 1965, durante un importante soggiorno alla Johns Hopkins di Baltimora, scoprì che l’ovulo umano impiega 36 ore per maturare, avvicinandosi così al suo obiettivo di fecondazione. La comunicazione con Patrick Steptoe nel 1968 segnò l’inizio della collaborazione tra i due scienziati, che successivamente si incontrarono alla Royal Society of Medicine, avviando così il progetto di fecondazione in vitro con l’aiuto di Jean Purdy.
Il primo successo nella fecondazione assistita nel 1969
Il primo passo verso la FIV umana
Come illustrato in Joy, dopo l’unione di Steptoe, gran parte dell’attività si spostò a Oldham. Il contributo decisivo giunse da Barry Bavister, un dottorando di Edwards, che nel 1969 riuscì a perfezionare un fluido di coltura per la fecondazione in vitro. Questa innovazione permise di tentare la fecondazione di ovuli umani. Il primo successo nella fecondazione di un ovulo umano al di fuori dell’utero avvenne nel 1968, grazie alla combinazione di materie prime e tecniche precedentemente testate su ovuli di criceto, confermando così il potenziale della fecondazione assistita.
Avanzamenti tecnologici con Jean Purdy
Strumenti e metodi per lo sviluppo degli embrioni
Negli anni ’70, Jean Purdy e Bob Edwards svilupparono nuovi metodi e strumenti per la raccolta degli ovuli. La fecondazione di ovuli umani avveniva con un approccio delicato, progettando un meccanismo per l’aspirazione sotto supervisione laparoscopica. Riformularono anche i fluidi di coltura impiegati, migliorando l’ambiente per il corretto sviluppo degli embrioni. La loro ricerca portò infine alla creazione di blastocisti umane, segnando una pietra miliare nel progresso della fecondazione assistita.
Le prime gravidanze di successo nella FIV nel 1977
Le sfide delle primissime gravidanze
Le prime tentativi di reimpianto degli embrioni non portarono ai risultati sperati, con diversi casi di gravidanze ectopiche o interruzioni. Il team di Edwards e Purdy affrontò difficoltà significative, ma le loro scoperte sui farmaci da utilizzare e l’osservazione attenta del ciclo mestruale portarono infine alla prima gravidanza di successo. Nel 1977, Lesley Brown divenne la prima donna a rimanere incinta grazie alla FIV, accogliendo un importante passo verso un futuro di fertilità assistita.
La nascita di Louise Joy Brown
Il successo della FIV: nascita e replicazione
Louise Joy Brown è venuta alla luce il 25 luglio 1978, tramite parto cesareo. Questa nascita storica ha rappresentato una prova concreta della fattibilità della fecondazione assistita dopo una serie di monitoraggi estremamente rigorosi. Ad attestare il successo della FIV, il secondo bambino nato da fecondazione assistita, Alastair MacDonald, venne al mondo sei mesi dopo Louise, dimostrando così che la procedura poteva essere replicata con successo, aprendo la strada a nuove opportunità in campo medico e sociale.
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