La sorprendente spiegazione del finale di Bandida: la numero uno

Il film Bandida – La numero uno, diretto da João Wainer, si propone di ripercorrere la vita di Rebeca attraverso un racconto che mantiene un’aria documentaristica. Nonostante si presenti come un tentativo di produrre una narrazione realistica, la piega disarticolata della storia impedisce che il progetto raggiunga il suo obiettivo. La sceneggiatura, infatti, si muove tra diverse fasi temporali senza un filo conduttore coerente, rendendo evidente la mancanza di una trama solida.
La vita di Rebeca nel contesto della favela
Rebeca, sin da giovane, ha vissuto esperienze traumatiche. Cresciuta con una madre single nella favela di Rocinha negli anni ’70, presto si è trovata a subire le conseguenze della povertà e della violenza. La madre, costretta a lavorare come donna delle pulizie, non poteva occuparsi di lei in modo adeguato, lasciandola in balia di una nonna disinteressata e dipendente dal gioco. Questa situazione la portò ad essere venduta a un signore della malavita, Amoroso, per saldare i debiti della nonna.
Amoroso era un boss criminale con legami con la polizia che operava a Rocinha, dominando il mercato della droga e sfruttando le giovani ragazze. Quando Rebeca riuscì a scappare dalle sue grinfie, trovò protezione in una donna Yoruba, che le profetizzò un futuro di grandezza e potere.
La scalata al potere di Rebeca
Trascorsi alcuni anni, Rebeca iniziò a collaborare attivamente con Amoroso, diventando una figura chiave nella gestione delle sue operazioni illecite. La sua ambizione la portò a competere per il controllo del territorio con rivali come Del Rey, un rapinatore di banche deciso a espandere il proprio dominio nella favela. Rebeca, nonostante le sue aspirazioni romantiche per il nipote di Amoroso, Para, dovette affrontare la brutalità del mondo che la circondava.
Un evento cruciale si verificò quando Rebeca, dopo aver subito un tentativo di violenza, si vendicò. Mentre tentava di liberarsi dall’influenza di Amoroso, fu Para a ucciderlo, segnando un punto di svolta cruciale nella sua vita. In questa nuova fase, Rebeca dovette affrontare l’ascesa di nuove figure di potere tra cui l’Avvoltoio e Gil, entrambi desiderosi di emergere nel mondo del crimine.
Conflitti e vendette
La morte di Gil, avvenuta in un’improvvisa e violenta faida, portò a una nuova lotta per il potere. Saurio, uno degli amici di Rebeca, divenne una minaccia crescente. La situazione degenerò ulteriormente quando Para, già instabile, commise un errore fatale, culminando nella sua morte e nella perdita di controllo della banda. Rebeca, ora senza direzione, cadde nella tossicodipendenza e si ritrovò nuovamente a perdere tutto ciò per cui aveva lottato.
Il finale di Bandida – La numero uno
Infine, la disperazione di Rebeca si tradusse in un tentativo di riconquistare il suo potere e vendicarsi della sua vita rovinata. La sua ultima azione, caratterizzata dall’attacco a Saurio, portò a un confronto faccia a faccia con la polizia, risultando in un epilogo tragico. Il film suggerisce che Rebeca non abbia sopravvissuto, ponendo un punto finale alla sua epopea.
In conclusione, Bandida – La numero uno illumina non solo la vita di Rebeca, ma anche il contesto pervasivo della violenza e della criminalità nelle favelas. La sua storia dura e intensa, seppur raccontata attraverso una narrazione incerta, rimane un potente richiamo alla memoria di una figura femminile temuta e rispettata.
- Rebeca
- Amoroso
- Para
- Del Rey
- Zildo
- Saurio
- Gil
- Avvoltoio