La controversia sulla storia di joel e abby in the last of us cinque anni dopo il lancio

analisi della controversia e delle reazioni alla seconda stagione di “The Last of Us”
La seconda stagione della serie televisiva “The Last of Us”, ispirata all’omonimo videogioco, ha suscitato un acceso dibattito tra fan e critici. La narrazione si concentra su eventi chiave del gioco, come la morte di Joel e il ruolo di Abby, portando alla luce numerose discussioni legate alle scelte narrative e alle reazioni emotive degli spettatori. Questo articolo analizza le principali controversie, le differenze rispetto al videogioco e le reazioni generate dalla rappresentazione dei personaggi.
la morte di joel: un punto focale della narrazione
ricostruzione fedele ma con modifiche significative
Nel secondo episodio della serie, intitolato “Through the Valley”, viene rappresentata la scena in cui Abby uccide Joel utilizzando un putter da golf. La sequenza è molto vicina a quella del videogioco, anche nei dettagli come l’arma impiegata. Alcune variazioni sono state apportate: nel gioco, Joel si imbatte in Abby mentre era in pattuglia con Tommy, non con Dina; inoltre, nel videogioco Joel viene interrotto prima che Abby possa spiegare le sue motivazioni, lasciando spazio a una maggiore ambiguità sulla sua identità.
Nonostante queste differenze, la scena mantiene gli aspetti più crudi ed emotivamente devastanti che hanno caratterizzato il momento nel videogioco. La decisione di mostrarla così esplicita ha generato opinioni contrastanti tra i fan.
l’impatto dell’omicidio precoce di joel sul racconto
una scelta rivoluzionaria e divisiva
L’uccisione di Joel all’inizio del sequel ha rappresentato una svolta significativa rispetto al primo capitolo. Nel videogioco, questa perdita avviene circa a metà storia e costituisce uno dei momenti più shockanti per i giocatori. La decisione di eliminarlo così presto nella narrazione televisiva ha sorpreso molti spettatori abituati a un focus sulla relazione tra Joel ed Ellie.
Questa scelta narrativa ha diviso il pubblico: alcuni hanno apprezzato l’audacia della trama che rompe gli schemi tradizionali delle storie basate sui protagonisti iconici, mentre altri si sono sentiti delusi dall’assenza di quella dinamica affettiva che aveva contraddistinto il primo episodio.
la figura di abby: una protagonista controversa
reazioni negative e polemiche sociali
Il personaggio di Abby, introdotto come antagonista principale nel secondo capitolo del gioco e presente anche nella serie tv, è stato accolto con grande ostilità da parte di molti fan. La sua caratterizzazione forte e muscolosa ha alimentato commenti misogini diffusi sui social media, spesso accompagnati da insulti legati all’aspetto fisico della protagonista femminile.
La scelta narrativa di far diventare Abby anche la protagonista del suo lato della storia ha avuto lo scopo di favorire empatia verso personaggi considerati “nemici”. Questa tecnica innovativa mira a sfidare i pregiudizi riguardo ai “buoni” e ai “cattivi”, mostrando le motivazioni umane dietro ogni azione.
Molte persone non sono riuscite ad accettare questa prospettiva diversa e hanno manifestato il loro disappunto attraverso attacchi verbali pesanti. La doppiatrice Laura Bailey ha ricevuto minacce online che includevano anche quelle rivolte al figlio neonato; tali comportamenti sono stati condannati dagli stessi creatori dello show.
la controversia su lev: il personaggio transgender
I problemi sollevati dal trattamento narrativo
Nell’universo narrativo de “The Last of Us Part II”, Lev rappresenta un personaggio transgender che affronta discriminazioni e violenze legate alla sua identità. Critiche sono state mosse circa l’approccio adottato nella storia: alcuni hanno evidenziato come la narrazione tenda a dipingere le vicende trans come tragedie inevitabili o segnate dalla sofferenza.
Sono state sollevate anche questioni riguardanti l’origine del personaggio; Lev è stato creato da scrittori cisgender ma interpretato dall’attore trans Ian Alexander tramite doppiaggio motorizzato da motion capture. Le critiche hanno sottolineato come alcune storyline abbiano accentuato stereotipi negativi o problematiche sociali inerenti alla comunità LGBTQ+.
differenze tra critica professionale e reazioni dei fan
un successo critico contrastato dai sentimenti dei giocatori
Mentre “The Last of Us Part II” è stato acclamato dalla critica specializzata con oltre 320 premi come miglior gioco dell’anno e una valutazione media molto alta (95/100 su Metacritic), la risposta degli utenti è stata molto più polarizzata. Il punteggio assegnato dagli utenti si aggira intorno a 3.4/10, riflettendo un forte disaccordo tra chi apprezzava le innovazioni narrative e chi invece si sentiva tradito dalle scelte stilistiche ed emotive effettuate dai creatori.
Sui forum dedicati al gioco persistono commenti d’odio contro alcuni personaggi o decisioni narrative; Neil Druckmann stesso ha ammesso che uno degli obiettivi era far provare agli spettatori sentimenti estremi verso i protagonisti secondari per aumentare l’empatia complessiva. Questo approccio volutamente provocatorio ha contribuito ad alimentare le divisioni tra pubblico fedele e nuovi spettatori.
Membri principali coinvolti:- Niel Druckmann (creatore)
- Craig Mazin (showrunner)
- Ashley Johnson (doppiatrice Ellie)
- Laura Bailey (doppiatrice Abby)
- Ian Alexander (doppiatore Lev)
- Pierre Hoar (regista)
- Jeremy Webb (regista)
- Nina Lopez-Corrado (regista)