Koji sequal con punteggio 96 su metacritic supera death stranding 2

Il panorama videoludico è in continua evoluzione, e le produzioni di Hideo Kojima continuano a suscitare grande interesse tra appassionati e critici. Dopo il successo di Death Stranding nel 2019, primo titolo originale del designer giapponese dopo oltre vent’anni, si attendeva con curiosità il suo successore. La recente uscita di Death Stranding 2: On the Beach ha acceso discussioni riguardo alle innovazioni e alle scelte narrative adottate da Kojima, confrontandole con i precedenti capolavori come Metal Gear Solid 2. Questo articolo analizza le caratteristiche del nuovo titolo, evidenziando punti di forza e limiti rispetto alle aspettative.
death stranding 2: un sequel dalla strategia conservativa
non rivoluziona il genere
Per circa due terzi della narrazione, Death Stranding 2 appare estremamente fedele all’originale, presentando pochi elementi innovativi rispetto al primo capitolo. Nonostante alcune critiche sulla mancanza di novità sostanziali, la crescita del gioco avrebbe potuto consistere nell’ampliare le capacità degli avversari umani o introdurre meccaniche più complesse. Invece, si nota una certa staticità nelle strategie disponibili.
mancanza di varietà nelle strategie di combattimento
Dalla fase iniziale fino alla conclusione, l’esperienza si caratterizza per una forte somiglianza con la prima versione del gioco. La presenza di strumenti limitati porta a un’unica strategia dominante che sovrasta tutte le altre, riducendo così la necessità di adattarsi alle diverse situazioni. La ripetitività delle tattiche si traduce in una sensazione di monotonia durante la progressione.
confronto con metal gear solid 2: rischiosità e innovazione
metal gear solid 2: un sequel rischioso e rivoluzionario
Uscito in un momento in cui Kojima aveva piena libertà creativa, MGS2 rappresentava una vera sfida per i fan e per l’intera industria videoludica. Con l’introduzione del personaggio di Raiden al posto di Solid Snake e un gameplay basato su nuove meccaniche come il movimento in prima persona e lo stealth senza radar, il titolo impose nuovi standard qualitativi. La sua complessità narrativa e gli sviluppi sorprendenti hanno fatto sì che venga ricordato come uno dei capitoli più audaci della saga.
death stranding 2: meno rischioso e più sicuro
A differenza del coraggioso passo avanti compiuto da MGS2, Death Stranding 2 sembra optare per una strada più prudente. Le innovazioni sono poche e spesso marginali; anche gli aspetti più criticati nel primo episodio – come certi problemi nella gestione dei nemici umani – persistono senza miglioramenti significativi. Il risultato è un prodotto che non riesce a distinguersi abbastanza nel panorama moderno dei videogiochi.
valutazione sul gameplay e sulla narrazione
gameplay poco vario e insoddisfacente
L’aspetto più evidente riguarda la scarsità di strumenti che spingano i giocatori a cambiare approccio durante le sessioni. La presenza costante dello stesso veicolo efficace al massimo livello rende difficile sperimentare nuove tattiche o sfide stimolanti. Anche se ci sono miglioramenti nelle fasi di combattimento rispetto a Death Stranding originale, manca quella profondità strategica tipica delle produzioni Kojima più riuscite.
una Kojima che perde la propria identità
Nella maggior parte dell’avventura si percepisce una sensazione di déjà-vu: poco spazio a colpi di scena o elementi imprevedibili che caratterizzano altri titoli dello sviluppatore nipponico. Solo nelle ultime fasi emerge qualche elemento interessante che potrebbe far sperare in futuri sviluppi narrativi più sorprendenti.
Personaggi principali presenti nel gioco:
- Sam Porter Bridges (protagonista)
- Fragile
- Dollman (Nuovo personaggio)
- Tarman (NPC)
- I membri della Kojima Productions coinvolti nello sviluppo del progetto.