Inchiesta sull’alzheimer: al via l’edizione 2025 il 20 maggio

Il palinsesto televisivo di Rai 3 si arricchisce con la ripresa di Che ci faccio qui, una trasmissione che approfondisce le tematiche più delicate e complesse dell’esistenza umana. La prima puntata della nuova edizione, trasmessa martedì 20 maggio alle ore 21:20, si propone di esplorare aspetti fondamentali come la fragilità mentale, il mistero della vita e della morte, oltre al significato della cura e del senso di appartenenza. Questo articolo offre un’analisi dettagliata del format, dei temi trattati e degli ospiti coinvolti nel primo episodio.
che ci faccio qui 2025: un approfondimento sui temi esistenziali
una produzione dedicata alla riflessione sulla condizione umana
Che ci faccio qui è realizzato dalla società Ruvido Produzioni. La conduzione è affidata a Domenico Iannacone, presenza storica del programma sin dal suo debutto avvenuto nel 2019. Nel corso delle stagioni, il format ha subito vari spostamenti nella programmazione televisiva, passando dall’access prime time alla seconda serata fino alla collocazione attuale in prima serata.
Nella stagione in corso, composta da quattro appuntamenti, l’obiettivo principale rimane quello di indagare i temi più profondi legati all’esperienza umana: dalla fragilità mentale alla percezione della morte, passando per il valore della cura come atto imprescindibile verso ogni forma di vita e il bisogno universale di sentirsi parte di qualcosa.
I contenuti sono disponibili anche in modalità streaming live e on demand tramite l’applicazione gratuita Rai Play.
focus sulla prima puntata: il tema dell’Alzheimer
un’indagine sulla perdita dei ricordi e dell’identità
Nella puntata inaugurale del 20 maggio, l’attenzione si concentra su uno dei disturbi più dolorosi e frustranti: la perdita di memoria. Il focus principale riguarda l’Alzheimer, una condizione che provoca la dissoluzione dell’identità attraverso la cancellazione dei ricordi e dei volti delle persone colpite.
Per approfondire questa problematica complessa, Domenico Iannacone visita il Centro Diurno Ra.Gi. di Catanzaro. Si tratta di una struttura riconosciuta per le sue metodologie innovative che vanno oltre l’assistenza tradizionale, puntando a restituire dignità ai pazienti attraverso relazioni empatiche e ascolto attento.
storie umane ed esempi concreti nella prima puntata
la testimonianza di Pino Astuto
Nell’ambito della narrazione introduttiva del nuovo ciclo, emerge anche quella di Pino Astuto, figura simbolo delle ingiustizie sociali. Rinchiuso a soli otto anni nell’ex manicomio di Girifalco, ha vissuto oltre trentadue anni in condizioni disumane senza mai ricevere una diagnosi psichiatrica ufficiale. La sua vicenda mette in evidenza come la mente possa rappresentare un rifugio insospettabile anche nelle circostanze più drammatiche. Nonostante la segregazione forzata e le ingiustizie subite, Astuto ha mantenuto vivo il ricordo e la speranza come strumenti essenziali per resistere all’oppressione sociale.
Elenchi degli ospiti principali:- Domenico Iannacone – conduttore e ideatore del programma
- Elena Soldano – fondatrice del Centro Diurno Ra.Gi.
- Pino Astuto – ex internato nell’ex manicomio di Girifalco con una storia simbolica sulle ingiustizie sociali
- Membri dello staff medico del Centro Diurno Ra.Gi., impegnati nella cura alternativa ai pazienti affetti da Alzheimer
- Pazienti affetti da demenza senile presentati nel corso dell’inchiesta per illustrare le sfide quotidiane legate a queste condizioni patologiche.