Il gioco più difficile di sempre secondo edgar wright: un classico leggendario

Il legame tra il cinema e i videogiochi si arricchisce spesso di aneddoti e curiosità provenienti dal mondo degli artisti. Tra questi, Edgar Wright, regista acclamato per film come Scott Pilgrim vs. the World, ha condiviso alcuni dettagli sulla sua lunga passione per i videogiochi, rivelando anche le sue sfide con uno dei titoli più notoriamente complessi di sempre. Questa narrazione mette in luce non solo la sua esperienza personale ma anche l’importanza che i videogiochi hanno avuto nel suo percorso creativo e personale.
la sfida di Edgar Wright con Dragon’s Lair
uno dei giochi più difficili mai realizzati
Nel corso di un’intervista del 2010 a Vanity Fair, Wright ha raccontato della sua passione per i videogiochi, soffermandosi su uno in particolare: Dragon’s Lair. Il regista ha confessato che durante le riprese del film aveva a disposizione una macchina arcade del gioco sul set, rendendo evidente la sua affinità con questa sfida digitale.
Dragon’s Lair è riconosciuto come uno tra i giochi più impegnativi della storia videoludica. Nonostante la durata contenuta – circa 22 minuti di scene animate – la mancanza di indicazioni chiare rendeva molto difficile superarlo. In teoria si può completare in circa 12 minuti, ma l’assenza di istruzioni precise portava spesso al game over, facendo perdere soldi e pazienza ai giocatori.
esperienza diretta con il gioco sul set
Nell’intervista, Wright ha ricordato che il gioco era presente anche sul set di Scott Pilgrim vs. the World. Ha invitato il direttore della fotografia, Bill Pope, a provarci: nessuno dei due è riuscito a superare il primo livello. Questa prova concreta sottolinea quanto sia difficile affrontare un titolo considerato tra i più ostici mai creati.
una passione duratura e storie di infanzia legate ai videogiochi
gli inizi nel mondo videoludico dell’autore
Dalla prima infanzia fino all’età adulta, Edgar Wright ha mantenuto vivo l’interesse per i videogiochi. Ricorda che da bambino trascorreva ore a giocare a titoli come Resident Evil 2, Tomb Raider II e III, diventando così “ossessionato” da questi prodotti digitali. La loro qualità lo ha portato ad immergersi completamente nelle esperienze offerte da queste produzioni.
Dopo un periodo di pausa prolungata – circa dieci anni – durante il quale si è allontanato dal gaming perché percepiva questa attività come una vera e propria dipendenza simile all’uso di sostanze stupefacenti, Wright è tornato a giocare con entusiasmo.
dettagli sulla relazione tra regista e mondo videoludico
I riferimenti culturali e le influenze artistiche
Sebbene abbia ammesso di aver “lasciato” temporaneamente il mondo dei videogiochi, Wright conserva ricordi vivi delle sue esperienze giovanili. In passato ha dichiarato che nonostante non abbia incontrato personalmente Shigeru Miyamoto – creatore iconico di Mario Bros. – ha avuto modo di mostrare il suo film in Giappone e ricevere l’approvazione ufficiale per alcune scelte musicali tratte dalla saga Zelda durante alcune sequenze narrative.
L’interesse del regista verso i videogiochi si manifesta anche nella sua volontà di approcciarsi alle produzioni videoludiche moderne: nel 2011 acquistò una PlayStation 3 pur essendo molto scettico riguardo alle trasposizioni cinematografiche tratte dai titoli digitali, definendole spesso poco riuscite o prive di divertimento autentico.
personaggi e figure chiave legate alla carriera videoludica ed artistica del regista
- Bill Pope: Direttore della fotografia coinvolto nella prova su Dragon’s Lair.
- James McAvoy: Attore che ha condiviso esperienze simili riguardo alla dipendenza da alcuni giochi come The Elder Scrolls IV: Oblivion.
- Miyamoto Shigeru: Leggendario creatore giapponese coinvolto indirettamente attraverso l’approvazione delle sequenze musicali nel film.
- I produttori Ubisoft Montreal e Ubisoft Chengdu: Sviluppatori responsabili del videogioco dedicato a Scott Pilgrim pubblicato nel 2010.
- Sviluppatori: Studio Unity utilizzato nella creazione del titolo video ludico.