I dischi solisti di pete townshend, dalla delusione al capolavoro

La carriera di Pete Townshend, noto chitarrista e compositore, è caratterizzata da una serie di opere iconiche realizzate con i The Who. Il suo lavoro solista merita un’attenzione particolare, come dimostra la recente pubblicazione del box set The Studio Albums. Questi album non solo mostrano un lato differente del musicista, ma in alcuni casi raggiungono vette artistiche paragonabili a quelle dei suoi lavori con la band.
The Iron Man: The Musical di Pete Townshend
1989
Tra i progetti di Townshend, The Iron Man rappresenta un episodio controverso. Ispirato al racconto per bambini di Ted Hughes, l’album narra le avventure di un ragazzo che stringe amicizia con un misterioso essere metallico. Nonostante le critiche iniziali, il disco presenta momenti significativi, come la traccia “A Friend Is a Friend”, apprezzata per la sua dolcezza. Tra gli ospiti figurano nomi illustri come:
- John Lee Hooker
- Nina Simone
- Roger Daltrey
- John Entwistle
Psychoderelict
1993
L’album Psychoderelict, uscito nel 1993, affronta temi complessi attraverso la storia di una rockstar in crisi. La versione originale includeva dialoghi che ne caratterizzavano lo stile simile a una radio play; successivamente è stata rilasciata una versione musicale più fruibile. Il brano “English Boy” è stato l’unico singolo estratto, mentre altre tracce come “Don’t Try To Make Me Real” meritano attenzione per la loro profondità.
White City: A Novel
1985
Contrariamente alle aspettative, White City non si configura come un’opera teatrale ma piuttosto come un concept album che esplora una comunità londinese in difficoltà. Le canzoni “Give Blood” e “Face the Face” offrono momenti pop-rock memorabili. Nonostante alcune criticità legate alla produzione dell’epoca e alla sua ricezione limitata, il lavoro riflette l’abilità compositiva di Townshend.
Rough Mix
1977
Registrato insieme a Ronnie Lane durante una pausa dei The Who, Rough Mix si distingue per il suo approccio folk rock più rilassato rispetto ai lavori precedenti della band. Brani come “My Baby Gives It Away” e “Misunderstood” evidenziano il talento di Townshend in questo contesto collaborativo.
All The Best Cowboys Have Chinese Eyes
1982
L’album del 1982 presenta riflessioni mature su vita e spiritualità attraverso pezzi evocativi come “Slit Skirts”. In questa opera Townshend combina introspezione e critica sociale in modo incisivo.
Who Came First
1972
Who Came First, pubblicato nel 1972, segna una fase in cui Townshend desiderava allontanarsi dal clamore dei The Who. L’album raccoglie canzoni dedicate al guru spirituale Meher Baba insieme a brani scartati da altri progetti musicali.
Empty Glass
1980
L’apice della carriera solista di Townshend si concretizza con Empty Glass , uscito nel 1980 durante un periodo difficile della sua vita personale. Le tracce “Let My Love Open The Door” e “A Little Is Enough” esplorano tematiche profonde mascherate da melodie accattivanti. Con questo album viene espressa una ricerca continua di significati più elevati nella realtà quotidiana.
Pete Townshend ha dimostrato nel tempo una versatilità artistica notevole attraverso i suoi vari progetti solisti:- The Iron Man (1989)
- Psychoderelict (1993)
- White City (1985)
- Rough Mix (1977)
- All The Best Cowboys Have Chinese Eyes (1982)
- Who Came First (1972)
- Empty Glass (1980)
Ciascuno di questi lavori offre uno spaccato della sua evoluzione artistica e personale.