Heretic: perché il finale del miglior horror moderno delude

Il film Heretic rappresenta un esempio raro di horror contemporaneo capace di avvicinarsi ai vertici del genere, se non fosse per un finale che ne compromette l’efficacia complessiva. La pellicola si distingue per la sua natura psicologica e per le tematiche affrontate, tra cui fede, controllo, religione e scetticismo, attraverso le vicende di due giovani missionarie mormone e di un uomo anziano dai comportamenti eccentrici. La performance di Hugh Grant, che abbandona il suo ruolo da protagonista romantico per interpretare un villain dal volto inquietante, contribuisce a rendere il film ancora più coinvolgente. Con una sceneggiatura acuta firmata da Scott Beck e Bryan Woods, Heretic riesce a offrire suspense e una profondità tematica notevole.
Sebbene il climax finale abbia impedito al film di essere annoverato tra i migliori horror di sempre, esso rimane comunque una proposta originale nel panorama cinematografico targato A24. In un contesto dominato da sequel senza contenuto o slasher deludenti, questa produzione ha rappresentato un tentativo interessante di innovare il genere con uno scopo ben preciso. Nonostante le potenzialità dimostrate nella prima parte, la conclusione del film si rivela dissonante e deludente.
heretic: un horror moderno intenso e ben costruito
la scelta di Hugh Grant come Mr. Reed: una mossa geniale
Heretic si apre con una premessa claustrofobica e inquietante: due missionarie mormone visitano la casa di un uomo solitario chiamato Mr. Reed, interessato ad approfondire la conoscenza della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (LDS). Con l’intento di convertirlo alla loro fede, Sister Barnes (Sophie Thatcher) e Sister Paxton (Chloe East) entrano in casa convinte che la moglie stia preparando una torta ai mirtilli e li raggiungerà presto. Questa bugia dà il via a un confronto religioso teso ed angosciante.
Heretic funziona molto bene come horror psicologico perché non svela subito tutte le sue carte: costruisce lentamente la tensione lasciando intuire che qualcosa non va in Mr. Reed. La svolta arriva quando le due ragazze scoprono di essere rinchiuse nella casa dell’uomo e si rendono conto delle sue intenzioni sinistre. Reed non desidera discutere semplicemente di fede o Mormonismo; vuole costringerle ad affrontare direttamente l’ipocrisia religiosa.
svolgimento della trama e sviluppi principali
L’atmosfera opprimente cresce man mano che le protagoniste capiscono di essere intrappolate nel luogo dove Reed conduce il suo gioco perverso. La narrazione mantiene un tono sottile e cerebrale fino a quando si verifica uno switch improvviso verso elementi più violenti e horror classici. Questo cambio drastico avviene nel momento in cui le ragazze trovano una donna malata in condizioni estreme all’interno della “porta della Fede”, trasformando l’approccio filosofico in pura paura sanguinaria.
Nella fase conclusiva del film emerge chiaramente che Reed è molto più di un semplice credente disturbato: egli è uno psicopatico assassino che manipola gli eventi per sembrare sovrannaturale agli occhi delle vittime.
il finale controverso: tra tensione psicologica e caos sanguinoso
il passaggio dal thriller psicologico allo slasher brutale
Una delle ragioni dell’efficacia iniziale del film risiede nella sua natura sottile ed elaborata: anche nelle scene più violente, come quella in cui i protagonisti trovano una donna agonizzante o vengono catturati nel dungeon sotterraneo, tutto rimane radicato nella logica distorta del villain. Questa intensità cresce progressivamente fino a culminare negli ultimi minuti con scene caotiche caratterizzate da violenza gratuita.
Nella fase finale si assiste a uno scontro frenetico tra i personaggi principali: Barnes riesce a uccidere Reed prima di morire stessa; Paxton fugge dalla finestra mentre tutto diventa un massacro sanguinolento senza più riferimenti alle tematiche profonde trattate precedentemente.
l’importanza della morte di reed nel messaggio complessivo del film
la morte di reed: una vittoria apparente?
Heretic mira ad esplorare il rapporto tra fede organizzata e individualità critica offrendo spunti su cosa significhi realmente aderire o opporsi a sistemi religiosi oppressivi. Il fatto che Reed venga ucciso prima che possa essere smascherato come manipolatore totale mette in discussione questa visione; infatti, la sua morte appare più come una conclusione narrativa semplice rispetto a un vero smacco ideologico.
Sempre secondo l’analisi critica del film, Reed rappresentava troppo spesso se stesso come uno scettico religioso ma era in realtà colui che aveva preso il controllo totale sulla propria follia fanatica. Per ottenere davvero una vittoria simbolica contro queste dinamiche sarebbe stato necessario far emergere la contraddizione interna al personaggio attraverso azioni decisive da parte delle protagoniste contro le sue idee malsane.
Personaggi principali:
- Sophie Thatcher nei panni di Sister Barnes
- Chloe East nei panni di Sister Paxton
- Hugh Grant nei panni di Mr. Reed
- Diversi membri dello staff tecnico coinvolti nella produzione cinematografica