Gioielli nascosti che speriamo the who suonino nel tour di addio

Le leggendarie performance di The Who hanno segnato la storia della musica dal vivo, consolidando il loro status di uno dei gruppi più influenti e apprezzati nel panorama internazionale. Con i membri ormai ottantenni, la band si prepara a intraprendere il loro ultimo tour nordamericano, un’occasione per salutare i fan e lasciare un’ultima impressione memorabile. Durante questa tournée d’addio, ci si aspetta di ascoltare i classici intramontabili come “Won’t Get Fooled Again” e “Pinball Wizard”, ma c’è anche spazio per sorprese legate a brani meno noti o raramente eseguiti dal vivo.
le origini del gruppo: “I’m The Face” (1964)
il primo singolo e le radici mod
Il debutto discografico di The Who, allora sotto il nome di The High Numbers, includeva il brano “Zoot Suit”, con sul retro “I’m The Face”. Questa traccia rifletteva già il sound mod che avrebbe caratterizzato le prime fasi della band. Sebbene raramente interpretata negli ultimi anni, questa canzone rappresenta un momento leggero e spensierato nel repertorio storico del gruppo.
brani storici: “See My Way” (1966)
una composizione di Roger Daltrey
Sebbene Pete Townshend fosse l’autore principale delle composizioni del gruppo, anche altri membri contribuivano alla scrittura. Tra questi, Roger Daltrey ha scritto pezzi significativi come “See My Way”, parte dell’album A Quick One. La sua presenza in scaletta rappresenterebbe un omaggio sia a una gemma nascosta che a uno dei talenti meno celebrati all’interno della band.
deep cut: “Dogs” (1968)
un pezzo poco eseguito dal vivo
Il brano “Dogs” non è mai stato portato in scena durante i concerti dei The Who, né sembra che la band nutra particolare affetto verso questa traccia. Si tratta di un pezzo molto amato dai fan più appassionati, grazie alla sua struttura complessa e al ritornello coinvolgente con la frase “There was nothing in my life bigger than beer“. La sua possibile reinterpretazione live sarebbe un regalo inatteso per gli estimatori.
“Heaven And Hell” (1970)
I concerti degli anni ’69-’70
Nell’epoca tra il 1969 e il 1970, “Heaven And Hell”, composto da John Entwistle, apriva spesso i live dei The Who. Nonostante fosse assente nell’album dal vivo “Live at Leeds”, la versione studio pubblicata come B-side di “Summertime Blues” conserva ancora oggi tutta la carica energica tipica delle esibizioni dal vivo. Ricollegarla al repertorio attuale sarebbe un modo per rendere omaggio alle radici musicali del gruppo.
“Naked Eye” (1974)
L’importanza nella storia live della band
“Naked Eye”, nata dall’improvvisazione durante le performance del ’69, rappresenta uno dei momenti più spontanei e significativi del repertorio live dei The Who. Nonostante sia stata inserita solo in raccolte minori come “Odds and Sods”, essa ha accompagnato molte serate memorabili ed è considerata una pietra miliare tra le esecuzioni estese e improvvisate della formazione britannica.
“The Quiet One” (1981)
L’omaggio a John Entwistle
Scritto da John Entwistle, questo brano rappresenta uno degli apici della produzione degli anni ’80 dei The Who. Dopo la scomparsa del bassista nel 2002, il gruppo ha spesso ricordato questa traccia nei propri concerti come simbolo dell’eredità lasciata da Entwistle. Esibirla in occasione di addii ufficiali sarebbe un gesto significativo per onorare uno dei membri fondatori.
“Athena” (1982)
un pezzo brillante dell’ultimo decennio
L’apertura dell’album “It’s Hard“, “Athena”, si distingue per una melodia vivace e solare che mostra una sfaccettatura diversa rispetto al tipico sound dei The Who. Nonostante ciò, è raramente stata proposta dal vivo dopo gli anni ’80; proporla nuovamente potrebbe offrire ai fan una nuova esperienza musicale durante l’ultimo tour mondiale.
“Real Good Looking Boy” (2004)
un ritorno emozionale e nostalgico
Tale traccia si colloca tra le più recenti interpretazioni della band prima dello scioglimento temporaneo. Racconta la crescita personale attraverso ricordi adolescenziali legati alla musica e ad Elvis Presley stesso. La sua esecuzione in chiusura potrebbe rappresentare un momento toccante e ricco di significato nel contesto finale del tour.
“Mike Post Theme” (2006)
L’omaggio alle colonne sonore televisive
Nell’album “Endless Wire“, questa traccia fa riferimento a temi televisivi famosi come quelli di Hill Street Blues o Law & Order. La sua energia potente potrebbe essere ideale per concludere uno spettacolo memorabile, sottolineando l’aspetto innovativo ed eterogeneo del repertorio dei The Who.
“Break The News” (2019)
Ispirazione moderna: il contributo di Simon Townshend
Scritto da Simon Townshend — fratello di Pete — questo brano rappresenta uno degli ultimi lavori registrati dalla band prima dello scioglimento definitivo. Eseguirlo significherebbe celebrare l’apporto fondamentale del chitarrista nel mantenere viva l’eredità musicale del gruppo durante gli ultimi decenni.
- Pete Townshend;
- Roger Daltrey;
- John Entwistle;
- Zoe Johnston;
- Simon Townshend; strong >
- Keith Moon; strong >
- Kenney Jones; strong >
- Zak Starkey; strong >
- Pino Palladino; strong >
- Simon Phillips; strong >
- Rachel Fuller; strong >