Gabriele Mainetti e Leo Ortolani: riscrivere l’eroe al Best Movie Comics & Games 2025

confronto tra due protagonisti dell’immaginario pop al best movie comics & games 2025
Il Best Movie Comics & Games 2025 ha ospitato un dialogo intenso e ricco di spunti tra due figure di spicco nel panorama culturale italiano: Gabriele Mainetti e Leo Ortolani. Entrambi hanno condiviso le proprie prospettive sul cinema di genere, l’importanza dell’autenticità creativa e le sfide legate al successo. La discussione ha evidenziato come due linguaggi artistici diversi possano convergere nel desiderio comune di reinventare e reinterpretare l’immaginario collettivo.
le radici dell’immaginario secondo Mainetti e Ortolani
la passione per il mondo reale e la sua trasposizione artistica
Mainetti, regista noto per aver ambientato storie straordinarie nella quotidianità di Roma, ha sottolineato come si possa creare un universo fantastico partendo dall’ambiente urbano. Ha spiegato che si innamora di un mondo, lo assimila e lo rielabora nel contesto della capitale italiana. Dai supereroi in Lo chiamavano Jeeg Robot ai freak con poteri sovrannaturali in Freaks Out, il suo obiettivo è dimostrare che anche in Italia si può realizzare cinema di genere senza rinunciare alle peculiarità culturali locali. Con La città proibita, un film kung-fu ambientato nei quartieri popolari romani, ha affermato che “non può permettersi di fermarsi artisticamente, perché questo significherebbe morire”.
Ortolani, invece, autore del celebre personaggio Rat-Man, ha confermato questa filosofia affermando che racconta storie principalmente per sé stesso. Ha dichiarato che non cerca mai di adattarsi alle aspettative del pubblico: «I miei fumetti parlano prima di tutto a me. Se comunicano anche agli altri, meglio ancora. Ma non ho mai cercato di piacere a tutti o di seguire mode specifiche.» Questa posizione sottolinea l’importanza dell’integrità autoriale.
sul valore dell’autenticità e del successo nella carriera artistica
L’esperienza del successo come sfida personale
Mainetti ha condiviso la propria esperienza con il successo: «Dopo Jeeg Robot mi sono sentito perso senza capire perché. Sapevo inconsciamente che avevo fatto qualcosa di importante, ma questa consapevolezza mi spaventava». Da questa inquietudine è nato Freaks Out, seguito dalla volontà di cambiare registro artistico. Ha concluso affermando che «il vero valore del successo sta nel poter continuare ad essere se stessi. Se diventa una prigione dorata, perde senso».
Anche Ortolani ha espresso la volontà di non accontentarsi: «Noi non vogliamo vivere di rendita. Se smetto di sentire passione o motivazione, allora smetto anche io.» Il suo obiettivo è proseguire nella crescita artistica, considerando ogni nuovo progetto come una conquista personale.
a proposito della traducibilità dell’immaginario e delle scelte creative
dalla cultura locale alla dimensione internazionale
Sulla possibilità di esportare i propri lavori, Ortolani scherza dicendo: «I miei fumetti? Non è che siano impossibili da tradurre; semplicemente nessuno ha ancora avuto il tempo!» Ma riflette anche sulla forza universale delle storie: «C’è qualcosa che supera la cultura specifica: l’urgenza umana di raccontare.»
Mainetti ha portato l’esempio della sua scelta contro le grandi produzioni hollywoodiane come : «
Mi era stato proposto il progetto con otto pitch e molte slide. Alla fine ho deciso di dire no perché avrei perso controllo su cast, montaggio e colonna sonora. Il rischio sarebbe stato grande se il film fosse fallito.» Ha ribadito che «bello fare cinema è un atto istintivo e necessario. L’obiettivo è creare immagini con senso personale e sperare che arrivino anche agli altri.»
&lavoro sulla verità narrativa e libertà creativa
differenze tra realtà documentaristica e immaginazione artistica
Mainetti sostiene che «Nella mia visione, la verità non corrisponde sempre al realismo assoluto. em > Anche un documentario nasce da una regia soggettiva». Ortolani aggiunge che preferisce puntare alla verosimiglianza strong>: costruisce i personaggi con motivazioni credibili ed elementi contraddittori per renderli più autentici.
-conclusioni sulla ricerca artistica ->
Sia Mainetti sia Ortolani vedono nell’arte uno strumento personale attraverso cui esplorarsi continuamente.
Ortoli afferma: “Ogni storia rappresenta una parte inesplorata del mio io.” p>
Con ironia conclude: “Se dovessi interpretare Hulk forse mi fermerei… ma finché posso continuo a cercare il mio ‘fungo perfetto’.”
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- Mainetti – regista cinematografico conosciuto per opere ambientate a Roma
- Ortolani – fumettista famoso per Rat-Man
- Pannello evento Best Movie Comics & Games 2025
- Nomi degli ospiti principali presenti durante il confronto
- Dichiarazioni sull’integrità autoriale , successi personali ed esplorazione creativa
- Sfide legate alla traduzione culturale ed esportabilità delle opere
- Criteri sulla veridicità narrativa tra realismo e immaginazione
- Pensiero finale sull’arte come percorso interiore senza limiti definitivi