Franchise horror che sono diventati ridicoli nel tempo

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Il panorama delle serie horror è caratterizzato da franchise che, nel corso degli anni, hanno saputo attrarre e mantenere l’interesse del pubblico. Spesso, dopo un inizio serio e inquietante, molte di queste saghe hanno subito evoluzioni che le hanno portate verso toni più leggeri o addirittura comici. Questo processo di trasformazione può essere visto come una strategia per rinnovare la rilevanza del marchio o semplicemente come una naturale deriva artistica. Di seguito si analizzano alcuni tra i più noti esempi di franchise horror, evidenziando il loro percorso di crescita e le variazioni di tono.

final destination (2000-2025)

una saga ricorrente con formule ripetute

Il franchise Final Destination ha avuto origine con un’idea innovativa: rappresentare la morte come il vero antagonista, con personaggi destinati a morire in modi sempre più brutali e imprevedibili. La prima pellicola, ambientata su un volo aereo che termina in tragedia, ha sfruttato paure plausibili legate ai viaggi in aereo. Ogni nuovo sequel ha introdotto scenari sempre più improbabili e grotteschi, perdendo progressivamente la tensione originale. La narrazione si è complicata con tentativi spesso confusi di spiegare gli eventi misteriosi.
Le continue ripetizioni della formula hanno fatto sì che il franchise si spostasse verso toni più umoristici o parodistici, ridimensionando l’impatto spaventoso delle prime opere.

  • Final Destination (2000)
  • Final Destination 2 (2003)
  • Final Destination 3 (2006)
  • The Final Destination (2009)
  • Final Destination 5 (2011)
  • Final Destination Bloodlines
Figura iconica:
  • Devon Sawa
  • Ali Larter
  • Kerr Smith
  • Tony Todd

paranormal activity (2007-2021)

il crollo tra tensione e comicità involontaria

“Paranormal Activity”, nato con un budget minimo di circa 15.000 dollari, ha rivoluzionato il sottogenere del found footage portando sul grande schermo atmosfere inquietanti e suggestive. La pellicola ha suscitato grande interesse grazie alla sua capacità di creare suspense con mezzi limitati.
Dopo il successo iniziale, La serie ha subito un declino qualitativo: i sequel hanno cercato di replicare le atmosfere originali senza riuscirci pienamente, finendo per proporre scene troppo forzate o ripetitive. Il risultato è stato un’evoluzione verso una serie spesso percepita come kitsch o troppo caricaturale.

  • “Paranormal Activity” (2007)
  • “Paranormal Activity 2” (2010)
  • “Paranormal Activity 3” (2011)
  • “Paranormal Activity 4” (2012)
  • “Paranormal Activity: The Marked Ones” (2014)
  • “Paranormal Activity: The Ghost Dimension” (2015)
  • “Paranormal Activity: Next of Kin” (2021)

halloween (1978-2022)

ricompare all’infinito

L’iconico franchise “Halloween”, nato nel ’78 grazie al genio di John Carpenter e Jamie Lee Curtis, ha segnato profondamente il genere slasher. Sebbene non sia stato il primo film del sottogenere, ha contribuito a definire lo stile dei film horror degli anni ’80.

A causa della sua popolarità crescente, Michael Myers è diventato un simbolo della cultura popolare; Questa presenza costante si traduce anche in una certa ripetitività narrativa. Dopo due pellicole originali e qualche tentativo successivo di approfondimento psicologico sulla figura dell’assassino silenzioso, la saga si è via via trasformata in una serie di ritorni prevedibili e talvolta goffi.

I principali capitoli:
  • “Halloween” (1978)
  • “Halloween II” (1981)
  • “Halloween III: Season of the Witch” (1982) — senza Myers
  • “Halloween H20: 20 Years Later” (1998)
  • “Rob Zombie’s Halloween” & sequel
  • “Halloween Kills/Ends” (2021/2022)

evil dead (1981-2023)

quando l’umorismo salva l’orrore

I primi film de “L’armata delle tenebre”, diretti da Sam Raimi ed interpretati da Bruce Campbell nei panni dell’irriverente Ash Williams sono stati pionieristici per l’horror splatter. La loro forza risiedeva nella combinazione tra effetti gore estremi e uno humor nero molto marcato.

Dalla seconda pellicola in poi (“Evil Dead II”), la saga si è evoluta inserendo elementi comici che ne hanno ridefinito il tono complessivo. Con “Army of Darkness”, l’approccio umoristico era ormai evidente ed efficace; questa svolta ironica ha permesso alla serie di rimanere fresca anche quando tornava ad essere spaventosamente seria nelle sue versioni successive.

the texas chainsaw massacre(1974–2022)

dal realismo crudo al surreale buffo

Nelle sue origini negli anni ’70, “The Texas Chainsaw Massacre”, diretto da Tobe Hooper, rappresentava uno dei horror più realistici mai visti grazie alla sua estetica quasi documentaristica e alle scene disturbanti. Dopo oltre un decennio d’assenza dal grande schermo, nel ’90 arrivò “Part II”, diretto dallo stesso Hooper ma volutamente sopra le righe e grottesco.
Da quel momento in avanti la saga ha oscillato tra tentativi seri e momenti volutamente assurdi o comici — spesso senza riuscire a mantenere coerenza stilistica o narrativa.

saw(2004–2023)

il successo che ha dato vita a un nuovo filone ma anche ai suoi limiti

Scritto da James Wan ed entrato nella storia grazie alla sua trama complessa ma avvincente sui giochi mortali ideati da Jigsaw,Saw ha rivoluzionato il sottogenere torture-horror portandolo al massimo livello di brutalità ed elaborazione psicologica.
Con numerosi sequel fino al recenteSaw X , questa serie ha mostrato come l’intreccio narrativo possa diventare troppo complicato o caricaturale col passare degli episodi.
Nonostante ciò resta uno dei punti fermi del cinema horror contemporaneo.

child’s play(1988–2019) 

il mix perfetto tra terrore e umorismo dark

L’invenzione del bambolotto assassino Chucky nasce dall’estro originale di Don Mancini; questa saga si distingue perché combina elementi horror classico con momenti divertenti grazie all’umorismo nero insito nelle battute del personaggio principale.
Dalla prima pellicola fino alle ultime varianti recenti (Cult of Chucky ) la serie mantiene una propria identità fatta di spavento ma anche molta autoironia che permette alla saga di durare ormai quasi quattro decenni senza perdere appeal.

friday the 13th(1980–2009) 

Nata come risposta ai successi dello slasher classico degli anni ’80,”Friday the 13th” si evolve rapidamente introducendo Jason Vorhees come protagonista principale — dapprima misterioso killer mascherato con motosega— poi trasformandolo in una figura quasi sovrannaturale
La serie abbraccia progressivamente toni più scherzosi o grotteschi per adattarsi alle mode dell’epoca; questo passaggio dall’horror serio al goffo spiritoso rende i capitoli successivi meno incisivi rispetto agli esordi pur mantenendo un forte impatto commerciale.

hellraiser(1987–2022) 

L’opera originale firmata da Clive Barker aveva tutte le carte in regola per essere un cult assoluto: mescolava filosofia esoterica a immagini disturbanti create dalla creatività visionaria dell’autore.
Col tempo però i vari sequel sono andati via via perdendo mordente: budget ridotti e scelte narrative discutibili hanno reso Pinhead meno inquietante ed estremamente più caricaturale rispetto all’immagine iniziale.
Questo processo riflette spesso quanto sia difficile mantenere vivo l’interesse attorno a un universo così particolare senza rischiare la banalizzazione della proposta originale.

In conclusione: p >

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