Fantasy che non sono invecchiate bene come pensi

Negli ultimi decenni, il panorama delle serie televisive di genere fantasy ha offerto alcune delle produzioni più iconiche e influenti sulla televisione moderna. Dal racconto epico di spade e magia alle reinterpretazioni contemporanee delle fiabe classiche, queste serie hanno lasciato un segno indelebile nel cuore del pubblico. Col passare del tempo, molte di queste produzioni mostrano segni di stanchezza o problematiche che ne compromettono la percezione originale. Questo approfondimento analizza alcune tra le più note serie fantasy che, pur avendo segnato un’epoca, oggi vengono rivalutate alla luce di criticità legate a narrazione, rappresentazione e contenuti.
charmed (1998-2006)
declino dopo un inizio promettente
Charmed è stato uno dei telefilm simbolo del fine anni ’90 e primi anni 2000, raccontando le vicende delle sorelle Halliwell impegnate a combattere demoni mentre affrontavano le sfide della vita quotidiana. Le prime stagioni si distinguevano per l’equilibrio tra emozione, humor e tensione sovrannaturale, conquistando un vasto pubblico. Col tempo, La qualità narrativa si è deteriorata.
Le trame sono diventate ripetitive e i personaggi principali – Piper, Phoebe, Prue e Paige – sono stati spesso ridotti a stereotipi piatti. La narrazione si appesantiva con storie d’amore ricorrenti che privilegiavano triangoli amorosi rispetto allo sviluppo magico o ai conflitti più ampi nel mondo sovrannaturale.
Questi aspetti hanno influito sul lascito duraturo della serie. Sebbene abbia aperto la strada a molte altre produzioni femminili nel fantasy televisivo, il suo approccio troppo incentrato sulle relazioni sentimentali ha finito per offuscare la sua immagine originale.
fate: the winx saga (2021-2022)
critiche per la scarsa rappresentanza e casting
Fate: The Winx Saga, adattamento live-action del noto cartone animato Winx Club, ha suscitato molte aspettative al suo debutto su Netflix. Il progetto ha subito una battuta d’arresto immediata a causa delle scelte di casting considerati discutibili.
In particolare, alcuni personaggi originariamente rappresentati come appartenenti a etnie diverse – come Musha e Flora – sono stati interpretati da attori bianchi, alimentando accuse di whitewashing. Nonostante alcuni tentativi successivi di correggere questa discrepanza attraverso modifiche nelle stagioni successive, il danno era già fatto.
La mancanza di una rappresentanza autentica ha reso la serie meno innovativa e più superficiale rispetto alle aspettative iniziali. La cancellazione prematura ha lasciato un’eredità fatta più di controversie che di innovazione nel genere fantasy moderno.
once upon a time (2011-2018)
perdita di originalità e messaggi regressivi
Once Upon A Time aveva promesso una rivisitazione audace delle fiabe classiche con un tocco moderno sin dal suo esordio. La serie offriva narrazioni inventive e una trama stratificata che teneva incollati gli spettatori per molte stagioni. Con il progredire degli episodi però si sono evidenziati problemi legati alla complessità della mitologia interna.
I personaggi principali come Emma Swan o Regina Mills hanno subito evoluzioni forzate o incoerenti con lo sviluppo iniziale. Particolarmente critici sono stati i ritratti delle villainesse spesso presentate come irrimediabilmente malvagie o punite per aver espresso autonomia personale.
A lungo andare le contraddizioni narrative hanno minato l’interesse generale verso la serie che non è riuscita a mantenere il proprio impatto culturale originario. La capacità di rinnovare le fiabe in modo progressista si è trasformata in una sorta di legacy ambigua.
supernatural (2005-2020)
ripetitività e perdita di tensione narrativa
Supernatural, con ben quindici stagioni all’attivo, ha narrato le avventure dei fratelli Winchester nella lotta contro creature sovrannaturali. La formula vincente tra horror gotico, umorismo nero ed emotività fraterna aveva conquistato molti fan nei primi anni.
Con il passare del tempo questa struttura si è mostrata ripetitiva: i cicli narrativi centrati sui litigi tra Sam e Dean o sulla loro riconciliazione hanno diminuito l’intensità emotiva complessiva della storia principale.
Anche se rimane uno dei capolavori moderni del fantasy TV grazie alla sua longevità e ai personaggi memorabili, la serialità troppo lunga ha portato a una certa stanchezza generale dell’audience rispetto al formato “monster of the week”. Il risultato finale mostra come anche un prodotto molto amato possa perdere smalto nel lungo periodo quando manca l’innovazione narrativa.
xena: warrior princess (1995-2001)
problemi di oggettificazione e trame sessualizzate
Xena: Warrior Princess, icona degli anni ‘90 grazie al carisma della protagonista interpretata da Lucy Lawless,, rappresentava un modello potente di donna guerriera forte ed emancipata. Non tutto era perfetto sotto questo aspetto.
Soprattutto nelle prime stagioni si assisteva ad atteggiamenti spesso improntati alla sessualizzazione femminile in chiave voyeuristica o oggettificante. Le scene sensuali erano talvolta usate come semplici espedienti narrativi piuttosto che come strumenti narrativi funzionali alla caratterizzazione del personaggio femminile stesso. p >
Dagli ultimi cicli dello show questa tendenza si è accentuata ulteriormente: Xena veniva spesso coinvolta in interazioni seduttive con antagonisti maschili che apparivano più come espedienti erotici che come espressione autentica dell’empowerment femminile.
Sebbene abbia avuto un ruolo fondamentale nella storia della TV fantasy per aver promosso donne forti in ruoli tradizionalmente maschili,, oggi questa eredità viene messa in discussione dai modelli discutibili adottati nello script stesso. p >
the vampire diaries (2009-2017)
trattamento dei personaggi LGBTQ+ e donne poco progressista h3 >
The Vampire Diaries ha contribuito ad alimentare il boom dei serial supernatural negli anni duemila; Damon Salvatore , interpretato da Ian Somerhalder , è diventato uno dei personaggi più amati nonostante comportamenti violenti ed abusanti . p >
Il problema risiede nel fatto che molte azioni abusive compiute da Damon – inclusa manipolazione sessuale – venivano spesso minimizzate o giustificate dalla narrazione stessa , compromettendo così l’immagine complessiva dello show . p >
Anche sotto il profilo LGBTQ+ , la serie mostra limiti evidenti : accenni all’attrazione tra personaggi dello stesso sesso erano raramente approfonditi oppure relegati a forme superficiali chiamate “queerbaiting” . In aggiunta , alcuni tra i pochi protagonisti LGBTQ+ venivano uccisi senza possibilità concrete di sviluppare storie complete . p >
Questi elementi fanno riflettere sul modo in cui lo show tratta tematiche delicate : ancora oggi resta difficile ignorare quanto tali scelte abbiano influito negativamente sulla percezione complessiva dell’opera.
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