Enzo Iacchetti sotto accusa dall UCEI per quanto detto a È sempre Cartabianca
l’udienza pubblica solleva polemiche sulla libertà di espressione in tv
Un recente episodio trasmesso in prima serata ha generato un acceso dibattito pubblico, coinvolgendo le dinamiche della libertà di parola e le responsabilità dei conduttori televisivi. La vicenda riguarda un affondo critico rivolto a temi sensibili e l’intervento di un’istituzione rappresentativa delle comunità ebraiche italiane, che ha deciso di agire legalmente.
l’anatema dell’UCEI contro un noto conduttore televisivo
Le motivazioni legali e le accuse mosse
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) ha formalizzato una denuncia contro Enzo Iacchetti, noto attore e conduttore televisivo, accusandolo di istigazione all’odio razziale. La contestazione nasce da alcune dichiarazioni rilasciate in trasmissione televisiva, nelle quali sarebbero state diffuse narrazioni e stereotipi riconducibili a propaganda antisemita. La querela si focalizza su interventi considerati “violenti” nei toni e sulla critica ai responsabili di alcuni eventi storici e politici.
In particolare, si cita un episodio di novembre 2025, in cui Iacchetti avrebbe dichiarato che l’antisemitismo sarebbe un fenomeno inesistente, attribuendone la responsabilità ai sionisti. Secondo le parole del comico, questa figura politica e ideologica avrebbe il controllo su questioni di carattere economico e mondiale, coinvolgendo anche le banche svizzere e l’America. Queste affermazioni sono state giudicate rievocative della propaganda nazista dal documento di denuncia.
le parole che hanno acceso le polemiche pubbliche
Nel contesto della denuncia, emerge anche il noto episodio di un acceso scontro tra Iacchetti e Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele. Si tratta di un confronto che ha visto l’attore minacciare verbalmente l’ospite e usare toni intimidatori durante una trasmissione in diretta, con espressioni come “ti spacco la faccia“. Questa contestazione si aggiunge alla percezione di una progressiva radicalizzazione dei toni in alcune espressioni pubbliche del conduttore.
L’assenza di una risposta decisa da parte dei presenti in studio – inclusa la conduzione – ha portato l’UCEI a vedere nella condotta una facilitazione della diffusione di messaggi potenzialmente pericolosi e discriminatori.
Per approfondire le questioni sollevate, il caso è ora passato alle autorità giudiziarie, che dovranno valutare le implicazioni legali di queste dichiarazioni.
repercussioni legali e rischi per il conduttore
Alla luce delle accuse, Enzo Iacchetti rischia di dover rispondere di propaganda di idee fondate sull’odio razziale, norma prevista dall’articolo 604-bis del codice penale. La legge prevede una pena detentiva fino a 18 mesi o una multa di 6.000 euro. Il procedimento giudiziario è attualmente in corso, mentre il conduttore non ha ancora rilasciato commenti ufficiali.
Il caso apre un importante dibattito sulla responsabilità dei programmi televisivi nel gestire temi delicati come antisemitismo e conflitti internazionali, sollevando interrogativi sulla linea tra libertà di espressione e rispetto per i valori fondamentali della convivenza civile.
figure coinvolte nella vicenda
- Enzo Iacchetti
- Bianca Berlinguer (conduttrice)
- Eyal Mizrahi (presidente della Federazione Amici di Israele)