Cannibale dell’arco: il caso inquietante che ha sorpreso tutti

Il caso di Stephen Griffiths rappresenta uno dei capitoli più inquietanti della cronaca nera britannica, caratterizzato da un modus operandi crudele e da una personalità disturbata. La vicenda si distingue per la freddezza con cui l’assassino ha pianificato e commesso i delitti, lasciando dietro di sé un alone di terrore e sofferenza. In questo approfondimento verranno analizzati gli aspetti salienti della sua storia criminale, dall’arresto alle motivazioni psichiatriche, passando per le modalità delle sue azioni e le personalità coinvolte.
l’arresto e l’intervento delle forze dell’ordine
Le immagini che hanno portato alla cattura
Il 24 maggio 2010, il personale addetto alla videosorveglianza presso un’ex fabbrica tessile vittoriana a Bradford ha rilevato una scena agghiacciante: Griffiths, armato di un arco a croce nera, trascinava via una donna di 36 anni, Suzanne Blamires. La donna aveva tentato di fuggire dalla sua abitazione, ma il killer l’ha raggiunta prima che potesse mettersi in salvo. La registrazione è stata immediatamente consegnata alle autorità locali.
La risposta delle forze di polizia
Il team specializzato nelle operazioni con armi da fuoco ha pianificato un blitz rapido ed efficace. Il detective Damian Sharp ricorda come si sia trattato di una situazione simile a un sequestro: “Entrando nella stanza, Griffiths si è subito arreso alzando le mani. Dopo avergli messo le manette, però, ha iniziato a mostrare atteggiamenti aggressivi e narcisistici.” L’intervento è stato condotto con successo in modo da evitare ulteriori danni alla vittima ancora in vita.
le modalità del delitto e il quadro delle vittime
Le scene raccapriccianti all’interno dell’abitazione
I poliziotti hanno rinvenuto ambienti impregnati di odori nauseanti: bruciature sulla carne e tracce evidenti nel bagno attestano pratiche estreme. Griffiths si dedicava ad attirare prostitute nel suo appartamento per poi ucciderle e smembrarle; alcuni resti venivano anche consumati. Le vittime identificate sono:
- Suzanne Blamires (36 anni)
- Susan Rushworth (43 anni)
- Shelley Armitage (31 anni)
il profilo psicologico dell’assassino
Le origini comportamentali e le diagnosi psichiatriche
Dalla testimonianza della sorella Caroline emerge che Griffiths manifestava comportamenti strani fin dall’infanzia: seviziava animali domestici e mostrava tendenze violente verso i familiari. Nel 1991, all’età di 22 anni, gli fu diagnosticata una condizione psichiatrica complessa composta da tratti sadici schizoidipatici.
I fattori influenzanti e le motivazioni profonde
L’esperta in profilazione criminale Dr Nicola Davies sottolinea come Griffiths fosse ossessionato dal desiderio di emulare serial killer storici come Peter Sutcliffe — noto come lo Yorkshire Ripper — che aveva segnato la sua infanzia. La mancanza di capacità relazionali abbinate a bisogni manipolativi lo hanno spinto a scegliere vittime vulnerabili facilmente attratte dalle sue offerte temporanee.
la costruzione della propria immagine criminale
Il personaggio fittizio “Ven Pariah” sui social media
Nell’arco delle sue azioni criminose, Griffiths ha creato un’identità virtuale chiamata “Ven Pariah”, che si presentava come un’entità quasi sovrumana: “Sono un essere pseudo-umano al massimo. Un demone al peggio”. Questo tentativo era volto ad aumentare il senso di onnipotenza personale.
L’autocelebrarsi attraverso simbolismi e nomignoli
L’assassino utilizzava appellativi quali “crossbow”, “cannibale”, “vampiro” o “artista del sangue”, dichiarando in alcune interviste: “A volte uccidi qualcuno per uccidere una parte di te stesso”. Questi messaggi servivano non solo a provocare shock ma anche a consolidare la propria leggenda personale ai fini accademici futuri.
le prime avvisaglie e la consapevolezza familiare
La sorella Caroline ricorda comportamenti inquietanti già durante l’infanzia: furti ripetuti, torture agli animali domestici e atteggiamenti violenti quando irritato. La diagnosi ufficiale risale al 1991 con la definizione di sadico schizoidipatico — condizione che combina tendenze manipolative con freddezza emotiva.
conclusione: il processo penale e il destino dell’assassino
Dopo l’arresto avvenuto nel luglio del 2010, Stephen Griffiths è stato condannato nel dicembre del 2020 a ergastolo senza possibilità di rilascio per i tre omicidi commessi tra giugno 2009 e maggio 2010. La sua vicenda resta uno dei casi più agghiaccianti legati alla serialità britannica recente.
Membri del cast:- Suzanne Blamires (victim)
- Susan Rushworth (victim)
- Shelley Armitage (victim)
- Caroline Griffiths (sorella)