Brutalismo Architettonico: L’Estasi e il Tormento di un Genio – La Recensione Completa
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Il nuovo progetto di Brady Corbet
Brady Corbet, regista di fama, dimostra nuovamente le sue doti artistiche presentando il suo ultimo film in concorso, con Adrien Brody come protagonista. Questa pellicola rappresenta un imponente affresco realizzato in 70mm, incentrato su László Tóth, un architetto ebreo brillante che è riuscito a sopravvivere all’Olocausto. Dopo la Seconda guerra mondiale, Tóth fugge dall’Ungheria per trasferirsi negli Stati Uniti. Il film è atteso nelle sale dal 6 febbraio ed è candidato a 10 Oscar.
Trama e tematiche principali
Nel film, László Tóth, impersonato da Adrien Brody, è inizialmente costretto a lavorare in condizioni difficili e vivere in miseria. Riesce ben presto a ottenere un importante contratto per lavorare con Harrison Lee Van Buren, interpretato da Guy Pearce, un miliardario pronto a investire in progetti architettonici in Pennsylvania.
The Brutalist, un’opera ambiziosa e carica di significato, è stata portata in concorso all’81esima Mostra del cinema di Venezia, dove ha vinto il Leone d’argento per la regia. Il film si distingue per il suo approccio storico e artistico, girato in 70mm VistaVision. Unisce le caratteristiche della tradizione cinematografica americana con una riflessione sulle radici europee e sioniste presenti negli Stati Uniti.
Durata e stile di presentazione
Con una durata di 215 minuti che include ouverture, epilogo e intermission, la pellicola affronta anche le origini dello Stato di Israele, trattando con un linguaggio visivo che sfida le convenzioni. Corbet mostra una chiara ispirazione alla cinematografia di Stanley Kubrick e ai temi di Paul Thomas Anderson, inserendo elementi di riflessione critica sul capitalismo.
Elementi artistici e filosofici
Il film è descritto come una cattedrale cinematografica che esplora i tormenti e le frustrazioni di un artista, i suoi conflitti con la committenza e le complessità delle relazioni familiari. La dipendenza da oppio di László è un tema centrale, insieme alla sua passione per l’architettura, vista come un’estensione della propria esistenza. Corbet si ricollega anche al romanzo La fonte meravigliosa di Ayn Rand, realizzando un’opera che esplora il potere e la creazione attraverso una messa in scena visivamente straordinaria.
Componente artistica e influenze
Nella narrazione si trovano scenari che catturano l’attenzione, con l’uso di materiali grezzi e squadrati come il marmo e l’acciaio, evidenziando la tensione tra bellezza e brutalità nell’arte architettonica. Momenti memorabili includono scene ambientate a Carrara e una reinterpretazione audace della Statua della Libertà, offrendo una nuova prospettiva sull’arte e la storia americana, filtrata attraverso una lente eurocentrica.
- Adrien Brody nel ruolo di László Tóth
- Guy Pearce nel ruolo di Harrison Lee Van Buren
- Brady Corbet, regista