Brandon sanderson ammette di aver copiato gli x-men di marvel

Il mondo della narrativa fantasy si arricchisce di riflessioni e analogie che collegano opere di generi diversi, come dimostra una recente dichiarazione di uno degli autori più apprezzati del settore. In un contesto accademico dedicato alla scrittura creativa, è stato riconosciuto come alcuni elementi narrativi, spesso considerati troppo scontati o ripetitivi, siano in realtà fondamentali per la costruzione di storie coinvolgenti e originali. Questo approfondimento analizza le affermazioni di Brandon Sanderson riguardo alle somiglianze tra la sua serie “Mistborn” e il celebre personaggio Magneto dell’universo Marvel, evidenziando come l’uso consapevole dei tropes possa contribuire a creare narrazioni innovative.
il ruolo dei tropes nella scrittura e nelle opere di Sanderson
la prospettiva di Brandon Sanderson sui tropes
Durante una lezione rivolta ai suoi studenti, Brandon Sanderson ha condiviso il suo punto di vista sulla presenza dei tropes all’interno della scrittura. Ha sottolineato che evitare completamente gli schemi narrativi ricorrenti non è solo impossibile, ma anche controproducente. Secondo l’autore, i tropes sono strumenti fondamentali che permettono agli scrittori di strutturare storie efficaci e riconoscibili. La vera differenza risiede nel modo in cui vengono impiegati: se usati come punto di partenza e sviluppati con originalità, contribuiscono a rafforzare la narrazione.
il parallelo tra Mistborn e Magneto
Nel corso della sua esposizione, Sanderson ha raccontato un aneddoto relativo alle prime bozze del suo ciclo “Mistborn”. Le sue pagine iniziali furono subito notate da un gruppo di lettura per alcune similitudini con il personaggio Magneto dell’universo Marvel. L’autore ha scherzato dicendo che avrebbe potuto dedicarsi quattro anni alla creazione del villain più complesso o semplicemente ammettere che “Mistborn” assomigliava a Magneto… ma in modo peggiorativo.
analisi delle affermazioni di Sanderson sui tropes
la distinzione tra uso creativo e ripetizione sterile
Sanderson spiega che i tropes non sono da condannare in sé stessi; piuttosto diventa problematico quando vengono utilizzati senza innovazione o come fine ultimo della narrazione. La chiave sta nel costruire intorno a schemi familiari un mondo nuovo e distintivo. Nel caso specifico di “Mistborn”, l’idea centrale chiamata “Allomancy” si basa su un sistema magico simile al controllo dei metalli, ma viene sviluppata attraverso dettagli unici ed elaborati che rendono la serie autenticamente propria.
la risposta dell’autore alla somiglianza con Magneto
Sanderson ha ammesso che il suo sistema magico richiama vagamente le capacità del personaggio Magneto; Ha sottolineato come questa derivazione sia stata sfruttata per creare qualcosa di originale. La sua convinzione è che riconoscere i propri riferimenti culturali permette agli autori di trasformarli in elementi distintivi piuttosto che limitazioni creative.
impatto delle idee di Sanderson sul panorama narrativo contemporaneo
L’importanza dell’approccio consapevole ai tropes
L’approccio adottato da Brandon Sanderson invita gli autori a valorizzare i modelli narrativi riconoscibili come basi per innovare successivamente attraverso dettagli curati e personalizzazioni profonde. Questa filosofia può essere applicata anche nel genere supereroistico, dove molte storie si basano su archetipi consolidati come quelli presenti nei fumetti Marvel.
L’esempio dei personaggi iconici come Magneto
Nell’ambito dei fumetti Marvel, figure come Magneto rappresentano archetipi riconoscibili nel tempo: la loro caratterizzazione include elementi ripetitivi ma necessari per mantenere coerenza narrativa. La consapevolezza degli schemi permette ai lettori più attenti di apprezzare le sfumature nuove senza perdere il senso delle origini.
Personaggi/ospiti/membri del cast:- Brandon Sanderson
- Magneto (X-Men)
- I membri della sua classe universitaria