Beetlejuice: La vera storia di Winona Ryder, vittima di bullismo dopo il film di Tim Burton

Nel mondo del cinema, alcune esperienze possono lasciare un segno indelebile, sia positivo che negativo. Per Winona Ryder, il coinvolgimento nel film Beetlejuice del 1988 è stato un mix di entrambe le esperienze. Nonostante il successo che avrebbe potuto migliorare la sua vita, dovette affrontare un periodo difficile a causa di pesanti episodi di bullismo.

Il ruolo iconico di Lydia Deetz e le difficoltà personali

Quando Winona Ryder ha interpretato Lydia Deetz in Beetlejuice, era appena sedicenne e ancora frequentava la scuola. Questo ruolo, che rifletteva molto del suo stile personale, non fece altro che aggravare la situazione del bullismo che subiva dal’età di 12 anni. La stessa Ryder ha rivelato che l’interpretazione di Lydia non presentò difficoltà in quanto le due erano molto simili: “Non hanno dovuto fare molto con me“, ha raccontato l’attrice, ricordando una foto di un mese prima delle audizioni in cui appariva con i capelli blu-nero e una frangetta corta.

Reazioni al primo film e il bullismo subito

Sebbene l’interpretazione abbia portato Winona Ryder sul grande schermo, le compagne di scuola reagirono negativamente, accusandola di essere una strega e un mostro a causa del suo ruolo. Questo non fermò il suo crescente successo, che vide Ryder distinguersi in altri film di successo come Edward mani di forbice e Dracula di Bram Stoker.

Il ritorno al franchise di Beetlejuice

Con un’affezione particolare per i progetti in cui si è trovata a suo agio, emerge la domanda su un possibile ritorno in un nuovo capitolo del leggendario film Beetlejuice. Il coinvolgimento in un secondo, o addirittura terzo, capitolo potrebbe rappresentare una sorta di riconciliazione con il passato inizialmente difficile e potrebbe riportare Ryder a riscoprire quella magia cinematografica che la consacrò a Hollywood.

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