Batman e la sua tolleranza alla violenza: cosa significa per i suoi amici

Il personaggio di Batman si distingue per il suo rigoroso rispetto della regola del “No-Kill”, un principio morale che guida la sua condotta e definisce la sua identità. Questa linea di pensiero afferma che Batman non uccide mai e condanna chiunque compia omicidi. Nel corso delle storie, emerge una realtà più complessa: spesso Batman ha mostrato tolleranza o indifferenza nei confronti di alleati che hanno superato questa linea.
il “no-kill” di batman: tra principio e flessibilità
una regola meno assoluta di quanto sembri
La politica di Batman riguardo all’uccisione sembra più una linea guida flessibile che un dogma inamovibile. Sebbene sia noto per essere un paladino della giustizia, il suo atteggiamento nei confronti dei criminali varia a seconda delle circostanze e degli individui coinvolti.
la doppia morale di batman verso gli alleati
Jim Gordon e altri amici sopra le regole
Nelle storie recenti, si evidenzia come Batman abbia concesso scappatoie ai suoi amici. Un esempio significativo è quello di Jim Gordon, ex commissario di polizia e ora investigatore privato, che durante l’arco narrativo “Dying City” (Batman #153-157) spara e uccide il sindaco Nakano in una scena sconvolgente. Questo episodio rappresenta un punto di svolta nel rapporto tra Batman e uno dei suoi più longevi alleati.
l’ipocrisia nella gestione delle regole morali
il caso Jim Gordon e la percezione pubblica
Dalla narrazione emerge come “la regola del non uccidere” sia applicata con molta elasticità: quando si tratta degli alleati o di figure vicine a Batman, questa viene spesso ignorata o minimizzata. La scena in cui Jim Gordon ammette di aver sparato in preda alla rabbia – dichiarando: “Ho sentito una rabbia sacra. Ho premuto il grilletto.” – mette in luce come la stessa norma venga piegata a seconda delle circostanze.
Basta osservare come Batman reagisce alla confessione: “Errori sono stati fatti. Errori sempre se ne commettono. Siamo umani, Jim.”. Questa risposta dimostra una tolleranza selettiva che contrasta con il suo impegno pubblico contro l’uccisione.
la disparità tra Gotham e il resto del mondo
regole applicate solo in determinate aree e situazioni
L’atteggiamento ambiguo di Batman si estende anche alla gestione dei membri della Justice League: molti eroi con passati violenti o senza un rigido “No-Kill” continuano a operare sotto la sua supervisione senza essere puniti per eventuali omicidi commessi fuori da Gotham. Personaggi come Wonder Woman, Hawkwoman, Hawkman, Black Adam, Katana, Huntress ed altri sono noti per aver tolto vite quando ritenuto necessario.
doppio standard: perdono selettivo e conseguenze inconsistenti
I rischi legati a una moralità relazionale
Sempre più evidente è come Batman applichi la sua politica del perdono in modo strumentale: quando un alleato mostra pentimento o è utile al suo obiettivo, viene perdonato anche dopo aver commesso omicidi. Se invece si tratta di criminali comuni o nemici lontani dal suo circolo ristretto, le norme vengono fatte rispettare senza eccezioni.
L’esempio più recente riguarda Batman #155 (2025), dove si evidenzia come questa forma di clemenza favorisca comportamenti ambigui tra i membri della sua cerchia ristretta.
sintesi finale: tra virtù apparente e pratiche discutibili
Sempre più spesso emerge come la “regola del No-Kill” sia adottata da Batman solo nelle sue dichiarazioni pubbliche o nelle missioni ufficiali. Nella realtà dei fatti, essa viene applicata selettivamente in base all’utilità dell’individuo o alla vicinanza personale dell’eroe.
Questo comportamento genera un evidente doppio standard, che mette in discussione l’effettiva coerenza morale del Cavaliere Oscuro rispetto ai principi dichiarati.
- Bruce Wayne / Batman
- Jim Gordon / Ex commissario di Gotham
- Jason Todd / Red Hood
- Khoa Khan / Ghost-Maker
- Membri della Justice League:
- wonder Woman
- Hawkwoman & Hawkman
- Black Adam
- Katana
- Huntress
- Aresenal